Il campanile del Palazzo Comunale è denominato “Torre del Mangia”, nome legato al vizio della gola del primo custode, Giovanni di Balduccio. Questi era noto perché indulgeva nei piaceri del cibo e sperperava a tavola i propri guadagni, al punto tale da meritarsi l’appellativo “mangiaguadagni”. Fu costruita tra il 1325 e il 1348 e, con i suoi 102 metri, risulta essere una delle più alte tra le antiche torri italiane. I quattro angoli sono perfettamente orientati in direzione dei punti cardinali. All’interno c’è una scala che permette di salire fino alla loggetta in cui è collocata la campana: 106 gradini fino al terrazzino con vista sulla piazza, altri 226 per arrivare fino alla cella campanaria.
La campana, di grandi dimensioni e del peso di 6.764 chili, fu forgiata nel 1344 dal maestro Ricciardo di Tingo. Rimase in attività fino al 1633, anno in cui fu rifusa e ricollocata. Nel 1831 la campana fu gravemente danneggiata e ne fu vietato l’uso fino a nuova riparazione o fusione. Poiché i preventivi risultavano troppo onerosi, fu deciso un intervento di minore entità ed i due tecnici incaricati limarono la fessurazione nel bronzo. Tale accorgimento non fu però sufficiente a coprire il profondo taglio che ancora è visibile sul bordo inferiore della campana. Questo difetto strutturale conferisce una sonorità grave e roca, tanto originale quando suonata a mano, evento limitato ai soli giorni del Palio.
Nella torre, nel 1360, fu installato un grande orologio ad opera di Bartolomeo Guidi. Nel 1692 fu completamente ristrutturato con l’esecuzione di dipinti attorno al quadrante. Gli ultimi lavori di completo rifacimento, ad opera del senese Giovan Lorenzo Barbetti, risalgono al 1804. Dalla fine del XIX° secolo l’orologio è privo sia dei dipinti che della soprastante tettoia di protezione.
Parafulmine
Per la sua notevole altezza, per la massa metallica costituita dalla campana e per la grande quantità di ferro dei sostegni della stessa, la Torre del Mangia ha sempre attirato una grande quantità di fulmini. Fino alla seconda metà del XVIII° secolo, la fortissima scarica elettrica penetrava all’interno della torre, poi attraversava un lungo filo metallico dell’orologio e veniva scaricata nelle vicinanze. Questo sistema però provocava spesso danni all’orologio, alle stanze od alle strutture murarie del Palazzo Comunale. Per tale ragione nel 1776 venne installato, sotto la direzione di Domenico Bartaloni, docente di fisica dell’Università di Siena, un conduttore in grado di evitare (o almeno ridurre al massimo) i danni. Il Bartaloni acquisì la tecnologia del parafulmine, messo a punto dallo scienziato Benjamin Franklin e brevettato venti anni prima a Philadelphia.
Una catena metallica fu affiancata al filo di ferro del martello che batteva la campana ad ogni ora, in modo che anche questa raggiungesse l’orologio. Qui fu collocata una spranga di ferro per deviare la scarica elettrica e convogliarla in un condotto sotterraneo. Solo nel 1996 si è provveduto ad installare un moderno parafulmine ed un rinnovato sistema di sicurezza, seguendo comunque il tracciato di quello del XVIII° secolo.