Scegli cosa vedere e fare a Montaione
Molti castelli, la “Gerusalemme Toscana” e ampi parchi verdi
Protetto per secoli da robuste mura medievali, Montaione ha mantenuto l’assetto urbanistico originario e le sue tradizioni. Il territorio è da sempre legato alla religiosità. Alla cittadina è infatti collegata la figura di San Vivaldo, che portò alla realizzazione della “Gerusalemme Toscana”, percorso che riproduce in maniera fedele i luoghi di Cristo. Dopo i tentativi di industrializzazione, a partire dalla seconda metà degli anni ‘90 ha preso nuovamente vigore la produzione agricola di qualità e biologica.
Infatti, il settore primario è attivo principalmente nella coltivazioni della vite e dell’olivo, con produzione di vino (principalmente Chianti e Chianti Superiore DOCG) e di olio extra vergine d’oliva. Si coltiva inoltre lo zafferano e viene prodotto miele. Vecchi casolari di campagna e case coloniche sono state ristrutturate e trasformate in accoglienti strutture ricettive stagionali, tantoché la cittadina è stata denominata “paesino del turismo verde“.
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ZONA; Valdarno Inferiore
TIPO; cittadina di campagna
COORDINATE; 43°33′12″N 10°54′42″E
ALTITUDINE; 342 metri s.l.m.
PRODOTTI; olio d’oliva, vino, vinsanto, onice
SPORT;trekking escursionistico, equitazione, ciclismo, golf
CONFINI; Castelfiorentino (FI), Gambassi Terme (FI), Palaia (PI), Peccioli (PI), San Miniato (PI), Volterra (PI)
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Informazioni Turistiche
Comune di Montaione
piazza del Municipio, 1 – 50050 Montaione (FI)
tel. +39 0571 6991
www.comune.montaione.fi.it
Ufficio Informazioni
via Cresci – 50050 Montaione (FI)
tel. +39 0571 699255
turismo@comune.montaione.fi.it
COSA VEDERE
Fortificazioni
Uno degli imponenti torrioni di Castelfalfi
Castello di Tonda
Zona: Val d’Elsa
Tipo: borgo-castello (XIII° secolo)
Indirizzo: località
Risalente al XIII° secolo, fu di proprietà della famiglia Della Gherardesca. Nel 1370 fu concesso a Firenze e vi ebbe sede la podesteria di Motaione. Il castello è a forma di borgo e, nel corso di consistenti restauri, è stato trasformato in una struttura turistica.
Castello di Sughera
Zona: Val d’Elsa
Tipo: borgo-castello (XII° secolo)
Indirizzo: località La Sughera
Il castello è menzionato la prima volta nel 1186, in occasione della donazione da parte dell’imperatore Arrigo VI° al vescovo di Volterra Ildebrando Pannocchieschi. All’interno del castello si sviluppò il nucleo abitato a forma di borgo. Attualmente conserva una stretta strada principale e angusti vicoli, il pozzo ed i resti di una vecchia cappella. È tuttora abitato.
Castello di Camporena
Zona: Val d’Elsa
Tipo: castello (XI° secolo) – ruderi
Indirizzo: località Camporena
Risalente all’XI° secolo, fu ristrutturato nel 1122 ma poi distrutto dalle milizie di Firenze nel 1329. I resti del castello sono visibili nel bosco sulla collina che domina la valle del Roglio: una cantina, le fondamenta di un muraglione e le basi di due torrioni. Una leggenda racconta che un passaggio sotterraneo segreto collegherebbe Camporena al castello di Vignale.
Castello di Vignale
Zona: Val d’Elsa
Tipo: castello (XII° secolo) – ruderi
Indirizzo: località Vignale
Attestato già nel 1138, si trovava proprio sul confine tra Firenze e San Miniato prima, tra Firenze e Pisa successivamente. Nel 1338 vi fu firmato l’accordo di concordia tra Firenze e Volterra. Abbandonato nel corso del XX° secolo si sono conservati i resti di un mulino, dei bastioni e, più in alto, della chiesa e della canonica. Secondo una leggenda, un passaggio sotterraneo segreto collegherebbe il castello con quello di Camporena. Inoltre, a Vignale, sarebbe stato nascosto un grande tesoro.
