Piancastagnaio, cosa vedere e fare?

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A Piancastagnaio del maiale non si scarta niente…

piancastagnaio stemmaPiancastagnaio è situata sul versante orientale del Monte Amiata, in una posizione elevata che domina la valle del fiume Paglia. Il centro storico, di forma circolare, si sviluppa a ventaglio ed è intersecato da vicoli medievali. Qua e là ci sono chiese e fontane. Dalla cittadina iniziano vari sentieri che permettono di effettuare escursioni sul Monte Amiata e nella Riserva Naturale del Pigelleto. Piancastagnaio è incluso nel Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata perché nel territorio, per l’esattezza in località Cancelli, si estraeva il cinabro (minerale del mercurio).

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ZONA; Amiata e Val d’Orcia

TIPO; cittadna di montagna

COORDINATE; 42°51′00″N 11°41′00″E

ALTITUDINE; 772 metri s.l.m.

PRODOTTI; castagne

SPORT; trekking escursionistico, ciclismo, equitazione

CONFINI; Abbadia di San Salvatore (SI), Castell’Azzara (GR), San Casciano dei Bagni (SI), Santa Fiora (GR)

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Informazioni turisticheSiena Mappa

Comune di Piancastagnaio
via G. Garibaldi 1 – 53025 Piancastagnaio (SI)
Tel.: +39 0577 784134
info@prolocopiancastagnaio.it
www.comune.piancastagnaio.si.it

COSA VEDERE

Castelli

La rocca di Piancastagnaio

Rocca di Piancastagnaio

Piancastagnaio roccaZone: Amiata 
Tipo: 
fortificazione (XIV° secolo)
Indirizzo:
vicolo del Giardino
Tel.:
+ 39 0577 786024

Il castello originario, risalente al 1208, aveva compiti di difesa e di sorveglianza sulla valle del fiume Paglia. Il piccolo villaggio, costruito sopra un picco roccioso, fu trasformato in un fortilizio di forma quadrangolare con una torre più elevata che fungeva da vedetta e da punto estremo di difesa. Nel 1345 le milizie di Siena abbatterono le fortificazioni e occuparono il castello. Nel 1415 tecnici militari senesi iniziarono un’opera di consolidamento della rocca, seguita da un ulteriore restauro, completato qualche decennio dopo.

Tuttavia l’intervento più esteso e che conferì alla costruzione l’aspetto attuale avvenne tra il 1471 e il 1478. Nel 1601, circa mezzo secolo dopo la fine dell’indipendenza di Siena, la rocca fu trasformata in prigione dai marchesi Bourbon del Monte. Nel XVIII° secolo il fortilizio perse la sua funzione originaria e fu utilizzato per ruoli sempre più marginali. Nel XX° secolo sono stati effettuati lavori di restauro che hanno permesso di recuperare l’aspetto originale della costruzione. Attualmente è visitabile e all’interno sono stati ricavati alcuni spazi espositivi.

Chiese

Santuario della Madonna di San Pietro

Santuario della Madonna di San Pietro

madonna san pietroZone: Amiata e Val d’Orcia
Tipo: 
chiesa rinascimentale (XVI° secolo)
Indirizzo:
Via Grossetana
Tel.:
+39 0577 786074

Edificato nel XVI° secolo, il santuario divenne un importante luogo di culto dal 1583 in poi, a seguito di eventi miracolosi attribuiti ad un’immagine della Madonna. All’interno si trovano pregiate opere pittoriche: Miracolo di Sant’Andrea Corsini, il ciclo di affreschi Ecce Homo e Trionfo di San Michele (1640), Angelo annunciante e la Vergine annunciata, Crocifissione (1641) e, soprattutto, le originali raffigurazioni dei Novissimi (1641), tutte eseguite da Francesco Nasini. Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria è di Antonio Nasini, figlio di Francesco. Sull’altare maggiore è conservata la venerata immagine della Madonna (1580), eseguita da Martino d’Urbano da Celia.

Convento San Bartolomeo Dimora Storica

Convento San BartolomeoSi narra che lo stesso San Francesco d’Assisi abbia scelto il luogo per il primo Convento francescano di Castrum Plani Castagnarii. La prima sede del Convento, detta del “Luogo Vecchio, si dimostrò però scomoda, sia per i cittadini di Piancastagnaio, che per i frati. Il Convento, dunque, fu trasferito più vicino a Piancastagnaio.

Contestualmente alla posa della prima pietra del Convento Il 5 settembre 1278 su iniziativa di Monsignor David Dandini (Vescovo di Sovana), è stato piantato nel piazzale antistante la chiesa il grande albero di Castagno visibile ancora oggi e sopranominato dagli abitanti del luogo “il Castagnone”. Il Convento, inizialmente, era abitato da dieci frati che mantennero la struttura grazie ai lasciti, alle donazioni dei pellegrini e all’aiuto dei contadini locali.

