Il parco costitui un’operazione di recupero e di valorizzazione ambientale delle aree degradate dall’estrazione del ferro, per mezzo di musei mineralogici, dell’archeologia e dell’arte mineraria. Le miniere a cielo aperto di Rio Marina e Rio Albano sono visitabile con l’accompagnamento di guide. Inoltre, su un trenino si percorrono le strade dei minatori e si raggiunge Valle Giove, un cantiere perfettamente conservato, e poi Falcacci, caratterizzato da cristalizzazioni di pirite. Si può anche percorrere la via sotterranea della Galleria del Ginevro a Capoliveri.
Le miniere presente nel territorio sono numerose, parte delle quali visitabili o in fase di recupero. Tra le principali:
Miniera di Rioalbano e laghetto delle Conche: era già in funzione in epoca etrusca e poi romana. Caratteristica insolita il fatto che il minerale estratto era lavorato direttamente in loco. L’attività è proseguita fino al 1968, quando il filone si è esaurito. Una curiosità è il piccolo lago sul fondo dello scavo, caratterizzato da un forte colore rosso dovuto agli ossidi di ferro.
Miniera di Rio Marina: si estende dall’abitato fino alle pendici del Monte Giove: vi si ricavavano ematite e pirite in abbondanza.
Miniera di Ortano: si trova sulle pendici del Monte Fico, a nord di Ortano. La pirite estratta veniva utilizzata per produrre acido solforico. In questa miniera sono stati rinvenuti cristalli di hedembergite e ilvaite di dimensioni eccezionali.
Miniere di Terra Nera e Capo Bianco: dalla prima si estraeva pirite, ematite e magnetite. Dalla miniera di Capo Bianco, così denominata per il colore delle rocce, si ricavava soprattutto limonite.