Chiese
La Gerusalemme di San Vivaldo
Chiesa e Convento di San Vivaldo
Zona: Val d’Elsa
Tipo: convento e chiesa (XIII° secolo)
Indirizzo: via San Vivaldo, località Camporena, 50050 Montaione (FI)
Tel.: +39 0571 699255
La chiesa risale al XIII° secolo. All’inizio del successivo qui visse e morì il beato Vivaldo da San Gimignano. La tradizione vuole che il corpo fu rinvenuto nel tronco di un gigantesco castagno, dove l’eremita abitualmente dimorava. Ben presto l’albero scomparve per la bramosia degli innumerevoli devoti di impossessarsi di reliquie. Il primo oratorio dedicato a San Vivaldo sarebbe stato costruito proprio sopra le radici dell’albero. L’edificio fu ampliato nel 1416, ricostruito nel 1426 e affidato ai Frati Minori di San Francesco. Nel 1722 il convento fu adibito a “ritiro per castigo dei sacerdoti” da Papa Innocenzo XIII° e dal granduca Cosimo III° Medici. Nel 1808 fu soppresso, ma nel 1887 ritornarono i frati francescani.
All’interno della chiesa, un grande crocifisso ligneo, opera di ignoto databile al XVI° secolo, è collocato sull’altare maggiore. Altre opere di pregio sono: una terracotta invetriata, attribuita a Giovanni della Robbia, una Natività con due santi, un dipinto raffigurante la Vergine in Gloria tra i santi Giovanni Battista, Girolamo, Francesco e Vivaldo, attribuito a Raffaellino del Garbo e databile al 1516. Nella chiesa sono pure conservate alcune reliquie di San Vivaldo.
Gerusalemme di San Vivaldo (Gerusalemme Toscana)
Zona: Val d’Elsa
Tipo: parco con cappelle votive
Indirizzo: via San Vivaldo, località Camporena, 50050 Montaione (FI)
Tel.: +39 0571 699255
Email: turismo@comune.montaione.fi.it
Sito: www.comune.montaione.fi.it
Orari: diversificati a seconda della stagione; consultare il sito
Ingresso: gratuito
Servizi: visite guidate minimo 10 persone (su prenotazione anche notturne), ristoranti
È un insieme di piccole cappelle, ubicate all’interno di un bosco, che costituiscono un percorso mistico-religioso. All’interno di ogni cappella ci sono opere in terracotta oppure affreschi del XVI° secolo. Tra il 1500 ed il 1515, Fra’ Tommaso, un monaco francescano, coordinò la realizzazione di un “Sacro Monte” nella Selva di Camporena, offerta da Montaione all’Ordine Francescano nel 1487. Erano piccole cappelle destinate a commemorare le varie tappe della vita, passione e morte di Cristo.
In origine le cappelle dovevano essere 34. In realtà ne furono costruite la metà, ma tutte ornate da gruppi plastici in terracotta, modellati da vari artisti, collegati alle botteghe di Giovanni della Robbia e Benedetto Buglioni, e affreschi. Le cappelle, sparse nel bosco, furono distribuite secondo un ordine iconografico e topografico preciso, riferito ai luoghi sacri di Gerusalemme e della Palestina. Il percorso iniziava dove, idealmente, si trovava il Monte Sion e seguiva un itinerario preciso: il Cenacolo, la Casa di Erode, la cappella delle Pie Donne, la Casa della Veronica, il Calvario, la Cappella dell’Incredulità di San Tommaso, la Casa di Anna, la Fuga in Egitto, la Casa di Pilato; quindi le cappelle noli me tangere, le cappelle del carcere di Cristo, la Cappella di San Giacomo, la Valle di Giosafat, il Monte degli Ulivi e la Cappella dell’Ascensione. Tutte erano luoghi sacri ed i pellegrini che si fossero recati a rendere omaggio a San Vivaldo avrebbero ricevuto indulgenze.
Nella Selva di Camporena fu anche costruita una chiesa dedicata a Santa Maria Assunta e San Francesco. La costruzione è preceduta da un loggiato sotto il quale c’è il gruppo in terracotta dipinta Sant’Antonio abate, San Rocco e San Lino. All’interno della chiesa, sopra l’altare maggiore, c’è il Presepe, ceramica invetriata attribuita a Benedetto Buglioni (1459). A una parete c’è la pala Vergine, S. Gerolamo, S.G. Battista, S. Francesco e S. Vivaldo di Raffaellino del Garbo. In un’urna quattrocentesca sono conservate le spoglie mortali e le reliquie di San Vivaldo.