Durante il periodo Rinascimentale, il Convento venne ampliato: fu costruito il Chiostro con eleganti colonne corinzie e fu dipinta la stanza del Capitolo con un ciclo di affreschi dedicati alla Storia della Vergine, datati 1424. Nel 1504, il Convento, fu affidato all’ordine de’ Minori Conventuali della Terra di Piano, purché versassero una libbra di cera l’anno.

Durante il periodo Napoleonico, con la soppressione dei beni della Chiesa voluta da Napoleone Bonaparte nel 1808, il Convento fu chiuso e i frati dispersi. Tutti i beni dei frati furono messi in vendita. Il Convento fu soppresso in seguito all’editto Napoleonico e, poi, requisito dal Granduca Leopoldo di Toscana. Il nobile senese Malvolti lo acquistò e successivamente, dal 1808, fu dato in affitto alla famiglia Barbini.

Nel 1816 il Convento fu acquistato da Vincenzo Barbini, che lo lasciò poi al primo figlio, il notaio Mariano Barbini. Quest’ultimo ebbe nove figlie femmine e due maschi; il Convento passò quindi in eredità al primo figlio maschio, Carlo. E’ stato il Prof. Vittorino Ricci Barbini, figlio di Carlo, che ha riportato all’antico splendore l’intero complesso, per farne la dimora della sua famiglia. Oggi il Convento apre le sue porte a chi ha il gusto della storia, a quanti amano i luoghi unici e irripetibili della Toscana.

Consacrata nel 1278 segue il tipico schema francescano ad unica navata con copertura a capriate e cappella terminale a crociera. Dall’esterno è visibile l’impostazione originale del tetto successivamente rialzato generando un portico armonioso sorretto da pilastri esagonali di peperino; la navata è il risultato di vari rimaneggiamenti operati nel XVIII sec. da cui la chiesa uscì profondamente modificata tanto da doverla riconsacrare nel 1778.

I frati in passato avevano fatto decorare le pareti da artisti senesi delle cui opere non è rimasto molto: la Madonna che allatta il bambino richiama l’analoga di Lorenzetti e la Strage degli Innocenti nel coro. L’opera forse più bella del patrimonio del Convento è l’affresco di circa metà XV sec. raffigurante San Bernardino.

Chiesa di San Francesco - PiancastagnaioZone: Amiata 
Tipo:
convento francescano del XIII° secolo
Indirizzo:
Viale G. Vespa, 368 – Piancastagnaio
Tel.:
+39 0577 787120

Riserve naturali

Veduta del Monte Amiata

Riserva Naturale del Pigelleto

riserva pigelletoZone: Amiata 
Comune:
Piancastagnaio (SI)
Tipo: 
riserva naturale con sentieri percorribili
Tel.:
+39 0577 788004

La riserva comprende i poggi Pampagliano, Roccaccia e Roccone, tutti rilievi che separano il bacino del fiume Fiora da quello del Paglia. La zona è ricoperta da boschi, in cui sono presenti sia l’abete bianco che il tasso, specie arboree in via di estinzione e sottoposte a un controllo rigoroso. Nell’habitat della riserva è presente un variegato numero di animali, dai caprioli ai daini, dalle martore alle volpi e ai lupi. Uccelli rapaci quali l’allocco, il barbagianni, la civetta, la poiana e il falco pellegrino vivono nella zona boschiva. Tra i faggi e gli abeti abitano specie avicole meno conosciute quali il ciuffolotto e la cincia bigia. All’interno della riserva c’è la Miniera di Siele e il villaggio minerario, entrambi visitabili.

Monte Amiata

Zona: Amiata
Tipo: area protetta
Provincia Grosseto: Arcidosso, Castell’Azzarra, Castel del Piano, Roccalbegna, Santa Fiora, Seggiano, Semproniano
Provincia Siena: Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio
Tel.: +39 0577 770317 / +39 0577 778324

Il Monte Amiata (1.738 metri s.l.m.) è costituito da una notevole varietà di ambienti e di paesaggi. Infatti è un antichissimo vulcano che non ha la classica forma a cono, ma appare come l’unione di varie cime. Inoltre costituisce il culmine di un massiccio montuoso articolato comprendente il Monte Labbro, il Monte Buceto, il Monte Civitella e il Poggio Zoccolino. I corsi d’acqua principali sono il Fiora, che nasce nei pressi dell’abitato di Santa Fiora, l’Albegna, che nasce sul versante orientale del Monte Labbro, il Paglia e l’Orcia.

