Firenze è celebre per i magnifici complessi religiosi, basiliche e chiese ricche d’arte realizzate da importanti artisti quali Michelangelo, Beato Angelico, Vasari, Filippo Lippi, Ghirlandaio e tanti altri. La ricchezza artistica delle chiese fiorentine attesta l’importanza e il potere della città nei secoli passati. Qui di seguito i principali edifici religiosi assolutamente da visitare per meglio comprendere il passato glorioso della città.
Complesso del Duomo di Firenze
Il Duomo di Firenze, o Cattedrale di Santa Maria del Fiore, assieme al Battistero e al Campanile di Giotto, forma uno dei più eccezionali insiemi religiosi del mondo.
Duomo di Firenze - Cattedrale di Santa Maria del Fiore
Zona: Area fiorentina
Tipo: cattedrale monumentale (XIV°-XIX° secolo)
Indirizzo: Piazza del Duomo
Tel.: +39 055 2302885
Email: opera@operaduomo.firenze.it
Sito: www.ilgrandemuseodelduomo.it
Orari: Duomo 10.00-17.00, Cupola da lunedì a venerdi 8.30-19.00 e sabato 8.30-18.20, Campanile 8.15-18.50, Cripta 10.00-17.00
Ingresso: cattedrale libero – biglietto unico intero €10,00, € 2,00 ridotto; percorso Cupola-Cripta Santa Reparata-Museo dell’Opera del Duomo-Battistero-Campanile
Servizi: noleggio autoguide – salta coda €7,00
Accessibilità ai disabili: parziale (solo Cattedrale)
La Cattedrale di Santa Maria del Fiore colpisce per le dimensioni monumentali e per la bellezza dell’esterno, grazie all’uso del marmo bianco, verde, rosso ed il cotto delle tegole. La cattedrale ha una pianta composta da un corpo basilicale a tre navate saldato ad una enorme rotonda triconica che sorregge l’immensa Cupola del Brunelleschi, la più grande cupola in muratura costruita, larga 54 metri. Al suo interno è visibile la più grande superficie decorata ad affresco, 3.600 m², eseguiti tra il 1572-1579 da Giorgio Vasari e Federico Zuccari.
Visita
La visita è a ingresso libero, ma, dato l’alto numero di visitatori, c’è quasi sempre coda all’ingresso. All’interno della cattedrale, oltre amminare le bellezze artistiche e architettoniche, ci sono due percorsi disponibili: Percorso della Cupola e Percorso della Cripta (a pagamento).
Il percorso della Cupola permette di salire sulla cima e di osservare da vicino i bellissimi affreschi Giudizio Universale di Giogio Vasari. Salendo oltre, si raggiunge la lanterna, da dove si gode una meravigliosa vista di Firenze. La salita è comunque impegnativa: 463 scalini da fare a piedi (ascensore non presente).
Il percorso della Cripta permette di visitare i sotterranei: tra il primo ed il secondo pilastro del lato destro della navata centrale c’è una scala che scende agli scavi archeologici dell’antica basilica di Santa Reparata ed alla cripta.
Storia
La costruzione fu iniziata nel 1296 su progetto dell’architetto Arnolfo di Cambio, esattamente dove prima c’era la chiesa di Santa Reparata. Dopo la morte di Arnolfo (1302) i lavori si arrestarono, ma la scoperta dei resti del vescovo di Firenze, San Zanobi diede nuovo impulso. Nel 1334, la gestione dell’opera passò a Giotto che però si concentrò sul Campanile. Dopo la morte dell’artista (1337) Andrea Pisano continuò i lavori, soprattutto sul campanile, ma pure lui morì (di peste nera nel 1348) ed i lavori furono di nuovo bloccati. L’anno seguente i lavori ripresero sotto la gestione di Francesco Talenti e Giovanni di Lapo Ghini. Nel 1418 fu indetto un concorso pubblico per la progettazione della cupola. Due artisti emergenti – Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti – presentano progetti di valore, però a Brunelleschi fu dato l’incarico della realizzazione della cupola.
Questi adottò una soluzione altamente innovativa, predisponendo una doppia calotta in grado di autosostenersi durante la costruzione, senza ricorrere alle tradizionali armature di sostegno. Nonostante Brunelleschi avesse proposto una decorazione di mosaici dorati, dopo la sua morte e si decise semplicemente l’affrescatura. Il Granduca Cosimo I° Medici scelse il tema del Giudizio Universale e affidò il compito a Giorgio Vasari. La facciata della cattedrale era però rimasta incompiuta. Nel 1587, sotto il governo di Francesco I° Medici, la parte decorativa esistente viene distrutta dall’architetto Bernardo Buontalenti, che introduce elementi più moderni. Soltanto nel 1871, dopo un concorso internazionale, si iniziò a costruire la facciata vera e propria, fino alla conclusione dei lavorisei anni più tardi.
Le opere d’arte
Alla base del coronamento, oltre il rosone, ci sono riquadri con i busti dei grandi artisti del passato e, al centro del timpano, un tondo opera del Passaglia. Le tre grandi porte bronzee di Augusto Passaglia e di Giuseppe Cassioli risalgono al periodo dal 1899 al 1903. Le lunette a mosaico sopra le porte furono disegnate da Niccolò Barabino. Nel frontone sul portale centrale è stato collocato un bassorilievo di Tito Sarrocchi con Maria in trono con uno scettro di fiori. La zona absidale della cattedrale è composta dalla cupola a pianta ottagonale e dalle tre absidi. Le eleganti finestre dei lati sud ed est sono attribuite a Lorenzo Ghiberti. Lungo tutto il perimetro della chiesa corre un ballatoio interno su beccatelli, all’altezza dell’imposta della crociera. Il pavimento in marmi policromi fu disegnato da Baccio d’Agnolo e continuato, dal 1526 al 1560, da suo figlio Giuliano, da Francesco da Sangallo e altri artisti(1520-1526).
Il complesso dei finestroni (risalente tra 1434 e 1455) è il più ricco d’Italia, con ben 44 vetrate a fronte di 55 finestre con la predominanza di Lorenzo Ghiberti come autore dei disegni. I principali artisti rinascimentali disegnarono i cartoni per le finestre: Donatello (l’Incoronazione della Vergine, unica visibile dalla navata), Lorenzo Ghiberti (Assunzione della Vergine, San Lorenzo in trono tra quattro angeli, Santo Stefano in trono tra quattro angeli, Ascensione, Orazione nell’orto, Presentazione al Tempio), Paolo Uccello (Natività e Resurrezione) e Andrea del Castagno. Il rosone raffigura Cristo incorona Maria su disegno di Gaddo Gaddi (XIV° secolo).
L’altare maggiore è di Baccio Bandinelli ed il Crocifisso ligneo di Benedetto da Maiano (1495-1497). La tribuna centrale, detta anche di San Zanobi, ha al centro la cappella in cui sono conservate le reliquie del santo e vescovo fiorentino. L’arca bronzea è opera di Lorenzo Ghiberti (1442). Il dipinto sovrastante è un’Ultima cena di Giovanni Balducci. Nella tribuna di destra, detta della Santissima Concezione, spicca la cappella centrale, dedicata al Santissimo Sacramento, con altare di Michelozzo. La tribuna di sinistra, detta della Santa Croce, contiene nel pavimento lo gnomone solare di Paolo dal Pozzo Toscanelli (1450). Qui ogni 21 giugno si svolge l’osservazione del solstizio d’estate.
Al centro della controfacciata l’orologio italico è adornato da teste di evangelisti dipinte da Paolo Uccello (1443). L’orologio, di uso liturgico, è uno degli ultimi funzionanti che usa la cosiddetta hora italica, un giorno diviso in 24 “ore” di durata variabile a seconda delle stagioni, che comincia al suono dei vespri. A destra del portale centrale si trova poi la tomba del vescovo Antonio d’Orso (1343) di Tino di Camaino. Il pilastro attiguo ha la tavola a fondo oro Santa Caterina d’Alessandria e un devoto riferibile alla scuola di Bernardo Daddi (1340).
Cripta e area archeologica
Vi si accede da una scala nella navata sinistra dove, vicino all’ingresso, si trova la tomba di Filippo Brunelleschi. La zona sotterranea della cattedrale fu usata per secoli per la sepoltura dei vescovi fiorentini. Recentemente è stata riordinata la storia archeologica di quest’area, dai resti di abitazioni romane, ad una pavimentazione paleocristiana, fino ai ruderi della cattedrale di Santa Reparata risalente all’anno 405 d.C. La vasta area contiene numerosi resti di mura e pavimenti di case della “Florentia” romana. Da notare un bellissimo pavone, simbolo d’immortalità, uno dei pochi elementi figurativi rimasti. Numerose sono le lastre tombali.
Battistero di San Giovanni
Zona: Area fiorentina
Tipo: battistero (XIII°-XV° secolo)
Indirizzo: Piazza del Duomo
Tel.: +39 055 2302885
Email: opera@operaduomo.firenze.it
Sito: www.ilgrandemuseodelduomo.it
Orari: 8.15-18.30
Ingresso: biglietto unico €10,00 intero, € 2,00 ridotto; percorso Cupola-Cripta Santa Reparata-Museo dell’Opera del Duomo-Battistero-Campanile
L’edificio, splendidamente decorato sia all’esterno sia all’interno, è famoso soprattutto per i mosaici della cupola e per la porta del Paradiso, opera di Lorenzo Ghiberti. Il battistero dedicato a San Giovanni Battista, patrono della città di Firenze, sorge di fronte al Duomo. L’edificio fu costruito sui resti di una struttura romana del I° secolo d.C. con mosaici a motivi geometrici, ritenuta in origine un tempio dedicato al dio Marte. La vera data di fondazione è incerta (tra IV°-V° secolo), con rimaneggiamenti nel VII° secolo. Nel 1128 l’edificio diventa ufficialmente battistero cittadino e viene eseguito il rivestimento esterno in marmo. Nel 1202 viene realizzata l’abside a pianta rettangolare in sostituzione della precedente.