Al lato della chiesa c’è il chiostro, i cui archi sono stati però murati. Da qui si accede al refettorio. Dalla trasformazione di un fienile è stato ricavato il Museo del Sacro Monte, una mostra permanente con pannelli esplicativi sul “percorso delle cappelle”.
Monumenti e luoghi da visitare a Montaione
Horse Association – Villa Filicaja
Villa Filicaja e Italian Horse Protection Association
Zona: Val d’Elsa
Tipo: dimora storica (XV° secolo)
Indirizzo: Villa Filicaja
Il castello risale al XII° secolo, ma nel 1297 fu distrutto e abbandonato. Successivamente fu ricostruito nello stesso luogo dalla famiglia Figlinesi. Nel 1452 ser Giovanni di Simone da Filicaja acquistò il castello – denominato Figline – che, da quel momento, prese il nome del nuovo proprietario. Il fortilizio servì da base a quelle milizie fiorentine che, guidate da Antonio da Filicaja, Averardo Salviati e Niccolò Capponi, entrarono vittoriose in Pisa nel 1509. Durante i secoli successivi il minuscolo borgo-castello fu ristrutturato più volte fino ad assumere l’aspetto attuale.
Caratteristica è la Villa Filicaja: la facciata medievale è rivolta verso est, mentre la seconda facciata, in stile tardo cinquecentesco (ma costruita nel 1906), è rivolta verso nord. La villa, dichiarata di interesse storico nazionale, è stata oggetto di grandi rifacimenti interni tra il 1900 ed il 1908. L’idea del proprietario del tempo – il Conte Andrea da Filicaja Dotti – era di riprodurre interni seicenteschi. Così costruì grandi volte a vela dove c’erano soffitti a cassettoni e cambiò la disposizione delle stanze secondo una logica tipica del XVII° secolo, cancellando l’impianto medioevale. Il borgo-castello fu anche dimora del poeta Vincenzo da Filicaja.
A Filicaja c’è la sede della Italian Horse Protection Association, associazione animalista per il recupero di equidi maltrattati, unica esperienza di questo genere in Italia.
Parchi e Riserve naturali
Parco Benestare
Zona: Valdelsa
Tipo: parco naturalistico
Ingresso: gratuito
Orari: sempre aperto
Si estende nel territorio dei comuni di Gambassi Terme e di Montaione. All’interno ci sono alcuni itinerari che consentono di entrare in contatto con attrattive paesaggistiche: stratificazioni geominerarie, formazioni geologiche particolari, miniere dismesse, e, soprattutto, una serie di affioramenti di acqua e di vecchie fonti. Oltre ai numerosi itinerari di trekking, sono stati realizzati due diversi percorsi ad anello che iniziano a San Vivaldo (nel comune di Montaione – percorso rosso) e allo stabilimento termale di Gambassi Terme (percorso viola).
I due percorsi permettono visite al complesso di San Vivaldo e alla pieve romanica di Santa Maria a Chianni. Trekking ed escursioni a cavallo o in mountain bike sono solo alcune delle numerose possibilità di visita.
Riserva naturale dell'Alta Valle del Torrente Carfalo
Zona: Val d’Elsa
Tipo: area naturale protetta ANPIL
L’ alta valle del torrente Carfalo si estende in un territorio a spiccata connotazione ambientale tra le località di San Vivaldo, La Sughera e Castelfalfi. In un ambiente in prevalenza forestale, si conservano habitat naturali, specie vegetali e animali considerati d’interesse prioritario dalla Comunità Europea: c’è un grado di diversità biologica raramente riscontrabile altrove. Degni di menzione sono gli esemplari di tasso (Taxus baccata L.) presenti, alcuni di notevole vetustà; tra questi merita di essere citato uno monumentale di 70 centimetri di diametro che, forse, è il tasso spontaneo più grande e più vecchio per lo meno della Toscana. Il territorio della riserva si estende sui due versanti dell’alta valle del torrente Carfalo per una lunghezza idrografica di quasi 3 chilometri.
