L’etimologia del nome dell’Abbazia di Farneta deriva dal termine “farnia”, la quercia gentile. Fu fondata dai Monaci Benedettini e, da sempre, è dedicata alla Madonna dell’Assunta. Forse di origine longobarda l’edificio è comunque attestato nel 1014. Nel XIII° secolo estendeva la sua influenza su gran parte della Valdichiana. Duecento anni più tardi, dopo la sventurata gestione da parte degli Abati Commendatari, subentrarono i Monaci Olivetani.
Dopo secoli di incuria la rinascita dell’Abbazia di Farneta iniziò con l’arrivo (1937) di un giovane sacerdote. Il religioso decise che l’edificio doveva essere assolutamente restaurato e, quasi miracolosamente, fu riportato all’originale stile romanico durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale.
Successivamente l’abbazia di fu dotata della sagrestia e arricchita con il piccolo museo contenente i materiali provenienti sia da scavi paleontologici sia dalle inumazioni riaffiorate durante gli stessi scavi.
La chiesa ha mantenuto la pianta pre romanica a tau (T), la croce latina senza la parte superiore, con le absidi rivolte a Oriente. Nel corso dei secoli l’abbazia fu oggetto di molte mutilazioni e trasformazioni. Ai primi del XIX° secolo fu demolito il campanile, poi sostituito da uno a vela con due campane.
Attualmente la chiesa consiste di una sola navata con transetto sporgente corredato da cinque absidi, soluzione architettonica piuttosto insolita. Inconsueta la presenza, all’interno del presbiterio, di nicchie attorno alle absidi, quasi a formare un trifoglio. Di notevole pregio le vetrate, tutte istoriate.
Particolarmente suggestiva è la cripta, usata come sepolcro collettivo dopo la dismissione del monastero e poi riscoperta e restaurata. La cella centrale è a forma di quadrifoglio, mentre quelle laterali sono a forma di trifoglio. Le volte a crociera, senza sottarchi, sono sostenute da colonne di epoca romana, una delle quali in granito rosa proveniente da Assuan (Egitto). Alle pareti sono state collocate anche alcune lapidi millenarie, come una stele funeraria di epoca romana e quella dell’abate Ado (all’incirca dell’anno 1100).
Museo Paleontologico
In un edificio accanto all’abbazia è stato allestito il museo denominato “Centro di Interpretazione delle Raccolte Don Sante Felici”: contiene reperti paleontologici provenienti dalla zona pianeggiante del territorio comunale.
In particolare, numerosi fossili risalenti al Pleistocene (circa un milione di anni fa) che ben documentano la fauna e la flora della Valdichiana in quella remota epoca. Tra i fossili più rappresentativi quello di un Mammuthus, un elefante primigenio di grandi dimensioni, resti di ippopotamo, rinoceronte, cervo, iena ed equidi, tutti mammiferi che vivevano nella zona durante il periodo quaternario. L’esposizione, visitabile solo su prenotazione, è arricchita da pannelli illustrativi.
Zona: Valdichiana Aretina
Comune: Cortona (AR)
Tipo: abbazia (IX°-X° secolo)
Indirizzo: località Farneta
Tel.: +39 0575 610010 / +39 0575 610195
Sito: www.abbaziafarneta.it
Apertura: nei giorni festivi e durante le funzioni religiose; altrimenti su richiesta