la prima strada italiana carrozzabile logisticamente gestita

Provincia di Lucca: San Pellegrino in Alto, Castiglione di Garfagnana, Pieve Fosciana, Vagli Sotto (LU)

Provincia di Massa Carrara: Massa (MS)

La via Vandelli è un’antica strada commerciale e militare del Ducato di Modena. La strada fu ordinata dal Duca Francesco III d’Este per collegare le città di Modena e Massa. Nel 1741 il Duca concluse il matrimonio del figlio Ercole con Maria Teresa Cybo-Malaspina, erede del Ducato di Massa e Carrara, e così Modena, che per necessità commerciali ed strategiche, acquistò l’ambìto sbocco al mare. L’abate ingegnere, geografo e matematico Domenico Vandelli fu incaricato di concepire e disegnare un nuovo tracciato stradale che fosse all’avanguardia dei tempi. La via Vandelli fu quindi così denominata proprio in onore del suo ideatore e costruttore. Infatti la strada rappresenta una sfida tecnica notevole per il suo tempo. Percorre un ambiente montano ripido ed impervio attraverso l’Appennino e poi attraverso le Alpi Apuane, sulle pendici del Monte Tambura ove la strada raggiunge la sua quota maggiore a 1634 metri s.l.m. La costruzione ebbe inizio nel 1738 e finì nel 1751 con 210km di estensione. Vandelli introdusse le linee di livello di quota costante che permise la stesura di mappe più realistiche e ricche di informazioni. Al progettista vennero posti determinate condizioni: la strada doveva richiedere una manutenzione minimale e poter permettere il passaggio di carriaggi pesanti, che trasportavano marmo di estrazione locale. Il tracciato non doveva attraversare lo Stato Pontificio, né la Repubblica di Lucca, né il Granducato di Toscana. Lungo la strada vennero costruite stazioni di manutenzione e stazioni di sosta per il cambio e l’abbeveraggio dei cavalli, ostelli, piazzole per lo scarico ed il carico delle merci, guardine per i militi addetti al al pagamento dei pedaggi, ecc. In verità è stata la prima strada italiana carrozzabile logisticamente gestita. La strada aveva numerose diramazioni che servivano per collegare piccole località, fabbriche, cave di pietra e di marmo e miniere di ferro. Con il passare del tempo seguirono i briganti che divennero una minaccia per i mercanti e i viandanti che la percorrevano. Per i reati di brigantaggio, da sempre presenti in quelle zone, era prevista la pena di morte e nel tratto montano di Resceto sono ancora visibili, lungo alcuni tratti della massicciata stradale, i fori dei pali a cui venivano giustiziati i malfattori.

L’immagine del brigante avvolto nel tabarro nero con cappello dalle ampie tese con in mano una lanterna è rimasto nel leggendario locale e permea la tradizione orale con storie di fantasmi. Invero una tragedia permea la storia della strada modenese, quella della Fossa dei Morti: un gruppo di mercanti diretti a Massa per acquistare il sale si trovò sotto una bufera di neve e si rifugiò in un avvallamento che diventò però la loro tomba probabilmente per una slavina. Da allora la leggenda narra che quando nevica si odono ancora i lamenti dei morti e lo scalpitare dei muli e dei cavalli.

Con l’annessione del Ducato di Modena e Reggio al nascente stato italiano nel 1859, la strada perse importanza. La strada ducale venne quindi sostituita dall’attuale e più moderna strada denominata via Giardini. La strada si presenta in molti tratti ancora oggi perfettamente agibile grazie alla tecnica di costruzione impiegata. I tratti più spiccatamente montani sono praticamente inalterati. Il sentiero C.A.I. n° 35 percorre in buona parte la via Vandelli e permette oggi rivalutazione di questo panoramico percorso consentendo di nuovo il transito montano per chi che pratica il trekking, la mountain bike, le gite a cavallo ed anche in alcuni tratti l’escursione con i fuoristrada. Ci sono cartine, corredate da informazioni storiche e paesaggistiche per chi vuole ripercorre questa via storica.

Percorso

Tracciato in Provincia di Modena

La via Vandelli parte da Modena biforcandosi raggiunge Maranello e Sassuolo e i due rami salgono in Appennino verso Serramazzoni nei pressi delle cascate del Bucamante e il castello di Monfestino. Ricongiungendosi per raggiungere Montebonello quindi Pavullo. Raggiunge il castello di Montecuccolo, supera il borgo medievale di Monzone, le selve di Brandola, il ponte del Diavolo a Montecenere e dopo un lungo tratto, ancora ben conservato, arriva a La Santona. Si sale poi verso il passo delle Radici tra le valli del Dragone e dello Scoltena, supera edifici storici come La Fabbrica, le tipiche capanne celtiche, emergenze naturali come il Sasso Tignoso e sale fino allo spartiacque tra Emilia e Toscana a S.Pellegrino in Alpe.

Tracciato in Toscana

Superando il crinale a San Pellegrino in Alpe, la via procede vicino al dorso del Monte Verrucchiella, una delle varie prominenze del lungo contrafforte che scende verso la valle del Serchio. Le mappe antiche rivelano che qui la via Vandelli propone addirittura due percorsi, l’uno alternativo all’altro, detti la Calda e la Fredda, da impegnare rispettivamente durante l’inverno e durante l’estate lasciando in mezzo la vetta della Verrucchiella. Un singolare e funzionale modo di intendere i cammini a seconda della loro esposizione ai venti, al gelo, alle nevi. Nel seguito la strada attraversa la Garfagnana. Da San Pellegrino in Alpe (1525 m s.l.m.) a Castiglione di Garfagnana, Pieve Fosciana quindi, dopo aver attraversato il fiume Serchio, risale la valle dell’Edron, fino a Vagli Sotto, la località Arnetola e il passo della Tambura. Da qui (1.620 m s.l.m.) la strada scende in provincia di Massa-Carrara fino ad arrivare a Resceto, a Massa e giungere sino al Mare Tirreno.