Altopascio cosa vedere e fare
Altopascio, il buon pane toscano e i Cavalieri del Tau
Altopascio è un importante nodo viario tra le province di Lucca, Pisa e Pistoia. Tutto il territorio comunale è caratterizzato da una vivace economia che si basa su attività industriali e commerciali. La produzione di un particolare tipo di pane ha pure contribuito alla notorietà, certamente nell’ambito della Toscana. Nel territorio c’è anche una significativa produzione di vino ed olio. Alcune delle fattorie sono inserite nella Strada del Vino e dell’Olio - Lucca, Montecarlo e Versilia.
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ZONA; Lucchesia
TIPO; cittadina agricola e industriale
COORDINATE; 43°49′0″N 10°40′29″E
ALTITUDINE; 19 metri s.m.l.
PRODOTTI; pane, vino, olio d’oliva
SPORT; trekking escursionistico
CONFINI; Castelfranco di Sotto (PI), Chiesina Uzzanese (PT), Fucecchio (FI), Montecarlo (LU), Porcari (LU)
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Informazioni Turistiche
Comune di Altopascio
piazza Ospitalieri, 1 – 55011 Altopascio (LU)
tel.: +39 0583 216455
turismo@comune.altopascio.lu.it
www.comune.altopascio.lu.it
COSA VEDERE
Chiese
Badia Pozzeveri
Chiesa dei Santi Jacopo, Cristoforo ed Eligio
Zona: Lucchesia
Tipo: chiesa romanica (XIII°-XV° secolo)
Nel periodo di massima espansione il complesso ospedaliero di Altopascio includeva anche la chiesa romanica di San Jacopo e la torre campanaria, quest’ultima costruita dai Cavalieri del Tau nel 1280. Questo insieme di edifici era circondato da una robusta cinta muraria che lo faceva assomigliare a una fortezza, interrotta solo dalla Porta degli Ospedalieri, tuttora esistente. Nel XVI° secolo la famiglia Capponi ne divenne proprietaria e trasformò l’ospedale in un vero fortilizio. In epoca successiva il complesso, di cui si sono conservati il chiostro e alcuni ambienti destinati all’accoglienza dei pellegrini, divenne una fattoria.
Badia Pozzeveri
Zona: Lucchesia
Tipo: chiesa romanica
La presenza dell’abbazia camaldolese nelle vicinanze della Via Francigena fa ritenere che fosse utilizzata dai pellegrini come punto di sosta o di ricovero. Dal XV° secolo, ma per un periodo relativamente breve, diventò punto focale della vita religiosa e civile dei territori limitrofi, seguito però dall’abbandono e dal degrado di tutta la struttura. Recentemente l’amministrazione comunale e la Diocesi di Lucca hanno elaborato un progetto di recupero. L’area circostante è oggetto di scavi archeologici.
Riserve naturali
Lago di Sibolla
Zona: Lucchesia
Tipo: riserva naturale
È una piccola zona umida ma che è anche una delle sfagnete più meridionali di tutta la Terra. Originariamente la superficie del lago era più estesa ma varie bonifiche ne hanno ridotto le dimensioni. La riserva si estende per soli 64 ettari e comprende il lago e alcune aree adiacenti.
COSA FARE
Eventi
Sfilata in costumi medievali
Festa di San Giacomo
Tipo: folclore – rievocazione storica
Periodo: fine luglio
Rievocazione storica che, oltre a rendere omaggio al patrono San Giacomo, vuole ricordare il periodo medievale. L’evento include un corteo storico e una gara di tiro con la balestra. Nella piazza centrale viene collocato un grande calderone con pasta e fagioli, distribuiti alla popolazione durante tutto l’evento.
Festa del Pane
Tipo: enogastronomica
Periodo: maggio
Sito: www.cittadelpane.it
Piazza della Magione è la sede di una mostra-mercato che celebra il più tipico e apprezzato prodotto alimentare della cittadina. Negli stand sono disponibili anche altre specialità enogastronomiche e manufatti dell’artigianato locale.