All’interno della rete dei sentieri, ne sono stati individuati alcuni tematici con caratteristiche ambientali peculiari:
– Sentiero del Tasso monumentale: è un tratto ad anello che ha, come finalità, il raggiungimento della forra in cui si situa il tasso monumentale spontaneo più grande della Toscana
– Sentiero didattico della Faggeta: è un percorso ad anello che attraversa uno dei lembi di faggeta meglio conservati e dove sono stati apposti, grazie a un progetto di educazione ambientale con la Scuola di Montaione, pannelli e bacheche, realizzati dagli alunni, che illustrano le emergenze presenti
– Sentiero delle Anse-Acqua gassata: è, forse, il sentiero di maggior valore paesaggistico, attraversando un tratto di torrente che s’incassa tra rupi di sabbia alte più di 20 metri fino ad arrivare all’antica Sorgente dell’Acqua gassata, nel profondo della valle;
– Sentiero del Bosco ameno: è un percorso che s’inoltra, attraverso un saliscendi, lungo un lembo di bosco in cui si apprezzano alcuni tratti ben conservati
Località nei dintorni di Montaione
Scorcio di Castelfalfi
Castelfalfi
Zona: Val d’Elsa
Comune: località Castelfalfi – Montaione (FI)
Tipo: borgo medievale e castello (XII°-XVI° secolo)
Tel.: +39 0571 891000
Email: info@castelfalfi.it
Sito: www.castelfalfi.it
Secondo la tradizione sarebbe stato costruito dal longobardo Faolfi agli inizi dell’VIII° secolo. Da questo personaggio sarebbe derivato il nome castrum Faolfi, poi mutato in Castelfalfi. Nel 1139 il fortilizio fu venduto da Ranieri della Gherardesca al vescovo di Volterra. Nel 1475 i proprietari Giovanni di Francesco Gaetani e la moglie Costanza Medici ristrutturarono il castello e costruirono l’adiacente villa. Castelfalfi fu saccheggiato e incendiato nel 1554 dalle milizie senesi. Quindi la proprietà fu trasferita alla famiglia Medici Tornaquinci.
Nel 1982 un imprenditore milanese acquistò il borgo assieme a 1.320 ettari di terreno agricolo, 36 case coloniche e un campo da golf. L’imprenditore fece ristrutturare e restaurare il castello, la villa medicea e gli altri fabbricati. Nel 2007 l’insieme fu venduto alla grande azienda turistica tedesca TUI che, con un investimento di 250 milioni di €uro, iniziò il recupero e la ristrutturazione completa di tutti gli edifici e della tenuta agricola.
I lavori sono terminati nel 2016 e, accanto al castello, ci sono otto negozi: erboristeria, boutique, bottega artigiana esperta nella lavorazione del legno, specialità enogastronomiche. Completato anche un albergo di lusso. La tenuta agricola è stata arricchita di altre 10.000 piante d’olivo, 22 ettari di vigneto, 10 dei quali già in produzione (10.000 bottiglie di Chianti Cerchiaia, 10.000 bottiglie di San Piero IGT, 5.000 di IGT barricato Poggionero). Anche l’attrezzato campo da golf è stato oggetto di alcuni interventi.
ARTE E MUSEI
Musei di Montaione
Museo Civico di Montaione
Zona: Val d’Elsa
Tipo: museo archeologico
Indirizzo: Via Cresci 15, 50050 Montaione (FI)
Tel.: +39 0571 699255
Email: turismo@comune.montaione.fi.it
Sito: www.comune.montaione.fi.it
Orari: lunedì a sabato 9.30-12.30 e domenica 16.00-19.00
Ingresso: intero €uro 1.50 e ridotto € 1.00
Accessibilità ai disabili: parziale
Situato all’interno del Palazzo Pretorio, il museo espone reperti rinvenuti in località Poggio all’Aglione, Bellafonte, Iano e Castelfalfi. I reperti coprono un arco cronologico molto ampio, compreso tra il Paleolitico inferiore e il basso Medio Evo, anche se la maggior parte si colloca tra il VII° e il I° secolo a.C. Il reperto più antico è una stele etrusca del VI° secolo a.C., riproducente un guerriero con elmo, lancia e scudo su una pietra tombale sulla quale è scritta l’età del defunto.