L’edificio ha pianta ottagonale, con un diametro di 25,60 m. E’ coperto da una cupola ad otto spicchi, mascherata all’esterno dall’attico e coperta da un tetto a piramide. L’ornamento esterno, in marmo bianco e verde, è scandito da tre fasce orizzontali, ornate da riquadri geometrici, nei quali sono inserite finestre con timpani. Le tre porte bronzee, realizzate secondo un programma figurativo unitario nell’arco di più di un secolo, sono una sorta di gigantesca Bibbia figurata. Tra il 1330 e il 1452 vengono eseguite le tre porte bronzee, commissionate ad Andrea Pisano (prima porta, verso sud) e Lorenzo Ghiberti (le ultime due porte, rivolte verso nord ed est). La seconda, con formelle interamente rivestite d’oro, eseguita tra il 1425 e 1452, fu denominata da Michelangelo “Porta del Paradiso”. Per la realizzazione delle due porte, il Ghiberti creò una vera e propria bottega di bronzisti, nella quale si formarono artisti come Donatello, Michelozzo, Masolino e Paolo Uccello. Nel corso del restauro iniziato nel 2013 si è scoperto che le figure dei bassorilievi della porta del Ghiberti sono dorate mentre un’altra ha le formelle interamente rivestite d’oro. Le formelle d’oro del Ghiberti sono attualmente visibili nel Museo dell’Opera del Duomo.
L’interno della cupola è decorato da mosaico su fondo dorato dove sono raffigurate le gerarchie angeliche. Vengono realizzati i mosaici della scarsella (1220) e, tra il 1270 e il 1300, il complesso mosaico della cupola con l’intervento di frate Jacopo e la partecipazione di Coppo di Marcovaldo e di Cimabue. All’interno si trovano due sarcofagi romani: uno detto “della fioraia”, dove venne sepolto il vescovo Giovanni da Velletri, e uno, con un coperchio del XVI° secolo e stemma Medici aggiunto quando venne riutilizzato come sepoltura di Guccio de’ Medici, gonfaloniere di Giustizia nel 1299. A destra dell’abside il monumento funebre dedicato a Baldassarre Cossa, l’antipapa Giovanni XXIII°, morto a Firenze nel 1419, eseguito da Donatello e Michelozzo tra il 1422 e il 1428. Il pavimento presenta tarsie marmoree di grande pregio, con motivi geometrici, fitomorfi e zoomorfi. Nel 1576, in occasione del battesimo dell’erede maschio del granduca Francesco I° Medici, Bernardo Buontalenti ricostruì il fonte battesimale. L’altare è neoromanico e venne creato da Giuseppe Castellucci nel XX° secolo. Davanti all’altare una grata lascia intravedere i sotterranei, in cui si trovano gli scavi della domus romana.
Campanile di Giotto
Zona: Area fiorentina
Tipo: campanile (XIV° secolo)
Indirizzo: piazza del Duomo
Tel.: +39 055 2302885
Email: opera@operaduomo.firenze.it
Sito: www.ilgrandemuseodelduomo.it
Orari: 8.15-18.50
Ingresso: biglietto unico €10,00 intero; € 2,00 ridotto; percorso Cupola-Cripta Santa Reparata-Museo dell’Opera del Duomo-Battistero-Campanile
Servizi: noleggio autoguide
Accessibilità ai disabili: no
Slanciato ed elegante, si erge accanto alla fiancata destra del Duomo. Il campanile ha una base quadrata di 14,45 metri di lato ed è alto oltre 84 metri. La costruzione fu iniziata da Arnolfo di Cambio nel 1298, cui nel 1334 subentrò Giotto, cui si deve il progetto finale, in sintonia con lo stile della cattedrale di S. Maria del Fiore. L’artista ne seguì la costruzione fino alla morte (1337). L’opera fu poi proseguita da Andrea Pisano e completata da Francesco Talenti nel 1359.
L’esterno fu abbellito di rilievi e statue, parte integrante della struttura portante. Le bifore accoppiate e le trifore dell’ultimo piano concepite dal Talenti conferiscono luce e leggerezza, accentuando i caratteri gotici del campanile. Le formelle in basso (di Andrea Pisano e Luca della Robbia) illustrano le attività umane. Le losanghe (Andrea Pisano ed allievi) raffigurano i pianeti, le virtù, le arti liberali, i sacramenti. Le statue nelle nicchie soprastanti raffigurano patriarchi, re, profeti e sibille, origianariamente tutte opera di Andrea Pisano. A metà del XV° secolo furono parzialmente sostituite da statue di Donatello e Nanni di Bartolo. Causa il progressivo degrado, gli originali sono stati ricollocati nel Museo dell’Opera del Duomo e sostituiti da calchi. Per l’ascesa fino alla panoramica terrazza superiore è necessario salire 414 gradini.
Le basiliche di Firenze
Per chi ama l’arte e l’architettura è quasi d’obbligo visitare almeno qualcuno dei celebri complessi religiosi fiorentini che sono uno spettacolo continuo di ricca maestria artistica.
Basilica di Santa Croce e Museo dell'Opera di Santa Croce
Zona: Area fiorentina
Tipo: basilica gotica (XIV° secolo)
Indirizzo: piazza Santa Croce, 16
Tel.: +39 055 2466105
Email:info@santacroceopera.it / booking@santacroceopera.it
Sito: www.santacroceopera.it
Orari: da lunedì a sabato 9.30-17.00, domenica 14.00-17.00
Ingresso: €6,00 intero, €4,00 ridotto – cumulativo con Casa Buonarroti €8,50
Servizi: noleggio auricolari, visita a tema €10,00 (Museo, Cappella Pazzi, Basilica, Chostri)
Accessibilità ai disabili: sì
La Basilica di Santa Croce è in stile gotico e fu edificata dai monaci francescani. Si erge, maestosa, sul lato orientale dell’omonima piazza. È uno dei monumenti più celebrati di Firenze, sia per l’architettura, sia per i cicli di affreschi sia per i molti artisti, letterati e scienziati italiani che vi sono sepolti. Per tale motivo è anche conosciuta come “Il tempio dell’Itale glorie”.
La basilica fu costruita a partire dal 1295, quasi certamente su progetto di Arnolfo di Cambio. I lavori si conclusero verso la fine del XIV° secolo ma la consacrazione avvenne nel 1443. A metà del XVI° secolo Giorgio Vasari eseguì numerosi interventi ed altari classicheggianti ricoprirono gran parte degli affreschi originari. La facciata, in stile neogotico, fu completata a metà del XIX° secolo, più o meno nello stesso periodo del campanile. Sulla fiancata sinistra ci sono un porticato originale del XIV° secolo e la tomba di Francesco Pazzi, risalente allo stesso periodo. La basilica ha pianta a croce egizia, suddivisa in tre navate, ampie e solenni. Il pavimento è costellato da quasi 300 lapidi funerarie in marmo, sia a bassorilievo che intarsio. Il transetto è molto pronunciato ed affiancato da numerose cappelle gentilizie.
Opere d’arte
All’interno si trovano molte opere pittoriche e scultoree di grande valore. Lungo la parete destra Crocifissione di Santi di Tito, sul primo pilastro Madonna del Latte di Antonio Rossellino; ancora sulla parete destra Salita al Calvario di Giorgio Vasari, l’edicola con l’altorilievo Annuciazione di Donatello (1435). Il pulpito è opera di Benedetto da Maiano. Lungo la parete sinistra affreschi di santi risalenti alla prima metà del XV° secolo. Nel secondo e terzo altare due opere di Santi di Tito: Resurrezione e Cena in Emmaus. Nel quarto altare Incredulità di S. Tommaso di Giorgio Vasari. Poi una Pietà di Agnolo Bronzino; a terra la pietra tombale di Lorenzo Ghiberti. Quindi l’affresco Assunzione di Maria, attribuito ad Agnolo Gaddi. Sul sesto altare ancora un dipinto di Giorgio Vasari, Pentecoste.
Cappella Maggiore
E’ la parte con più marcate caratteristiche dello stile gotico transalpino. Gli affreschi, pur opera di artisti diversi, seguono la storia dell’Invenzione della Vera Croce. Molto del merito va ad Agnolo Gaddi (1380 circa), al quale sono dovute anche le vetrate. La Croce è del Maestro di Figline, la Madonna centrale del polittico è di Niccolò Gerini, i dottori della Chiesa di Giovanni del Biondo ed altro artista.
Transetto e Cappelle
A destra della Cappella Maggiore, le cappelle Bardi e Peruzzi, entrambe affrescate da Giotto negli anni 1320-1325. Nella prima il ciclo pittorico è interamente dedicato a S. Francesco d’Assisi. Nell’altra il ciclo è suddiviso tra i SS. Giovanni Battista ed Evangelista. Seguono le cappelle Giusti, con le tombe di Carlotta e Giulia Bonaparte, Riccardi, con affreschi di Giovanni da S. Giovanni e tele, e Velluti, con affreschi e polittico di Giovanni del Biondo. Dal braccio destro del transetto si accede all’ampia Cappella Castellani. Sono contenuti affreschi notevoli di Agnolo Gaddi e allievi, il tabernacolo di Mino da Fiesole e statue di scuola robbiana. Immediatamente attigua la Cappella Baroncelli, affrescata da Taddeo Gaddi, il principale allievo di Giotto, pure autore della vetrata. A sinistra della Cappella Maggiore altre sei che seguono l’andamento del transetto. La prima è la cappella Spinelli, seguita da quelle Capponi, Ricasoli, Pulci-Berardi. In quest’ultima affreschi di Bernardo Daddi (circa 1330) ed una pala in terracotta invetriata di Giovanni della Robbia. A fianco la cappella Bardi di Vernio con gli affreschi storie di S. Silvestro, eseguiti da Maso di Banco (allievo di Giotto) intorno al 1340.
La testata del transetto permette l’accesso ad altre due notevoli cappelle. La prima è la cappella Niccolini, con cupola affrescata dal Volterrano, statue di Pietro Francavilla e due dipinti di Alessandro Allori. L’altra, decisamente più importante, è la seconda cappella della famiglia Bardi di Vernio. Sopra l’altare il Crocifisso ligneo, di Donatello. Gli angeli in legno dorato sono di Giorgio Vasari. Ancora a fianco la cappella Machiavelli (o Salviati) con la pala d’altare Martirio di S. Lorenzo eseguita da Jacopo Ligozzi.
Monumenti Funebri
Numerosi, all’interno della basilica, i monumenti funebri e le tombe di insigni italiani. Nella controfacciata il drammaturgo G.B. Nicolini, lo storico G. Capponi ed il botanico G. Targioni Tozzetti. Lungo la parete destra la tomba di Michelangelo Buonarroti, il monumento al drammaturgo Vittorio Alfieri eseguito da Antonio Canova nel 1810, la tomba dello scrittore e uomo politico Niccolò Machiavelli, il monumento allo storico dell’arte Luigi Lanzi, il monumento all’umanista Leonardo Bruni opera di Bernardo Rossellino, le tombe del musicista Gioacchino Rossini e del poeta Ugo Foscolo.