ITINERARI
Percorsi
Un tratto della Via Francigena
Altopascio è una delle tappe della Via Francigena e il territorio è caratterizzato da produzione vinicola.
CULTURA
Storia
Una delle porte delle mura medievali
Dall'epoca romana all'Unità d'Italia
La zona fu abitata fin dall’epoca romana, ma il primo piccolo nucleo urbano si sviluppò dopo l’anno Mille, favorito dalla via Francigena (o Romea), la più importante strada di pellegrinaggio verso Roma. Nella seconda metà dell’XI° secolo un “ospitale” fu costruito nei pressi dell’ormai scomparso lago di Bientina. In seguito l’istituzione divenne così importante che, per meglio adempiere ai compiti, fu fondato l’Ordine Ospedaliero dei Frati di San Jacopo d’Altopascio. Oltre all’assistenza ai pellegrini, i monaci si occupavano anche della manutenzione delle strade e dei corsi d’acqua in tutta l’area circostante. La crescita dell’istituzione era notevole già alla fine del XII° secolo.
Intorno allo “ospitale” si sviluppò il borgo che, assieme alla chiesa di San Jacopo e all’edificio destinato all’accoglienza dei pellegrini, fu successivamente circondato da mura di difesa, assumendo così l’aspetto di fortilizio. Nel 1325 nel territorio si svolse un’aspra battaglia tra le milizie di Castruccio Castracani, signore di Lucca e principale esponente del partito ghibellino in Toscana, e quelle di Firenze, città dominata dal partito guelfo. Il condottiero ghibellino ottenne una vittoria strepitosa. Altopascio e vari altri borghi tornarono quindi sotto il controllo di Lucca. Purtroppo, a seguito di contenziosi economici e anche di ordine religioso, papa Pio II° sciolse l’Ordine Ospedaliero nel 1459 e decretò la confisca dei beni. Tuttavia, grazie alla tenacia del Gran Maestro Giovanni Capponi, che si rifiutò di obbedire, l’ordine sopravvisse fino al 1588, quando fu assorbito dai Cavalieri di Santo Stefano.
Inevitabilmente lo “ospitale” perse progressivamente importanza e, nel 1773, il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo lo soppresse definitivamente. Nell’arco di un secolo, il territorio di Altopascio fu oggetto di radicali trasformazioni, sia urbanistiche che produttive. Parallelamente, il nucleo urbano cresciuto attorno al complesso ospedaliero, assunse progressivamente rilevanza sempre maggiore fino a diventare un importante centro economico e industriale.
Curiosità
L'ospedale di Altopascio
Secondo una tradizione un po’ leggendaria, lo “ospitale” fu fondato attorno all’anno Mille da dodici cittadini di Lucca in un punto di passaggio obbligato tra i laghi di Fucecchio e di Bientina (oggi praticamente ridotti a poche aree palustri). La scelta non fu casuale perché l’assistenza e la cura degli ammalati erano particolarmente frequenti in luoghi pericolosi e malsani. Il resto del territorio era coperto da boschi, come quello delle Cerbaie, infestati da briganti. Dunque queste zone erano insidiose per il viandante che si smarriva e, nell’ospedale, i pellegrini potevano sempre trovare accoglienza, cibo e cure.
Lo “ospitale” assunse una notorietà così vasta e in così breve tempo che, nel 1191, il re di Francia Filippo Augusto lo cita semplicemente come Le Hôpital. Con il passar del tempo l’attività filantropica si estese fino a diventare, più in generale, assistenza a malati e infermi. Infatti la struttura divenne un rinomato centro in cui venivano anche effettuati interventi chirurgici. Il massimo splendore dell’istituzione fu tra il XII° e XIII° secolo. Peraltro l’ospitalità nella struttura era così rinomata che fu citata anche dallo scrittore Giovanni Boccaccio nella sua opera più nota, il Decameron.