Il nucleo centrale della sezione paleontologica è costituito da un fossile di scheletro di balena. Di notevole valore sono gli oggetti legati alle attività manifatturiere del vetro e della ceramica, che dal Medio Evo in poi hanno rivestito una notevole importanza nell’economia del territorio.
COSA FARE
Eventi
Tartufesta
Tipo: enogastronomia
Periodo: ottobre
Informazioni: Ufficio Turistico di Montaione, tel. +39 0571 699255, email turismo@comune.montaione.fi.it
Prezioso e raro, dal gusto deciso e inconfondibile, il tartufo bianco proveniente dalle colline della zona è l’assoluto protagonista di questo evento. Per due intere giornate la cittadina ospita la Mostra Mercato del Tartufo e, oltre a degustazioni e assaggi presso gli stand, propone dimostrazioni dal vivo di chef stellati. Musicisti, pittori, artisti e poeti animano il centro storico. C’è infine la possibilità di partecipare a escursioni a piedi o a cavallo nei dintorni.
Sport
Panoramica del campo da golf di Castelfalfi
Golf
Zona: Val d’Elsa
Tipo: campo da golf
Indirizzo: località Castelfalfi
Tel.: +39 0571 890200
Email: golf@castelfalfi.it
Sito: www.castelfalfi.it
Servizi: club house, noleggio attrezzatura, campo pratica, lezioni
Tra i campi da golf in Toscana, quello del Golf Club Castelfalfi è quello più grande del territorio e attiran appassionati da tutto il mondo. I percorsi sono tra i più affascinanti dal punto di vista paesaggistico e stimolanti dal punto di vista sportivo. Il Golf Club Castelfalfi, situato nelle vicinanze di Montaione, invita con le sue 27 buche alla sfida i giocatori più esperti e garantisce il divertimento anche ai praticanti. Due sono i percorsi: Il Mountain Course (PAR 72, di 6.351 metri) e il Lake Course (PAR 37, di 3.171 metri). A disposizione c’è anche un campo di pratica con battitori in erba, postazioni coperte per lo svolgimento di clinics.
ITINERARI
Percorsi nei dintorni di Montaione
Itinerari nel verde
Nel territorio di Montaione è stata recentemente ripristinata una rete di sentieri segnalati percorribili a piedi, in mountain bike, alcuni anche a cavallo. Scopo primario è quello di favorire la scoperta del territorio, entrando in contatto con gli ambienti più attraenti e tipici del patrimonio naturalistico e paesaggistico. Sono sei sentieri, in gran parte circolari, con alcuni tratti lungo strade asfaltate. I sentieri hanno una lunghezza diversa e gradi diversi di difficoltà.
Sono contraddistinti da un numero progressivo, segnalato su cartelli lungo l’intero percorso. All’inizio di ogni anello sono collocati cartelli che riassumono le peculiarità indicando percorribilità (a piedi, in mountain-bike), punto di inizio e fine del percorso, distanza in chilometri, dislivello totale in metri e tempo di percorrenza riferito alle capacità di un camminatore medio. I sentieri si differenziano anche per la tipologia delle aree che attraversano: alcuni si inoltrano nei boschi o lungo i torrenti nei fondovalle, altri si snodano sui crinali delle colline.
È opportuno munirsi della cartina dei percorsi, in vendita presso l’ufficio informazioni del comune o presso le rivendite locali di giornali e tabacchi.
Itinerario 1 – Lungo il torrente Orlo: Montaione – Mannello – Fornace – Terraio – Montaione.
Itinerario 2 – Alla scoperta di antichi borghi: Montaione – Bosco Gucci – Cappella del Lupo – Castelfalfi – Sughera – Piaggia – Galano.
Itinerario 3A – Nei boschi degli eremiti: Montaione – San Vivaldo. L’itinerario, si sviluppa per lo più all’interno del bosco, terminando nella selva di Camporena. È possibile visitare anche la “Gerusalemme Toscana”.