Lungo la parete sinistra innanzi tutto la monumentale tomba di Galileo Galilei e del suo allievo Vincenzo Viviani. Quindi il monumento a Carlo Marsuppini, eccellente opera di Desiderio da Settignano. Infine i monumenti al musicista Luigi Cherubini ed al geniale architetto a Leon Battista Alberti.
Corridoio e Sagrestia
Dal braccio destro del transetto si accede, attraverso un portale opera di Michelozzo, ad un corridoio (detto anche Androne del Noviziato). Nella lunetta l’affresco Madonna con Bambino e Santi di fra’ Bartolomeo e una Deposizione di Alessandro Allori. All’interno armadi-reliquiari del XV° secolo, grandi affreschi opera di Niccolò Gerini, Taddeo Gaddi, Spinello Aretino ed il busto in terracotta smaltata policroma Redentore di Giovanni della Robbia. Immediatamente attigua la Cappella Rinuccini, affrescata nel 1363-1366 da Giovanni da Milano. Al termine del corridoio è situata la Cappella Medici, progettata da Michelozzo. Sull’altare la pala in terracotta smaltata Madonna con bambino tra Angeli e Santi di Andrea della Robbia.
Museo dell’Opera di Santa Croce
È tutto ubicato nei vecchi ambienti conventuali, radicalmente ristrutturati ed ampliati dopo la disastrosa alluvione del 1966. Il primo ampio chiostro conserva indiscutibli caratteri architettonici del XIV° secolo. Sullo sfondo la Cappella Pazzi, una delle architetture più esemplari del Rinascimento. Fu iniziata da Filippo Brunelleschi tra il 1429 ed 1430, ma il completamento avvenne quaranta anni dopo. Vi contribuirono eccellenti artisti quali Desiderio da Settignano, Luca della Robbia e Giuliano da Maiano. Nella prima sala dell’ex refettorio è collocato il grandioso Crocifisso su tavola di Cimabue, danneggiato dall’alluvione del 1966. Seguono affreschi di Taddeo Gaddi ed Andrea Orcagna, la statua di S. Ludovico di Tolosa di Donatello. Quest’ultima è una delle prime grandi statue in bronzo fuse in epoca rinascimentale e quindi coperta di fine doratura. L’accesso al secondo chiostro, completato dopo la morte del Brunelleschi, avviene tramite un elegante portale di Benedetto da Maiano.
Basilica di San Lorenzo - Cappelle Medicee - Cappella dei Principi
Zona: Area fiorentina
Tipo: basilica (XI°-XIV° secolo)
Indirizzo: piazza San Lorenzo
Tel.: +39 055 214042
E-mail: info@operamedicealaurenziana.org
Sito: operamedicealaurenziana.org
Orari: da lunedì a sabato 10.00-17.00; domenica 13.30-17.30
Ingresso: basilica €uro 5,00; basilica e Biblioteca Medicea Laurenziana (acquistabile solo alla biglietteria della Basilica)
€ 7,50; ingresso gratuito per i residenti nella provincia di Firenze e bambini fino a 11 anni, portatori handicap e loro accompagnatori, guide turistiche ed accompagnatori di gruppi.
Sorge sul lato occidentale dell’omonima piazza e fu, dalla prima affermazione della casata fino all’estinzione, la chiesa “personale” della famiglia Medici, i quali l’abbellirono costantemente avvalendosi dei migliori architetti, pittori e scultori fiorentini (tra cui Filippo Brunelleschi, Donatello e Michelangelo Buonarroti).
Dell’originaria cattedrale, consacrata nel 393 d.C. da S. Ambrogio, non è rimasto praticamente niente. Fu ricostruita e riconsacrata nel 1059 da papa Niccolò II°. Nel 1418 i Medici la scelsero come propria chiesa, concedendo comunque alle altre famiglie prominenti di contribuire alle spese ed avere proprie cappelle all’interno. Il progetto fu affidato a Filippo Brunelleschi e la costruzione venne terminata nel 1461, dopo la morte dell’architetto. Successivamente furono aggiunte la biblioteca ed il mausoleo dei Medici, più noto come Cappella dei Principi. La facciata è rimasta incompiuta nonostante il progetto elaborato da Michelangelo su commissione di papa Leone X°. Il campanile fu completato nel 1740.
Basilica
L’interno è ampio ed armonioso, in perfetta sintonia con la concezione di Filippo Brunelleschi, e suddiviso in tre navate. La facciata interna è opera di Michelangelo mentre la decorazione delle membrature architettoniche è opera di Antonio e Tommaso Rossellino e di Pagno di Lapo Portigiani (XV° secolo). Notevole l’insieme di opere artistiche all’interno. Lungo la fiancata destra le più importanti sono la monumentale tavola Martirio di S. Sebastiano dell’Empoli (Jacopo Chimenti) ed il Matrimonio della Vergine del Rosso Fiorentino, l’altare marmoreo di Desiderio da Settignano (circa 1460). Di fronte un pergamo bronzeo, opera incompiuta di Donatello e suoi collaboratori, un crocifisso in legno di sughero modellato da Antonio Pollaiolo.
Lungo la fiancata sinistra le opere più significative sono, la tela di Pietro Annigoni S. Giuseppe e il Bambino Gesù e, nella cappella Martelli, la pala Annunciazione di Flippo Lippi (circa 1450) ed il grande affresco Martirio di S. Lorenzo di Agnolo Bronzino (1565-1569). Di fronte alla cappella l’altro pergamo bronzeo di Donatello.
La decorazione della cupola fu eseguita a metà del XVIII° secolo. Notevoli le opere d’arte contenute nelle due cappelle del braccio sinistro del transetto, tra cui la più notevole è S. Antonio abate in trono con i SS. Lorenzo e Giuliano, della scuola di Domenico Ghirlandaio. Immediatamente a fianco la Sagrestia Vecchia.
Sagrestia Vecchia
Fu realizzata dal Brunelleschi negli anni 1421-1426 specificatamente per Giovanni di Bicci, lo storico capostipite della famiglia Medici. Il vano cubico è suddiviso in volumi minori accuratamente divisi e legati da rapporti proporzionali, in piena sintonia con i canoni stilistici cari al progettista. La decorazione è in gran parte dovuta a Donatello, anche se l’altare fu realizzato dal Buggiano e da Pagno di Lapo. Di Donatello sono anche le porte bronzee con rappresentazioni molto espressive. Sulla parete sinistra il monumento funebre a Piero e Giovanni Medici, opera del Verrocchio (1472).
Nei sotterranei della basilica, aperti solo in occasione di mostre, il sepolcro di Cosimo il Vecchio, ritenuto opera del Verrocchio, e la tomba di Donatello.
Chiostri e Biblioteca
Sono la parte più rilevante del convento, ampliato da Michelozzo. Il primo dei due fu progettato da Filippo Brunelleschi e contiene, tra le altre opere, il monumento a Paolo Giovio, eseguito da Francesco da Sangallo nel 1560. Il secondo chiostro ha caratteri decisamente più trecenteschi.
Da qui si sale alla Biblioteca Medicea Laurenziana, originalissima opera di Michelangelo, che associa l’unitarietà dello stile all’orignalità di alcune soluzioni. Fu commissionata da papa Clemente VII° e l’artista finalizzò il progetto nel 1524. Dopo dieci anni di direzione dei lavori all’artista succedettero prima Bartolomeo Ammannati e quindi Giorgio Vasari, fino al completamento, avvenuto a metà del XVI° secolo. Eccezionale il contenuto, trattandosi della più prestigiosa e preziosa raccolta di manoscritti di tutta l’Italia. Nacque per iniziativa di Cosimo il Vecchio Medici e fu ampliata da Lorenzo Il Magnifico. I manoscritti spaziano in un arco di tempo che inizia con il IV° secolo a.C. Tanto per citarne alcuni di assoluta rilevanza gli “Annali” di Tacito e le “Lettere” di Cicerone, la “Bibbia Amiatina” (VII°-VIII° secolo), una “Divina Commedia” di Dante Alighieri trascritta e annotata da Filippo Villani. Importantissima anche la raccolta di miniature nel periodo compreso tra l’XI° ed il XVI° secolo.
Cappelle Medicee e Cappella dei Principi
Nella parte absidale della basilica c’è l’accesso alle cosiddette Cappelle Medicee: la cripta, la Cappella dei Principi e la Sagrestia Nuova. Nella vasta cripta iniziale le sepolture dei Medici assurti al soglio ducale e granducale ed alcuni stretti congiunti, tra cui Giovanni delle Bande Nere. La Cappella dei Principi, commissionata da Cosimo I°, è sormontata da una grande cupola ad embrici che ricorda l’abside del Duomo. La decorazione, molto ricca, non fu mai completata per l’estinzione della casata. Nondimeno l’utilizzo di porfido e granito assieme ad altri materiali lapidei e semipreziosi è imponente. All’interno spiccano le arche dei granduchi Cosimo I° e Cosimo III°. In due piccoli vani ai lati dell’altare il cosiddetto “Tesoro di S. Lorenzo”, costituito da reliquiari già appartenuti a Lorenzo il Magnifico. (<vedi MUSEI)
Sagrestia Nuova
Dalla Cappella dei Principi si accede ditrettamente alla Sagrestia Nuova, creazione intensamente espressiva di Michelangelo e vero prototipo dell’architettura manieristica. L’opera fu commissionata nel 1520 all’artista direttamente dal papa Leone X° e dal cardinale Giulio (poi papa Clemente VII°), entrambi Medici. Il completamento fu curato da Giorgio Vasari prima, da Bartolomeo Ammannati successivamente. L’interno ricorda la Sagrestia Vecchia del Brunelleschi ma si ispira decisamente al Pantheon di Roma. A destra dell’ingresso le tombe di Lorenzo il Magnifico e del fratello Giuliano. Eccezionali le statue eseguite da Michelangelo: Madonna col Bambino, scolpita nel 1521, il monumento a Giuliano duca di Nemours corredato, nelle volute, dalle sculture Giorno e Notte ed il monumento a Lorenzo duca di Urbino, del 1533, corredato dalle figure Aurora e Crepuscolo. Notevoli anche le sculture S. Cosma e S.Damiano, opere rispettivamente di Giovanni Angelo Montorsoli e Raffaello da Montelupo, realizzate su istruzioni delle stesso Michelangelo. Il crocifisso bronzeo sull’altare è stato attribuito al Giambologna. Nel sotterraneo (visitabile su prenotazione) disegni murali, tra cui alcuni autografi, attribuiti in gran parte al sommo artista per la somiglianza con alcuni affreschi della Cappella Sistina a Roma.