La campana "Smarrita"
L’alta torre costruita vicino all’ospedale era il punto di riferimento per tutti coloro che si muovevano nella zona. Sul terrazzo ardeva sempre un grande fuoco, visibile in lontananza, e i rintocchi della campana erano udibili a chilometri di distanza. Questa caratteristica era legata a un evento un poco leggendario. Una fanciulla che si era avventurata da sola nelle zone paludose non fece più ritorno a casa. Da allora tutte le sere, al tramonto, la campana iniziò a suonare per richiamare l’attenzione della ragazza. Da quel momento la campana fu denominata “la Smarrita” e, per secoli, ha continuato a risuonare ogni sera, per un’ora, per guidare i viandanti. La Smarrita, fusa nel 1325, è stata poi sostituita da una campana di fattura più recente.
I Cavalieri del Tau
L’Ordine Ospedaliero dei Frati di San Jacopo d’Altopascio, costituito nel 1180, divenne presto conosciuto come Cavalieri del Tau. Tale nome era dovuto al lungo mantello nero indossato dai monaci su cui campeggiava la Croce Taumata, a forma di punteruolo, simile alla lettera greca tau. Questa croce, di origini remote, si riteneva rappresentasse la lettera iniziale della parola Cristo, ma era già da tempo oggetto di venerazione da parte dei frati francescani, come simbolo della croce e con il significato di perfezione. Oltre alla simbologia religiosa, per l’Ordine Ospedaliero costituiva anche un riferimento agli strumenti di lavoro usati, quali martello e punteruolo, mentre la stampella significava il sostegno ai pellegrini. Nel XII° secolo i Cavalieri del Tau si diffusero in Sicilia, in Sardegna e, quindi, in Francia. Per volontà del gran maestro Cosimo Medici nel 1588 la congregazione confluì nell’Ordine di Santo Stefano.
Una colpa non commessa?
Tra le varie leggende intorno ai Cavalieri del Tau, da sempre ammantati di fascino misterioso, forse la più pittoresca è quella di Christian Jacopo Kalbutz. Questo cavaliere che fu imputato di avere ucciso l’innamorato di una fanciulla. Di fronte a tale grave accusa Christian avrebbe pronunciato la frase: “In nome del Tau di cui sono leale cavaliere io chiedo, per prova della mia innocenza, che dopo morto il mio corpo non abbia a decomporsi.” A quel punto, inspiegabilmente, la campana della torre cominciò a suonare da sola. Tre giorni dopo il cavaliere fu condannato a morte e obbligato a ingerire arsenico. Tuttavia, come aveva predetto, il corpo non si decompose e questo fatto venne considerato prova inconfutabile dell’innocenza. Attualmente la salma del cavaliere, perfettamente conservatasi dentro una bara con il coperchio di cristallo, si trova a Kampehl, in Germania.
GASTRONOMIA
Prodotti tipici
Il pane tradizionale di Altopascio
Qualcuno fa risalire la forte vocazione alla produzione di pane in tutta la zona a quello destinato ai pellegrini che transitavano sulla via Francigena. In realtà il Pane di Altopascio Tradizionale risale a un periodo più recente (gli anni ’60) quando un gruppo di piccoli ma coraggiosi fornai riesumò la tradizione del pane fatto a mano recuperando anche la ricetta originale. Innanzi tutto per il pane di Altopascio viene esclusivamente utilizzata farina di grano tenero tipo 0, il più possibile di origine toscana. Quindi è lievitato con un impasto particolare, detto “sconcia”, e, secondo la migliore tradizione toscana, senza sale. Il pane ha forma quadrangolare (bozza) o allungata (filone), ha consistenza morbida all’interno e una crosta croccante di colore chiaro, dorato. Eccellente pane da tavola, è particolarmente adatto con i salumi ed è ottimo per la preparazione di bruschette, zuppe e panzanelle. Il prodotto è tutelato dal Marchio Collettivo del Pane di Altopascio. Inoltre la cittadina fa parte dell’Associazione “Città del Pane” a cui aderiscono 31 comuni ubicati in varie zone d’Italia.