Itinerario 4 – Nella splendida macchia mediterranea: Leonardo – Palagio (Pietrina) – Casicello – Iano – Marrado
Itinerario 5 – Verso i calanchi di Volterra: Castelfalfi – Iano
Itinerario 6 – Nel bosco di Barbialla Collegalli: Casastrada – Collegalli – Balconevisi – Forni – Casastrada
CULTURA
Storia
Il centro storico di Montaione
Dagli Etruschi a Castelfalfi
Il territorio fu abitato sia in epoca etrusca che romana, come confermato da vari ritrovamenti: necropoli e resti di fornaci presso Poggio all’Aglione, Bellafonte, Iano e Castelfalfi. Sotto Poggio all’Aglione ci sono i resti di una villa romana con pavimenti a mosaico e una cisterna per l’acqua. L’oratorio di San Biagio conserva una cripta paleocristiana. Dopo le invasioni barbariche i nuovi insediamenti sorsero intorno ai ruderi delle costruzioni distrutte, ma soprattutto nei luoghi che offrivano maggiore sicurezza: Amarante, Sala e, successivamente, nel castello di Montaione.
Questo fu dotato di numerose torri e cinto di solide mura di cui è rimasta ancora la tipica forma ovale. Il nome deriverebbe da uno degli ultimi duchi longobardi (VIII° secolo d.C.). Era un certo Allone, da cui avrebbe preso nome il Mons Allonis. La prima citazione dell’abitato compare in un atto del 1118 che attesta l’esistenza del castello. Nel 1297 un accordo tra la Firenze e San Miniato stabilì i confini tra i rispettivi territori: Montaione era compreso nel territorio della seconda. Dall’inizio del XIII° secolo nel villaggio si sviluppò l’arte del vetro, cresciuta notevolemente a partire dal XIV° e accompagnata dalla costruzione di diverse fornaci per la produzione di bicchieri.
Nel 1368 Firenze assediò San Miniato, che aveva aderito al partito ghibellino. Di conseguenza Montaione inviò un’ambasceria a Firenze per sottomettersi, insieme al castello di Figline e ad altri borghi del territorio. Così la cittadina passò definitivamente sotto il dominio della città gigliata. Proseguendo la consolidata tradizione nel corso del XV° secolo si sviluppò ulteriormente la produzione di oggetti in vetro, apprezzati per la qualità, e numerosi bicchierai si trasferirono a Firenze per meglio soddisfare le richieste della città. Nel 1738 un bando del Granduca di Toscana ordinava che alla produzione dei vetri per Firenze dovessero essere preposti “maestri di Montaione e loro figliuoli”.
L’ultima fornace della cittadina era ancora attiva a metà del XIX° secolo. Dopo l’Unità d’Italia, Montaione divenne comune autonomo. Dopo i tentativi di industrializzazione degli anni ’60 e ‘70 del XX° secolo, a partire dalla seconda metà degli anni ‘90 ha preso nuovamente vigore la produzione agricola di qualità e biologica.
Curiosità
La fondazione leggendaria del Borgo di Filicaja
Secondo una leggenda un giovane nobile di Volterra di nome Ajone arrivò a una casa all’interno di un bosco. Quasi subito uscì una donna, in lacrime per la sorte della figlia bellissima, di nome Figline, rapita da un certo Gambasso. Impietosito dalla disperazione della donna, Ajone decise di riportare a casa la giovane e organizzò una spedizione armata contro Gambasso. Riportata la fanciulla alla madre, ottenne di sposarla e fondò sia il paese di “Monte Ajone” che il castello di Figline. I discendenti di Ajone e di Gambasso mantennero comunque un’accesa rivalità.
Un giorno le due comunità furono attaccate da un esercito nemico che, dopo un lungo assedio, distrusse il castello, uccidendo tutti i difensori. Smarrita la loro guida e la fede, gli abitanti di Montaione tornarono all’idolatrìa e decisero di sacrificare agli dei la più bella ragazza del borgo, il cui nome era Filli. Diffusasi la notizia, un cavaliere di Firenze accorse per impedire il misfatto. Quindi obbligò gli abitanti a liberare la fanciulla e a sacrificare invece una vitella. Fu perciò denominato il “Sire della Vitella”. Per riconoscenza Filli fece dono al salvatore di un vestito rosso: l’uomo lo usò, con orgoglio, come bandiera.