Basilica della Santissima Annunziata
Zona: Area fiorentina
Tipo: basilica (XIV° secolo)
Indirizzo: piazza Santissima Annunziata
Tel.: +39 055 2661894
Sito: www.annunziata.xoom.it
Si erge, maestosa, sull’omonima piazza, considerata uno dei primi esempi di pianificazione urbanistica in Europa, ed è il santuario mariano di Firenze, casa-madre dell’Ordine dei Servi di Maria. Nel 1250 fu costruito un piccolo oratorio, successivamente ampliato a più riprese, raggiungendo le attuali dimensioni tra il 1444 ed il 1477. In questo periodo fu eretta l’ampia tribuna circolare, progettata da Michelozzo e completata da Leon Battista Alberti, mentre l’interno della cupola fu affrescata dal Volterrano alla fine del XVII° secolo. La basilica fu consacrata nel 1516. All’inizio del XVII° fu completato il portico della facciata, il cui portone centrale è sormontato dal mosaico Annunciazione di Davide Ghirlandaio.
Chiostrino dei Voti
Tramite uno qualunque dei portali si accede al Chiostrino dei Voti, interamente affrescato nei secoli XV° e XVI° da artisti che concludono il periodo rinascimentale ed iniziano quello del manierismo. Tra le opere più notevoli Assunzione del Rosso Fiorentino (1517), Visitazione di Jacopo Pontormo (1514-17), Sposalizio di Maria del Franciabigio (1513), Natività di Maria (1514) e Arrivo dei Magi (1511) entrambi di Andrea del Sarto, Storie di S. Filippo Benizzi cui lavorarono sia Cosimo Rosselli (1476) che Andrea del Sarto (1509-10). Il bassorilievo marmoreo Madonna col Bambino è di Michelozzo.
Basilica
L’interno della chiesa è fastosamente decorato con intagli dorati, medaglioni, stucchi. La tela Assunta sul soffitto è opera del Volterrano (seconda metà del XVII° secolo). Entrando, immediatamente a sinistra, due cappelle di assoluto rilievo. La prima, a forma di tempietto, è la Cappella dell’Annunziata, commissionata da Piero di Cosimo Medici. Sull’altare la venerata immagine Annunciazione, un affresco del XIV° secolo, oggetto di devozione da parte dei novelli sposi che vengono a deporre un omaggio floreale. La tradizione vuole che il pittore, tale frà Bartolomeo, non riuscisse a completare il dipinto. Una notte, risvegliatosi da un sonno nei pressi dell’opera incompiuta, si accorse con sommo stupore che il volto della Madonna era integralmente effigiato sul muro. Nell’altra cappella, più interna, un volto di Cristo dipinto da Andrea del Sarto attorno al 1514.
Le pareti e la grande tribuna circolare sono interamente coronate da cappelle, tutte contenenti opere pittoriche di artisti del XVII° secolo. Tre quelle di maggiore spicco sul lato destro: un crocifisso del 1483 di Antonio e Giuliano da Sangallo nella seconda cappella, monumento a Orlando de’ Medici di Bernardo Rossellino (1456) nella quinta, un crocifisso attribuito ad Andrea del Castagno in quella del braccio destro della crociera. Lungo la parete sinistra l’affresco di Andrea del Castagno S. Giuliano (1455-56) nella seconda cappella, l’affresco Trinità e S. Gerolamo (1454) di Andrea del Castagno nella terza, Assunzione della Vergine del Perugino (1506) nella quinta, la scultura in terracotta Battista di Michelozzo nella cappella del braccio sinistro della crociera. Anche nelle nove cappelle del coro notevoli dipinti di artisti del XVII° secolo. Tra i più rilevanti Madonna con Bambino e santi del Perugino nella terza da sinistra, Resurrezione di Agnolo Bronzino (metà XVI° secolo) nella quarta, il crocifisso ed i sei bassorilievi Misteri della Passione del Giambologna nella quinta.
Chiostro dei Morti ed altre cappelle
Da una porta del transetto si accede al Chiostro dei Morti, costruito all’epoca della ristrutturazione del Michelozzo. Sulle lunette c’è l’importante ciclo affrescato Storie dei Servi di Maria, opera collettiva di vari artisti. Spicca la Madonna del Sacco, eseguito da Andrea del Sarto nel 1525.
Nell’adiacente Cappella della Compagnia di S. Luca il crocifisso ligneo di Antonio da Sangallo, la terracotta robbiana S. Giovanni Evangelista, la sinopia Madonna con Bambino e santi attributa a Raffaellino del Garbo, S. Luca che dipinge la Madonna di Giorgio Vasari, Trinità di Agnolo Bronzino e Madonna con Bambino e santi di Jacopo Pontormo.
Ad altri due ambienti collegati alla basilica si accede dal portico della facciata. Nella Cappella della Madonna c’è un frammento dell’affresco Madonna con Bambino attribuito a Sandro Botticelli. Nell’Oratorio di S. Sebastiano, commissionato dalla famiglia Pucci nel 1452, affreschi, tele e statue.
Basilica di S. Trinita
Zona: Area fiorentina
Tipo: basilica (XI°-XVI° secolo)
Indirizzo: piazza di S. Trinita
Tel.: +39 055 216912
Fu costruita in stile romanico dai monaci vallombrosani nella seconda metà dell’XI° secolo. All’inizio di quello successivo fu ampliata ed adattata allo stile gotico. La facciata in pietra fu rifatta negli anni 1593-94 su progetto di Bernardo Buontalenti. La pianta della basilica è a croce egizia con interno in stile gotico con tre navate divise da pilastri. Notevoli alterazioni furono apportate nel XVII° secolo. Nella controfacciata sono visibili i resti della chiesa romanica. Notevoli le cappelle disposte lungo le pareti interne e in testa al transetto. Nella terza sul lato destro la tavola con fondo oro Madonna in trono con Bambino e santi di Neri di Bicci e l’affresco Madonna in trono con Bambino santi e il committente di Spinello Aretino (1390-95), nella quarta gli affreschi Storie della Vergine eseguiti da Lorenzo Monaco nel 1420-25. Nel transetto destro la cappella Sassetti contiene un ciclo di affreschi dedicato a S. Francesco d’Assisi eseguiti da Domenico Ghirlandaio nel 1483-86. Sull’altare Adorazione dei pastori eseguita dallo stesso artista nel 1485. Nella seconda cappella a sinistra del presbiterio la tomba marmorea del vescovo di Fiesole Benozzo Federighi, commissionata a Luca della Robbia nel 1454.
Lungo la parete sinistra la tavola Incoronazione di Maria e dodici santi di Bicci di Lorenzo nella terza cappella, l’affresco S. Giovanni Gualberto perdona l’uccisore di suo fratello di Lorenzo di Bicci e due opere di Neri di Bicci – l’affresco S. Giovanni in trono, santi e beati vallombrosani (1455) e la tavola Cacciata dei Progenitori – nella quarta, la scultura lignea Maddalena di Desiderio da Settignano nella quinta. La sagrestia (con accesso da via del Parione) fu originariamente costruita da Lorenzo Ghiberti quale cappella per la famiglia Strozzi. Contiene notevoli opere pittoriche e scultoree. Pure lungo via del Parione l’accesso all’ex monastero: il chiostro, costruito negli anni 1584-1593 su progetto di Bernardo Buontalenti, e l’ex refettorio (attualmente non accessibile).
Chiese principali
Interno della Chiesa di San Miniato al Monte
Numerose le altre importanti chiese della città. In quasi tutte si possono ammirare capolavori artistici, architettonici e pittorici.
Chiesa di Santa Maria Novella e Museo
Zona: Area fiorentina
Tipo: basilica domenicana (XIV° secolo)
Indirizzo: piazza Santa Maria Novella, 18
Tel.: +39 055 219257
Email: info@chiesasantamarianovella.it
Sito: www.chiesasantamarianovella.it
Orari: da lunedì a giovedì 9.00- 17.30, venerdì 11.00-17.30, sabato 9.00-17.00, domenica 13.00-17.00
Ingresso: intero €5,00, ridotto €3,50
Accessibilità ai disabili: sì
E’ una grande chiesa domenicana che conserva inestimabili opere d’arte, come gli affreschi di Masaccio, Paolo Uccello, Filippino Lippi e Domenico Ghirlandaio. La storia inizia nel 1219, quando dodici domenicani arrivarono a Firenze da Bologna e si stabilirono nella piccola chiesa di Santa Maria delle Vigne. Nel 1242 la comunità decise di iniziare i lavori per un nuovo e più ampio edificio. La costruzione fu completata a metà del XIV° secolo assieme all’adiacente convento. Su incarico della famiglia Rucellai, l’architetto Leon Battista Alberti disegnò il grande portale centrale e seguì il completamento superiore della facciata, in marmo bianco e verde scuro (serpentino), terminata nel 1470. La facciata marmorea di Santa Maria Novella è tra le opere più importanti del Rinascimento fiorentino. Nel XVI° secolo la chiesa fu ristrutturata su progetto di Giorgio Vasari. Un ulteriore rimaneggiamento avvenne tra il 1858 e il 1860.
Architettura
La chiesa fu la prima basilica dove vennero usati elementi dell’architettura gotica a Firenze, in particolare quelli tipici dell’architettura gotica cistercense. La pianta a croce latina è suddivisa in tre navate con sei ampie campate che si rimpiccioliscono verso l’altare, dando la sensazione di una lunghezza maggiore di quella reale. La copertura è affidata alle volte a crociera a costoloni con archi a sesto acuto, decorati da pitture parietali bicrome bianco-verdi, sostenute da pilastri polistili. L’altare centrale, in stile neogotico è del XIX° secolo. In fondo alla navata principale, è stato ricollocato dal 2001 il Crocifisso di Giotto (1290). Le vetrate furono eseguite tra il XIV° e il XV° secolo e tra esse spiccano due disegnate da Filippino Lippi, poste nella Cappella Strozzi. Il rosone che si apre sulla facciata, che raffigura l’Incoronazione della Vergine con schiere d’angeli danzanti e una cornice di Profeti, fu realizzato su cartone attribuito ad Andrea di Bonaiuto, tra il 1365 e il 1367. Nella controfacciata è interessante la lunetta del portale centrale, con una Natività, affresco staccato di Sandro Botticelli e un’Annunciazione su tela, di Santi di Tito.
Opere d’arte
Numerose e di altissimo profilo sono le opere d’arte all’interno della basilica tra le quali spicca la Trinità di Masaccio, opera sperimentale sull’uso della prospettiva, uno dei più importanti capolavori dell’arte rinascimentale. Il primo altare è decorato dalla pala con la Resurrezione di Lazzaro di Santi di Tito. Il secondo altare presenta la Samaritana al pozzo di Alessandro Allori (1575), accanto all’Annunciazione su tavola della cerchia di Bicci di Lorenzo. Sul quarto altare si trova la Resurrezione e quattro santi di Giorgio Vasari. All’angolo con il transetto c’è un’acquasantiera della scuola di Benvenuto Cellini. Vicino alla gradinata per la Cappella Rucellai si trova la lastra tombale di Corrado della Penna, vescovo di Fiesole morto nel 1312, opera della cerchia di Arnolfo di Cambio. Il Crocifisso centrale è un’opera del Giambologna. Il coro conserva un importantissimo ciclo di affreschi di Domenico Ghirlandaio, al quale probabilmente lavorò anche un giovanissimo Michelangelo Buonarroti. Le vetrate policrome furono eseguite nel 1492 da Alessandro Agolanti su disegno del Ghirlandaio.
Cappelle
La Cappella di Filippo Strozzi conserva uno straordinario ciclo di affreschi di Filippino Lippi, con Storie delle vite di San Filippo apostolo e San Giovanni evangelista (1502). La Cappella Bardi, dedicata a San Gregorio presenta resti di affreschi attribuiti a Duccio di Buoninsegna. La Madonna del Rosaio sull’altare è di Giorgio Vasari (1568). La Cappella Rucellai risale al XIV° secolo. Vi è conservata una statua marmorea di Madonna con bambino di Nino Pisano, della metà del XIV° secolo. La Cappella Gondi, disegnata da Giuliano da Sangallo (1503), conserva il Crocifisso di Filippo Brunelleschi. La Cappella Gaddi, di Giovanni Antonio Dosio (1575-1577), conserva dipinti e affreschi del Bronzino.
Sagrestia
In stile gotico e con volte a crociera, risale a 1380 ed era conosciuta come Cappella dell’Annunciazione. Gli armadi con sportelli nella parete di fondo furono disegnati da Bernardo Buontalenti. Gli avelli, nicchie ad arcosolio usate come arche sepolcrali, si trovano nella fascia inferiore della facciata; inoltre, in proseguimento, nel recinto del piccolo cimitero sulla destra, lungo la via che prese il nome di via degli Avelli. Nel terzo avello lungo la parete destra della chiesa, partendo dalla facciata, venne sepolto il celebre pittore Domenico Ghirlandaio. Non essendo interrati, gli avelli sprigionavano afrori, sgradevole e già nota caratteristica della strada: da qui il detto toscano “puzzare come un avello“.
Campanile, Chiostri, Farmacia e Museo
Il campanile fu eretto tra il 1332 e il 1333 da Jacopo Talenti. Lo stile è tipicamente romanico, con trifore a tutto sesto ed archetti pensili. Raggiunge un’altezza di oltre 68 metri. Annessi alla chiesa si trovano gli edifici del convento, con tre chiostri monumentali: Chiostro Verde, con affreschi di Paolo Uccello, Cappellone degli Spagnoli, interamente affrescato da Andrea Bonaiuti nel XIV° secolo e refettorio, anche questo affrescato. I tre ambienti oggi fanno parte del Museo di Santa Maria Novella. Il Chiostro dei Morti, ex cimitero costruito intorno al 1270 dai domenicani, è pure visitabile. Fa parte del complesso, anche l’antica Officina di Profumeria e Farmaceutica, detta Farmacia di Santa Maria Novella, alla quale si accede da via della Scala. È la più antica farmacia d’Europa, aperta ininterrottamente sin dal XVII° secolo.
Curiosità
Sulla facciata compaiono anche delle strumentazioni scientifiche aggiunte nel 1572-1574. A sinistra un’armilla equinoziale in bronzo, a destra un quadrante astronomico in marmo con gnomone, opere del domenicano fra Ignazio Danti da Perugia (1555-1586), astronomo e cartografo granducale. Grazie a queste strumentazioni, il frate riuscì a calcolare esattamente la discrepanza tra il vero anno solare ed il calendario giuliano, allora ancora in uso. Dimostrando, assieme ad una commissione di altri studiosi, le ricerche a papa Gregorio XIII° si ottenne il riallineamento dei giorni e la promulgazione del nuovo calendario.
Dal pulpito all’interno della chiesa fu scagliato il primo attacco contro le scoperte di Galileo Galilei.
Chiesa di S. Marco - Convento di S. Marco
Zona: Area fiorentina
Tipo: chiesa e convento (XV° secolo)
Indirizzo: Piazza San Marco
L’attuale chiesa e convento sorse nel luogo dove fin dal XII° secolo c’era un monastero vallombrosano. Nel 1418 i monaci furono costretti ad abbandonarlo e, nel 1435, fu affidato ai Domenicani osservanti. Nel 1437 Cosimo Medici il Vecchio, decise di avviare la ristrutturazione di tutto il complesso. I lavori furono affidati a Michelozzo, mentre della decorazione parietale si occupò, fra il 1439 e il 1444, il frate-pittore Beato Angelico insieme ai suoi collaboratori, tra i quali Benozzo Gozzoli.
La chiesa
La facciata di San Marco è in stile neoclassico, risale al 1777 e fu realizzata da fra’ Giovan Battista Paladini. L’interno, a navata unica, fu ancora ristrutturato a partire dalla fine del XVI° secolo e degli affreschi che ricoprivano le pareti interne è rimasto poco. Tracce più importanti sono visibili sulla controfacciata: una Crocifissione della scuola dell’Orcagna ed una Annunciazione. Sull’arco dell’altare maggiore un S. Zanobi scolpito dal Giambologna. Sull’altare maggiore un crocifisso dipinto dal Beato Angelico (circa 1425). Dal 1679 vennero realizzate la tribuna ed il soffitto intagliato su progetto di Pier Francesco Silvani. La tela al centro del soffitto con l’Assunzione della Vergine è di Giovanni Antonio Pucci (1725). Nella chiesa, inoltre, le lastre tombali degli umanisti Giovanni Pico della Mirandola e Agnolo Poliziano. La torre campanaria fu realizzata nel 1512 su disegno di Baccio d’Agnolo.
Gli altari e le cappelle laterali
Il primo altare di destra è decorato dalla pala di Santi di Tito raffigurante San Tommaso in preghiera davanti al crocifisso, del 1593. Nel secondo altare una Madonna e santi di Frà Bartolomeo (1509 circa). Il quarto altare presenta la tela di Matteo Rosselli con la Madonna del rosario e angeli che portano in cielo San Domenico (1640).
Le numerose cappelle, disegnate nel XVI° secolo dal Giambologna, sono ornate soprattutto da tavole dello stesso periodo. A sinistra del presbiterio è collocata la Cappella Serragli, la cui volta fu affrescata, tra gli altri, da Santi di Tino intorno al 1594. A questo artista si deve anche il disegno della tavola dell’altare Comunione degli Apostoli, completata però dal figlio Tiberio nel 1603. Ancora, lungo il lato sinistro della navata si accede alla Cappella Salviati, dove sono conservate le spoglie di Sant’Antonino Pierozzi, arcivescovo di Firenze dal 1446. Il sarcofago in marmo nero è decorato dalla statua bronzea del santo, opera del Giambologna con il contributo, per la fusione, di Domenico Portigiani. La cappella fu progettata alla fine del XVI° secolo dal Giambologna come ambiente a parte, dotato di un accesso privato dall’esterno e diversa dalla chiesa sia in pianta che in alzato. Venne iniziata dalla cripta, dove sono sepolti i membri della famiglia Salviati, presumibilmente nel 1580, come riporta un cartiglio sulla parete. I bassorilievi in bronzo sono del Giambologna e collaboratori e raffigurano Episodi della vita di Sant’Antonino (1581-1587). Nel vestibolo della cappella due grandi affreschi del Passignano decorano le pareti: la Traslazione e la Ricognizione del corpo di Sant’Antonino. Il prezioso parato di Sant’Antonino, qui collocato, fu realizzato su disegno di Alessandro Allori.
Il convento
All’epoca della ristrutturazione di Michelozzo era uno dei più grandi e moderni monasteri di tutta l’Italia. Tra il 1439 ed il 1444 l’architetto realizzò, con rigore stilistico e pari funzionalità, due chiostri, il capitolo, due refettori ed una foresteria, tutti al piano terra. Al piano superiore i corridoi con le celle per i monaci. Qui vissero personaggi famosi quali il Beato Angelico (frà Giovanni da Fiesole), il vicario generale Antonino Pierozzi (poi beatificato), l’energico riformatore Girolamo Savonarola, frà Bartolomeo (Baccio della Porta).
Al convento si accede tramite una porta ubicata a destra della chiesa, entrando direttamente nel Chiostro di S. Antonino, costruito da Michelozzo. Gli affreschi nelle lunette, tutti eseguiti da artisti tra la fine del XVI° secolo e l’inizio del successivo, rievocano la vita del beato. Tra tutti spicca S. Domenico inginocchiato di fronte a Gesù crocifisso del Beato Angelico. È conservata anche la campana “Piagnona”, che suonò nella notte in cui gli oppositori di Savonarola circondarono il convento per arrestarlo.
Nella vicina Sala dell’Ospizio e negli ambienti collegati sono stati collocati i dipinti del Beato Angelico. Da menzionare la pala Deposizione di Cristo del 1432 (iniziata però da Lorenzo Monaco su incarico della famiglia Strozzi), il trittico di S. Pietro Martire, la cosiddetta pala d’Annalena (ritenuta la prima pala di tutto il Rinascimento), il Giudizio Universale (1431 circa), la tavoletta Imposizione del nome al Battista, la pala di S. Marco ed il tabernacolo dei Linaiuoli. Il reliquiario Armadio degli Argenti fu pure ideato ed in parte realizzato dal frate-pittore. Altre opere dell’artista sono collocate negli ambienti collegati al chiostro: il grande affresco Crocifissione nella Sala del Capitolo, le tavole Crocifisso tra i SS. Niccolò e Francesco, SS. Benedetto e Giovanni Battista e Francesco d’Assisi e Onofrio e due lunette nella Sala del Lavabo. Qui si trova anche la lunetta affrescata da Paolo Uccello Madonna e il Bambino.