Quasi inevitabilmente la giovane e il Signore della Vitella si sposarono e ricostruirono il castello di Figline. L’uomo era così innamorato della sposa che non faceva altro che chiamarla “Filli mia bella”, “Filli desiata”, “Filli cara”… e da queste parole prese il nome “Fillicara” il luogo dove vivevano. I loro discendenti si chiamarono così Fillicara o “Filicaja” o “da Filicaja” e nell’emblema riprodussero il vestito di Filli.
GASTRONOMIA
Prodotti tipici
Nel territorio comunale c’è una notevole produzione di vino Chianti DOCG, olio extra vergine di oliva.
Altri prodotti tipici sono i salumi di “cinta senese”, il formaggio pecorino, il miele, lo zafferano. Ottimo e molto apprezzato il pane prodottio nel villaggio.
Aziende vinicole e olearie
– Az. Agricola La Valle (vendita diretta): piazza Cavour, 5
– Az. Agricola Il Castellare di Tonda: località Piaggia (Sughera)
– Villa da Filicaja: via Villa di Sant’Antonio, 23
– Az. Agricola Orzale: via Cerroni (Sughera) località Orzale
– La Pieve srl: via Santo Stefano località La Pieve
– Az. Agricola Il Poggio: località Sughera
– Az. Agricola Mutini: via Santo Stefano località Mutini
– Az. Agricola Bibbiani e Burgassi: via Santo Stefano località Corniale
– Az. Agricola Le Querciole: via Santo Stefano località Le Querciole
– Az. Agricola Castelfalfi tenuta di Castelfalfi
– Az. Agricola La Scopa: via Tre Ponti, 29
Tartufi
L’area rurale attorno alla cittadina è l’ambiente ideale per il Tartufo Bianco delle Colline Samminiatesi (tuber magnatum pico) la cui raccolta avviene in autunno. Il periodo compreso tra i mesi di gennaio e aprile è invece quello del Tartufo Marzuolo (tuber albidum pico), mentre tra maggio e settembre è l’epoca delo “scorzone” o Tartufo Nero (tuber aestivum).
Scheda d’identità
Il tartufo è un fungo del sottosuolo, che cresce sfruttando le sostanze organiche e i sali minerali carpiti dalle radici dell’albero cui è sempre vicino. Le piante che ne favoriscono la diffusione sono molte: cerro, rovere, salice, tiglio, nocciolo, carpino, pioppo, tanto per citare i più comuni. In un suo scritto risalente al 1788 il medico Vittorio Pico lo definì “fungo dei potenti”. Attualmente ha assunto anche una valenza ambientale: il tartufo non si diffonde nei terreni inquinati o trattati con diserbanti.
Storia e attualità
I Romani lo definivano “figlio dei fulmini” perché era più comune attorno agli alberi colpiti da scariche elettriche. Nel Medioevo si credeva invece che fossero le streghe, nelle notti di luna piena, a nutrirsene per prime. Oggi sappiamo che l’appetitoso tubero si sviluppa solo in presenza di un connubio particolare tra sottosuolo e clima. Da oltre un secolo i “tartufai”, accompagnati da cani sapientemente addestrati, lo cercano nelle ore notturne. Un’associazione cittadina si occupa della tutela delle aree di raccolta e organizza una mostra-mercato di risonanza nazionale.
A tavola
Molti gli utilizzi, anche in relazione ai territori di provenienza e agli usi alimentari locali. Certamente il tartufo nero va a nozze con i funghi e l’olio extra vergine d’oliva. Diffuso l’utilizzo per insaporire ottimamente i primi piatti in bianco, negli arrosti e sulle uova assodate. Da non dimenticare infine le salse e i condimenti a base di tartufo e l’olio tartufato.
SERVIZI TURISTICI
Dove dormire a Montaione e dintorni
Complessi turistici 5 stelle
Case vacanze e Agriturismi
Dove mangiare
IL FOCOLARE - Montaione
Il Focolare
Località San Vivaldo, 7 (adiacente al Convento di San Vivaldo)- 55015 Montaione (FI)
Tel: +39 0571 698435 / +39 334 3213161
www.osteriadelvento.it
roberta.bimonte@alice.it
Servizi: cucinatipica toscana – lunedì a venerdi cena, sabato e domenica pranzo e cena