Nell’ex Refettorio più grande sono esposte opere di soggetto religioso comprese tra il XVI° ed il XVIII° secolo. Tra tutte quella di maggior pregio è, forse, una Crocifissione di Lorenzo Lippi. La Sala di frà Bartolomeo è interamente dedicata al religioso. Sono esposti un lunettone Giudizio Universale del 1499, la pala della Signoria (incompiuta), la tela su tavola Cristo portacroce e vari dipinti su tegola; tra questi i migliori sono una Maddalena, un Ecce Homo ed una S. Caterina.
Nella Sala di Alessio Baldovinetti domina lo stendardo processionale S. Antonino in adorazione del crocifisso all’interno di una rara cornice del XV° secolo. Inoltre una predellina di Benozzo Gozzoli e quella di Cosimo Rosselli, Madonna con Bambino e angeli. Nel passaggio che comunica con la Sala del Cenacolo c’è un Crocifisso di Baccio da Montelupo (1496). Quest’ultimo ambiente contiene l’affresco Ultima Cena, eseguito da Domenico Ghirlandaio attorno al 1480. Nell’ex Foresteria sono esposte le numerose pietre e lapidi tombali rimosse da altre aree del complesso di S. Marco.
Tramite due rampe di scale si accede al piano superiore dove si trovano le celle dei frati, tutte disposte attorno al Chiostro di S. Antonino. In ognuna c’è un dipinto murale devozionale concepito e portato a termine, tra il 1442 ed il 1445, da Beato Angelico assieme ad alcuni collaboratori, non tutti però di buone capacità. All’inizio del corridoio altre due opere del frate-pittore: Annunciazione (autografata) e Crocifisso con S. Domenico. La mano dell’artista è riconoscibile nelle prime dieci celle del lato sinistro, tra cui l’impareggiabile Annunciazione nella terza cella, la Trasfigurazione nella sesta e Incoronazione della Vergine nella nona. Tra la cella 25 e la 26 la Madonna delle Ombre, eseguita attorno al 1450. Nel secondo corridoio un ritratto del Savonarola e tre affreschi, tutti opera di frà Bartolomeo.Le altre celle furono affrescate da collaboratori del Beato Angelico. Sul lato sinistro del terzo corridoio la cella 31 fu, secondo la tradizione, quella abitata da S. Antonino. Sul lato sinistro le celle 38 e 39 erano riservate all’uso esclusivo di Cosimo il Vecchio. Sul lato destro del terzo corridoio una porta dà accesso alla Biblioteca, anch’essa progettata da Michelozzo. Vi sono esposti oltre un centinaio di codici miniati, alcuni dei quali realizzati da artisti di fama, tra cui lo stesso Beato Angelico e Domenico Ghirlandaio. Inoltre un messale miniato interamente dall’Angelico.
Il museo
A metà del XIX° secolo una parte del convento fu trasformato in museo, lasciando all’Ordine dei Domenicani la chiesa, parte dei locali annessi al chiostro di S. Domenico e la “Biblioteca della Spiritualità”.
Chiesa di Santa Maria del Carmine
Zona: Area fiorentina
Tipo: chiesa romanico-gotica (XV° secolo)
Indirizzo: piazza del Carmine
Tel.: +39 055 2382195
La chiesa
Domina l’omonima piazza, tutta lastricata in pietra. L’edificio originario, iniziato nel 1268, era in stile romanico-gotico ma il completamento avvenne nel 1476. Nei secoli XVI° e XVII° fu oggetto di alterazioni e venne gravemente danneggiato da un incendio del 1771. La ricostruzione fu completata quattro anni più tardi, conferendo all’interno un inequivocabile stile del XVIII° secolo. La chiesa è a navata unica con pianta a croce latina. Nella terza cappella a destra c’è una notevole Crocifissione di Giorgio Vasari (1560). Nella testata del transetto la Cappella Corsini è uno dei primi esempi dello stile barocco romano in Firenze. Sulla parete destra S. Andrea Corsini guida i fiorentini alla battaglia di Anghiari, capolavoro di G.B. Foggini eseguito nel 1685-87.
Le opere d’arte
Il vero gioiello della chiesa è la Cappella Brancacci, commissionata da una delle famiglie fiorentine all’epoca più in vista. L’affrescatura da parte dell’innovatore Masaccio e del più tradizionalista Masolino da Panicale inziò probabilmente nel 1424 e fu completata da Filippino Lippi, allievo di Sandro Botticelli, dopo il 1480. Il ciclo pittorico di Masaccio riassume la storia della salvezza del genere umano per merito di Cristo e della Chiesa. L’eccezionale artista dipinse La Cacciata dal Paradiso Terrestre (universalmente considerato il suo capolavoro), Il pagamento del tributo, Battesimo dei neofiti, La resurrezione del figlio di Teofilo e S. Pietro in cattedra (completato da F. Lippi), S. Pietro, seguito da Giovanni, risana gli infermi con la sua ombra, La distribuzione delle elemosine e la morte di Anania. Masolino da Panicale fu l’autore di Tentazione di Adamo ed Eva, Predica di S. Pietro, La guarigione dello storpio e la resurrezione di Tabita. Filippino Lippi completò l’affrescatura della cappella con tre opere esclusive: S. Pietro in carcere visitato da S. Paolo, La disputa di Simon Mago e la crocifissione di S. Pietro, L’angelo libera S. Pietro dal carcere.
Nella sagrestia della chiesa, in chiaro stile gotico, affreschi del XV° secolo, il polittico Madonna, Bambino e santi attribuito ad Andrea da Firenze e Martirio di S. Jacopo di Lorenzo Lippi (1641). Tramite una porta nella facciata si accede all’ampio chiostro. Nelle sale sono raccolte le lunette non danneggiate dall’incendio, affreschi staccati del XIV° secolo e dipinti di vari artisti dei secoli XV°, XVI° e XVII°.
Chiesa di Santo Spirito
Zona: Area fiorentina
Tipo: chiesa (XV° secolo)
Indirizzo: piazza Santo Spirito
Tel.: +39 055 210030
Sito: www.basilicasantospirito.it
La facciata ad intonaco nasconde una delle più pure architetture del Rinascimento. Fu interamente concepita da Filippo Brunelleschi (ultima opera prima della morte) che iniziò i lavori nel 1444. Venuto a mancare il progettista l’opera fu portata avanti da Antonio Manetti, Giovanni da Giole e Salvi d’Andrea che apportarono alcune varianti al progetto iniziale, concluso nel 1487. I lavori del campanile iniziarono nel 1490 e si conclusero nel 1503 sotto la direzione di Baccio d’Agnolo.
L’interno della chiesa, con pianta a croce latina, ricorda, anche se con maggiore complessità, la basilica di S. Lorenzo: cupola, proseguimento delle navate nei bracci più corti della croce, colonne monolitiche con capitelli corinzi. La facciata interna, al centro della quale c’è la grande vetrata rotonda Discesa dello Spirito Santo su disegno del Perugino, e la cupola sono opera di Salvi d’Andrea. Lungo il perimetro interno sono armonicamente disposte 38 piccole absidi semicircolari corrispondenti ad altrettante cappelle gentilizie. Nel braccio destro della crociera spicca una tavola di Filippino Lippi ed il sarcofago marmoreo dell’uomo politico Neri di Gino Capponi, attribuito a Bernardo Rossellino. In quelle disposte nell’abside principale le opere di maggior rilievo sono il polittico Madonna col Bambino e quattro santi di Maso di Banco e due di Alessandro Allori: Santi Martiri e L’adultera, entrambe del periodo 1574-1577.
Costeggiando le piccole absidi della navata sinistra le opere di maggior rilievo sono Madonna, S. Anna ed altri santi di Ridolfo e Michele del Ghirlandaio e Madonna in trono e santi della scuola di frà Bartolomeo. Nel braccio sinistro della crociera, che mostra un più marcato stile del XV° secolo, Madonna col bambino in trono di Raffaellino del Garbo. Quindi la notevole cappella Corbinelli, realizzata da Andrea Sansovino nel 1492. I paliotti lignei dipinti nel braccio sinistro del transetto e nell’abside della chiesa sono attribuiti a Neri di Bicci, Jacopo del Sellaio ed alla scuola di Bernardo di Stefano Rosselli. Lungo la parete sinistra la porta sotto l’organo dà accesso al vestibolo, realizzato dal Cronaca (soprannome di Simone del Pollaiolo), e quindi alla sacrestia, ambienti progettati da Giuliano da Sangallo. Quest’ultima è sormontata da una cupola progettata da Antonio Pollaiolo e Salvi d’Andrea. Vi è stato collocato un crocifisso attribuito a Michelangelo. Sull’altare il dipinto di Alessandro Allori S. Fiacre che guarisce i malati.
Dal vestibolo si accede pure al primo chiostro, al refettorio ed al secondo chiostro, quest’ultimo realizzato da Bartolomeo Ammannati nel 1564-69. Infine la cappella Corsini che contiene le tombe gotiche di due illustri rappresentanti della famiglia gentilizia: il beato Neri e Tommaso.
Chiesa Ognissanti
Zona: Area fiorentina
Tipo: chiesa (XIII° secolo)
Indirizzo: piazza Ognissanti
Domina l’omonima piazza, dirimpetto al fiume Arno. Faceva parte del complesso conventuale fondato nel 1251 dall’Ordine degli Umiliati e fu anche la chiesa della famiglia di Amerigo Vespucci. Tutta la struttura risente di interventi apportati per più di sei secoli. La facciata barocca è opera di Matteo Nigetti (1637). La terracotta invetriata Incoronazione di Maria e santi sulla lunetta del portale è stata attribuita sia a Giovanni della Robbia che a Benedetto Buglioni.
L’interno è costituito da un’unica ampia navata con transetto accentuato. Sugli altari in pietra serena significative opere d’arte di vari periodi. Lungo la parete destra al secondo altare tre affreschi staccati di Domenico Ghirlandaio, sul terzo la tavola Madonna e santi di Santi di Tito; sulla parete l’affresco staccato S. Agostino nello studio di Sandro Botticelli (circa 1480). La lastra funeraria del grande pittore è visibile in una cappella del braccio destro del transetto. Lungo la parete sinistra l’affresco Incoronazione della Vergine e Trinità attribuito a Ridolfo del Ghirlandaio e l’affresco staccato di Domenico Ghirlandaio S. Girolamo nello studio, eseguito nel 1480.
L’altare maggiore, concepito da Jacopo Ligozzi (1593-95), ha una ricca decorazione in pietre dure. In una cappella vicina viene conservato il saio indossato da S. Francesco quando ricevette le stimmate alla Verna. Nella sagrestia l’affresco Crocifissione di Taddeo Gaddi e relativa sinopia, una grande croce dipinta da un allievo di Giotto ed affreschi staccati risalenti alla seconda metà del XIV° secolo attribuiti ad Andrea da Firenze.
Nel chiostro porticato, con accesso indipendente, affreschi staccati di vari autori del XVI° e XVII° secolo. Nell’ex refettorio l’affresco Ultima Cena di Domenico Ghirlandaio e relativa sinopia. Quindi altre due sinopie: Deposizione di Domenico Ghirlandaio e Resurrezione attribuita ad Agnolo Gaddi. Lo snello campanile della chiesa risale ai secoli XII°-XIV°.
Badia Fiorentina (S. Maria Assunta della Badia Fiorentina)
Zona: Area fiorentina
Tipo: abbazia (X°-XIII°-XVII° secolo)
Indirizzo: via del Proconsolo / via Dante Alighieri
Tel.: +39 055 264402
La chiesa
Situata davanti al Museo Nazionale del Bargello, è la prima abbazia cittadina fondata nel 978 grazie alle sostanziosa donazione di Ugo, Marchese di Toscana (definito il “Gran Barone” dal poeta Dante Alighieri). Nel 1285 la chiesa subì un radicale rifacimento in stile gotico ad opera di Arnolfo di Cambio, che ne mutò l’orientamento. Ancora oggi sono chiaramente visibili su via del Proconsolo i profili delle finestre gotiche, ormai chiuse. La chiesa aveva tre navate ed il suo aspetto era molto colorato dall’utilizzo di materiale ceramico secondo le tracce rinvenute durante alcuni scavi. Il campanile (1310-30) cuspidato ed a base esagonale si staglia nettamente verso l’alto. Come curiosità, nel 1307 il campanile fu abbattuto per metà per punire i monaci riluttanti a pagare una tassa cittadina, ma fu comunque restaurato nel 1330. La sua altezza attuale è di circa 70 metri.
Nei secoli successivi, l’abbazia benedettina vide alternarsi periodi di decadenza a periodi di rinnovato splendore. Al XV° secolo risale il preziosissimo parato di seta rossa ed oro con il classico motivo a “S”. Quest’enorme quantità di tessuto prezioso è provvidenzialmente pervenuta e questo tessuto, il più antico del genere a Firenze, venne casualmente scoperto e riconosciuto durante un sopralluogo poche decine di anni fa. Le ristrutturazione dell’abbazia, principalmente quella di 1624 che mutò di nuovo l’orientamento dell’altare, fece diventare inutile il tessuto, che venne relegato in un armadio per circa tre secoli. Soppresso nel 1810, il monastero venne frazionato e manomesso per essere occupato da abitazioni, negozi, magazzini, uffici.
L’edificio attuale presenta una sovrapposizione di stili e strutture. L’aula principale è dominata da un soffitto ligneo intagliato, realizzato da Felice Gamberai entro il 1631, che nasconde le capriate gotiche. Il presbiterio, con un coro cinquecentesco di Francesco e Marco Del Tasso, contiene affreschi di Gian Domenico Ferretti (1734) e del quadraturista Pietro Anderlini. Subito a sinistra dopo l’ingresso, spicca la grande pala di Filippino Lippi Apparizione della Vergine a san Bernardo(1482-1486)
Le cappelle e i monumenti
La barocca Cappella di San Mauro, a destra, è stata completamente affrescata da Vincenzo Meucci (1717), mentre sull’altare è presente la tela di Onorio Marinari San Mauro risana gli storpi. Sopra la cappella si trova un grande organo in legno intagliato e dorato risalente al 1717. Le due cappelle a fianco dell’altare ospitano le tele della Pentecoste di Mirabello Cavalori (a destra) e della Salita al Calvario di Giovan Battista Naldini (1570 circa, a sinistra). Sulla parete sinistra, sopra il monumento a Ugo di Toscana, nella cantoria è conservata la pregevole tela dell’Assunta e due santi di Giorgio Vasari (1568).
Numerosi sono i monumenti sepolcrali, tra i quali i più importanti sono quelli quattrocenteschi: il Sepolcro di Giannozzo Pandolfini (morto nel 1456) della bottega di Bernardo Rossellino, la Tomba di Bernardo Giugni di Mino da Fiesole posta vicino all’ingresso, e sempre dello stesso Mino, la Tomba del Marchese Ugo di Toscana (1466-1481), sormontata dalla personificazione della Carità e posta sotto la cantoria del braccio sinistro. Di Mino da Fiesole è anche il dossale Neroni con la Madonna con Bambino fra i Santi Leonardo e Lorenzo.
Sulla cantoria del braccio destro del transetto, si trova l’organo a canne, costruito nel 1558 da Onofrio Zeffirini. Lo strumento è a trasmissione meccanica ed è racchiuso all’interno di una cassa lignea riccamente decorata.
Il chiostro degli Aranci
Nonostante le trasformazioni subite nei secoli, la Badia ha mantenuto integro complesso il suggestivo Chiostro degli Aranci realizzato tra il 1432 e il 1438 da Bernardo Rossellino. Al piano superiore del chiostro è presente un ciclo di affreschi sulla vita di San Benedetto dipinto dal 1436 al 1439 dal pittore portoghese Giovanni da Gonsalvo (Joâo Gonçalves). Una lunetta fu aggiunta in seguito dal giovane Agnolo Bronzino.
Secondo la tradizione, durante una funzione religiosa nella chiesa Dante Alighieri vide per la prima volta Beatrice Portinari, poi divenuta sua musa ispiratrice. In seguito Boccaccio proprio qui tenne le letture della Divina Commedia (XIV° secolo).
Chiesa di Orsanmichele
Zona: Area fiorentina
Tipo: chiesa (XIV° secolo)
Indirizzo: via dell’Arte della Lana
Tel.: +39 055 294883
È, pur avendo subito rilevanti trasformazioni strutturali e di utilizzo, una delle più interessanti architetture del XIV° secolo. Nel 1290 Arnolfo di Cambio aveva qui eretto una loggia per il mercato del grano, distrutta però da un incendio pochi anni dopo. Nel 1337 furono iniziati i lavori per una nuova loggia e, negli anni 1367-1380, le arcate furono chiuse e la struttura soprelevata di due piani. Alla fine del XV° secolo il piano terreno fu trasformato nella chiesa della Corporazione delle Arti con l’aggiunta delle splendide trifore gotiche finemente decorate.
Sulle pareti esterne furono collocate 14 statue dei santi protettori delle arti cittadine. Successivamente tali statue sono state sostituite da copie e gli originali esposti nell’adiacente Museo di Orsanmichele. Sulla facciata numerose formelle rotonde delle arti cittadine, alcune delle quali opera di Luca e Andrea Della Robbia.
All’interno della chiesa c’è l’imponente tabernacolo marmoreo della Madonna delle Grazie, realizzato tra il 1349 e il 1359 da Andrea Orcagna attorno al dipinto Vergine con Bambino e Angeli di Bernardo Daddi (1347). Sui pilastri, le pareti e gli spicchi delle volte, affreschi della fine XIV° secolo, alcuni dei quali attribuiti a Lorenzo di Bicci, Spinello Aretino e Mariotto di Nardo. Le vetrate sulle lunette delle trifore compongono il ciclo Storie e miracoli della Vergine e dell’immagine miracolosa della Madonna di Orsanmichele, realizzate in due epoche diverse: fine XIV° secolo (disegni preparati da artisti quali Angolo Gaddi, Niccolò Gerini e Giovanni del Biondo) e inizi del successivo (su disegni di Lorenzo Ghiberti).
Chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi
Zona: Area fiorentina
Tipo: chiesa (XV° secolo)
Indirizzo: Borgo Pinti 58
Tel.: +39 055 2302885
La storia
Nella chiesa, le cui origini risalgono al 1257, e negli edifici annessi si sono avvicendati vari ordini e istituzioni religiose. Il convento fu ristrutturato su progetto di Giuliano da Sangallo tra la fine del XV° secolo e l’inizio del successivo: in particolare l’architetto si occupò della costruzione della chiesa (assieme all’elegante portico antistante) e del chiostro. Molti valenti artisti dell’epoca contribuirono ad adornare la chiesa con proprie opere anche se, in seguito, queste furono disperse tra vari musei. La Crocifissione del Perugino nella sala capitolare del monastero non è fortunatamente stata rimossa ed è visitabile accedendo al Liceo Classico “Michelangelo” (via della Colonna, 9).
La chiesa fu dedicata a Maria Maddalena de’ Pazzi, una mistica carmelitana di antica famiglia fiorentina morta nel convento nel 1607. Poco dopo la canonizzazione fu costruita la Cappella Maggiore. Dopo la definitiva smobilitazione del convento, nella seconda metà del XIX° secolo la struttura fu addirittura tagliata in mezzo quando via della Colonna fu prolungata fino a piazza D’Azeglio. Nel corso di questo discutibile intervento sia il chiostro sia il vecchio refettorio furono drasticamente ridotti nelle dimensioni e gli edifici residui adattati a scuola.
La chiesa e le cappelle
Nonostante gli interventi e i diversi stili succedutisi nei secoli l’interno è armonico: un’aula unica con sei cappelle su ciascun lato. La navata risale al XV° secolo, il presbiterio a quello successivo. Nella fascia superiore della navata ci sono affreschi della vita della santa, dipinti da Cosimo Ulivelli e altri pittori fiorentini. Sul soffitto c’è il maestoso affresco Glorificazione della Santa, realizzato nel 1699 da Jacopo Chiavistelli con l’aiuto di Angiolo Gori. Delle molte e notevoli opere d’arte originariamente realizzate per la chiesa e il convento rimane solo la grande pala d’altare di Cosimo Rosselli Incoronazione della Vergine (1505), collocata nella seconda cappella di sinistra.
Costruita a partire dal 1677, la Cappella Maggiore è una sorta di mausoleo attorno alle reliquie di Maria Maddalena de’ Pazzi e uno dei migliori esempi del barocco a Firenze. Numerosi marmi policromi, bronzi, dorature, statue, affreschi e tele dipinte l’adornano. La cappella di Santa Maria del Giglio è ubicata subito a destra dell’ingresso principale della chiesa, incassata tra il muro perimetrale e quello del porticato. La piccola struttura risale all’epoca del chiostro. Fu affrescata da Bernardino Poccetti mentre la pala dell’altare Martirio dei Santi Nereo e Achilleo è opera di Domenico Passignano e Ottavio Vannini.
Chiesa di Santa Felicita
Zona: Area fiorentina
Tipo: chiesa (XIII° secolo)
Indirizzo: piazza S. Felicita
Tel.: +39 055 213018
Sito: www.santafelicitafirenze.it
Dedicata alla martire romana è la più antica chiesa di Firenze. Alcuni scavi hanno confermato che fu, inizialmente, una basilica paleocristiana (IV° secolo d.C.), probabilmente punto d’incontro di evangelizzatori siriani e greci. La chiesa attuale fu costruita in epoca romanica, modificata nel XIV° secolo e quindi successivamente trasformata varie volte nei secoli XVI° e XVII°. Fu utilizzata dalla dinastia Asburgo-Lorena come cappella di corte.
L’interno, a navata unica, è particolarmente luminoso. A destra i resti della Cappella Barbadori che la tradizione vuole essere stata progettata da Filippo Brunelleschi attorno al 1420. Certamente di Jacopo Pontormo sono i dipinti, eseguiti nel secondo decennio del XVI° secolo: la tavola d’altare Deposizione e l’affresco Annunciazione. Sull’altare del transetto sinistro Assunzione della Madonna, eseguita dal Volterrano nel 1677. Nella sagrestia altre notevoli opere pittoriche tra cui un polittico del 1355 di Taddeo Gaddi e S. Felicita e i figli di Neri di Bicci. La Sala Capitolare, ubicata nel chiostro, conserva affreschi del XVI° secolo di Niccolò di Pietro Gerini.
Chiesa di San Miniato al Monte
Zona: Area fiorentina
Tipo: chiesa romanica (XII° secolo)
Indirizzo: via Porte Sante / via del Monte alle Croci
Tel.: +39 055 2342731
Sito: www.sanminiatoalmonte.it
Domina la sommità del Monte alle Croci ed è, assieme al Battistero di S. Giovanni, il più importante edificio in puro stile romanico della città. È dedicata a Miniato che la tradizione vuole sia stato, nel 250 d.C., il primo martire cristiano della città. L’esistenza di una chiesa è documentata già nell’VIII° secolo, ma quella attuale fu iniziata nei primi anni del XII°. Probabilmente completata all’inizio di quello successivo, fu affidata all’Ordine Benedettino. Alla fine del XIV° secolo subentrò l’Ordine Olivetano.
La chiesa
La facciata contraddistingue inequivocabilmente lo stile romanico: marmo bianco e verde che si alternano, nella parte inferiore, nelle arcate e nelle lunette. La parte superiore della facciata, completata nel XII° secolo, è più elaborata ed include il mosaico Cristo benedicente. L’armonioso interno combina l’essenziale, tipico dello stile romanico, con rigorose proporzioni. La chiesa ha pianta basilicale a tre navate ed è disposta su tre livelli, caratteristica dello stile romanico più evoluto: presbiterio rialzato e cripta seminterrata. Parte dei capitelli delle colonne furono recuperati da edifici preesistenti, anche di epoca romana. Il pavimento in marmo intarsiato è ricco di motivi vegetali e zoomorfi. Lungo la parete della navata destra numerosi affreschi risalenti ai secoli XIII° e XIV°. Tra tutti l’unico attribuito con certezza è un Cristo dolente di Mariotto di Cristofano, cognato di Masaccio. Lungo la parete sinistra altri affreschi tra cui Crocifisso con sette santi e Madonna con Bambino e quattro santi, entrambi di Mariotto di Nardo (inizio XV° secolo).
Le cappelle
Lungo la parete sinistra, si apre la Cappella del cardinale del Portogallo, notevole complesso architettonico del Rinascimento. Fu progettata da Antonio di Manetto, un allievo del Brunelleschi. La decorazione della volta è tutta opera di Luca della Robbia, il monumento funebre di Antonio e Bernardo Rossellino. La Cappella del Crocifisso, in posizione centrale, fu progettata dall’architetto Michelozzo nel 1448 e contiene tavole dipinte da Agnolo Gaddi alla fine del XIV° secolo. La decorazione in maiolica della volta fu eseguita da Luca della Robbia.
Il presbiterio, la sagrestia, la cripta
Due rampe di scale consentono l’accesso al presbiterio rialzato, dove sono visibili altre opere pittoriche immediatamente successive al completamento dell’edificio. Notevoli le realizzazioni scultoree dell’altare maggiore, del recinto marmoreo e del pulpito. Sull’altare maggiore un Crocifisso in terracotta invetriata attribuito a Luca della Robbia. Sulla destra c’è un altare dominato dalla tavola vita di S. Miniato, eccellente lavoro di Jacopo del Casentino (all’incirca 1320).
Dal presbiterio si accede alla sagrestia, quadrata e con volta a crociera. Fu interamente affrescata da Spinello Aretino alla fine del XIV° secolo con il ciclo pittorico storie di S. Benedetto. Ancora nella sagrestia quattro statue in terracotta: S. Benedetto e S. Miniato attribuite a Benedetto Buglioni, busto-reliquiario di S. Miniato di fattura senese, Madonna attribuita a Mattia della Robbia.
La cripta è certamente la parte più antica della chiesa ed è sostenuta da colonne molto diverse, come pure i capitelli, anch’essi in parte recuperati da edifici preesistenti. A metà del XIV° secolo furono dorati da Taddeo Gaddi. La tradizione vuole che, nell’altare, siano contenute le spoglie di S. Miniato.
Il campanile
Fu ricostruito, su disegno di Baccio d’Agnolo, e completato nel 1535. Durante l’assedio della città da parte dell’esercito di Carlo V° di Spagna (1529-30), il campanile fu usato come punto di osservazione e, come tale, preso di mira dall’artiglieria imperiale. Michelangelo, responsabile della difesa di questa zona della città, ebbe l’idea di avvolgerlo con materassi per proteggerlo dai proiettili che, così, vi rimbalzavano senza arrecare danni. Inoltre il campanile era il punto preferito di un abile archibugiere fiorentino per colpire, con incredibile precisione, i soldati nemici.
La Certosa di Firenze
Zona: Area fiorentina
Tipo: complesso monastico (XIV° secolo)
Indirizzo: via della Certosa, 1 – località Galluzzo
Tel.: +39 055 2049226
Email: certosadifirenze@gmail.com
Sito: www.certosadifirenze.it
Visite guidate: 10.00, 11.00, 15.00, 16.00, anche 17.00 in orario estivo
Si erge, solitaria, su un colle ricco di cipressi e l’aspetto esterno ricorda più un fortilizio che un convento. Fu fondato nel 1342 per iniziativa di Niccolò Acciaiuoli, esponente di rilievo di una delle maggiori famiglie fiorentine dell’epoca. Successivamente fu notevolmente ampliato ed arricchito di opere d’arte. Alla fine degli anni ’50 del XX° secolo la struttura fu affidata all’Ordine dei Benedettini Cistercensi. E’ un insieme di vari edifici: due chiese, sala capitolare, refettorio, chiostri, alloggi per i monaci.
Il palazzo di Niccolò Acciaiuoli
Il primo edificio cui si accede è il palazzo di pietra che Niccolò Acciaiuoli fece costruire come propria residenza. Completato a metà del XVI° secolo, è attualmente destinato a convegni e vi è stata collocata la notevole Pinacoteca. Tra le opere di maggior interesse le cinque grandi lunette scene della Passione, originariamente nel chiostro più grande, affrescate da Jacopo Pontormo nel 1523-25. Inoltre, tra le opere più significative, Incoronazione della Madonna di Mariotto di Nardo (1405-10), Madonna col Bambino di Jacopo del Casentino, un crocifisso ligneo (metà XIV° secolo), l’affresco staccato Il discorso della montagna dell’Empoli (1582).
Le due chiese
Un vasto piazzale precede la chiesa di S. Lorenzo, iniziata nel XIV° secolo ma ristrutturata nel XVI°. All’interno vari dipinti del XVII° secolo. Nell’adicente chiesa dei Monaci (XIV° secolo) le opere di maggior rilievo sono dovute ai fratelli Francesco, Agnolo e Giovanni di Giuliano di Baccio d’Agnolo (1573-75). Tra le numerose cappelle la più significativa è quella voluta dallo stesso Niccolò Acciaiuoli. Nel presbiterio la vetrata fu disegnata da Niccolò di Pietro Gerini attorno al 1395. Nella Cappella di Tobia il monumento funebre di Niccolò Acciaiuoli è, forse, della scuola di Andrea Orcagna. Sul pavimento lastre tombali di altri componenti della famiglia. Quella del cardinale Angelo fu eseguita da Francesco da Sangallo verso il 1550. Nel cosiddetto “Colloquio” la terracotta invetriata Cristo portacroce di Gerolamo della Robbia (inizio XVI° secolo).
I chiostri
Nel Chiostrino dei Monaci c’è un lavabo in pietra serena di Benedetto da Maiano (fine XV° secolo). Sulla porta di accesso al Capitolo le due lunette Pietà con due angeli e S. Lorenzo, entrambe opere giovanili del Bronzino. Il Chiostro Grande è caratterizzato da un’imponente decorazione rinascimentale. Lungo il loggiato molti busti in terracotta invetriata di personaggi dell’Antico testamento, apostoli, santi, tutti realizzati dalla bottega di Giovanni della Robbia. Lungo tre lati del chiostro le celle dei monaci, ognuna con una lunetta affrescata. Dal piazzale della chiesa si accede anche alla Foresteria, risalente alla seconda metà del XVI° secolo.
Chiesa Russa Ortodossa della Natività
Zona: Area fiorentina
Tipo: chiesa ortodossa (XIX° secolo)
Indirizzo: viale Milton con via Leone X°
Risalente alla fine del XIX° secolo, ha una forma esotica, caratteristica delle esperienze architettoniche compiute in Russia durante la seconda metà dello stesso periodo. Più precisamente è derivata dall’intepretazione di elementi bizantini ed ortodossi. Ha un impianto a base quadrata con tiburio e cupole policrome slanciate. All’interno stucchi rilievi, icone, pitture e stravaganze ornamentali e cromatiche dovute a Giacomo Lolli.
Tempio Maggiore Israelitico
Zona: Area fiorentina
Tipo: sinagoga (XIX° secolo)
Indirizzo: via Luigi Carlo Farini, 6
Tel.: +39 055 2346654
Sito: www.firenzebraica.it
È stato costruito nella seconda metà del secolo XIX° su progetto degli architetti Mariano Falcini, Vincenzo Micheli e Marco Treves. L’aspetto complessivo, le grandi cupole verdi di ispirazione bizantino-moresca e il giardino esotico attorno rievocano un’atmosfera orientaleggiante. Nell’annesso Museo Ebraico di Firenze sono esposti arredi, oreficerie e codici antichi.