Un’imponente croce di ferro, collocata sulla cima agli inizi del XX° secolo, è diventata il simbolo della montagna. Tutta la sommità dell’Amiata è una zona protetta per la sosta degli uccelli migratori. Altre aree protette sono il Parco Faunistico del Monte Amiata, dove vivono animali tipici quali daini, mufloni, asini e lupi appenninici, e sei riserve naturali (Monte Labbro, Monte Penna, Pescinello, Poggio all’Olmo, Rocconi, SS. Trinità). Tutta la montagna è ricoperta da rigogliose faggete, piena di rocce dalle forme inconsuete e di abbondanti e fresche sorgenti.

monte amiata3Il Monte Amiata è rimasto per millenni un territorio con proprie caratteristiche storiche. Palafitte, graffiti, aree preistoriche, ruderi di epoca romana, fortificazioni di epoca medievale, palazzi rinascimentali sono presenti in varie località, a testimoniare le varie fasi storiche. Fu terra di frontiera fin dal VII° secolo d.C., con il consolidarsi della divisione tra Tuscia Longobardorum e Tuscia Romanorum. Zona di transito, era lambita sul versante orientale dalla via Francigena (o Romea), consolidatasi in epoca longobarda in alternativa alla via Cassia romana, in parte non più agibile. Amministrativamente il Monte Amiata è suddiviso tra alcuni comuni, otto appartenenti alla provincia di Grosseto e quattro a quella di Siena. Nella cosiddetta “fascia del castagno”, in particolare nei comuni di Arcidosso, di Castel del Piano e di Seggiano, sono visibili numerosi seccatoi, alcuni dei quali molto ben conservati, testimonianza della passata pratica di seccare le castagne. Di notevole interesse sono i vari complessi museali, come pure le “strade del vino” e le numerose riserve naturali.

L’Amiata è solcato da una rete di sentieri segnalati ed attrezzati per il trekking e per le escursioni in mountain bike. I percorsi uniscono tutti i centri abitati di maggior rilievo, la montagna e anche le grandi direttrici della sentieristica nella Toscana meridionale. Uno di questi sentieri, di 28 chilometri di lunghezza, gira attorno alla montagna a quote comprese tra 1.050 e 1.300 metri, tra rigogliosi boschi di faggi e castagni.

Monte Amiata

Riserva naturale

ARTE E MUSEI

Musei

Miniera di Siele e villaggio minerario

miniera sieleZone: Amiata
Comune: Piancastagnaio – località Cancelli
Tipo: museo minerario
Indirizzo centro visite: Via Grossetana, 209
Tel.: + 39 0577 788004   +39 0577 787181
Email: info@abiesaiba.com / info@parcoamiata.com
Sito: www.parcominerarioamiata.it
Orari: visite su prenotazione
Ingresso: intero €uro 5,00 intero, ridotto € 2,50
Servizi: visite guidate con ex-minatori

La miniera e il villaggio minerario fanno parte del Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata e sono ubicati all’interno della Riserva Naturale del Pigelleto. Aperta a metà del XIX° secolo, fu la prima miniera di cinabro (minerale del mercurio) attiva in Italia. Nell’impianto di lavorazione del minerale, costruito poco tempo dopo, veniva estratto il mercurio destinato alle applicazioni chimiche, agli strumenti di precisione, all’impiego bellico, per la concia del pellame e per prodotti farmaceutici. Inizialmente il trasporto del minerale di cinabro fino allo stabilimento era effettuato a dorso di asini. Con la costruzione di una teleferica e di una galleria sotterranea di circa due chilometri nel 1914, l’area di escavazione fu collegata direttamente ai forni di distillazione e agli impianti di raffinazione e confezionamento. La miniera ha cessato l’attività nel 1961. Attorno all’area di estrazione fu costruito un villaggio per i minatori del quale rimangono significative tracce. Il complesso è visitabile su prenotazione e la visita completa ha la durata di due ore.

COSA FARE

Eventi

Palio di Piancastagnaio

palioTipo: folclore
Periodo: 18 agosto

Prima della competizione vera e propria si svolge la gara “asta e bacchetta” tra le quattro squadre che rappresentano altrettante contrade. Viene premiata la migliore esibizione congiunta di due sbandieratori e del tamburino che li accompagna. Quindi i rappresentanti delle contrade sfilano in costume per le vie del centro durante la processione in onore della Madonna di San Pietro e durante il corteo storico vero e proprio. L’apice della sfida tra le contrade è però la corsa su cavalli montati a pelo per aggiudicarsi il palio. La contrada vincitrice festeggia per tutta la notte successiva con cori, esibizioni varie, cibo.

Crastatone

crostatoneTipo: enogastronomia
Periodo: 1° novembre

È la più antica manifestazione dedicata alla castagna in tutto il Monte Amiata e celebra la fine della raccolta. La manifestazione è costituita da vari eventi finalizzati alla valorizzazione del territorio in tutte le sue caratteristiche. Tra le varie iniziative vengono organizzate mostre d’arte e di artigianato e una mostra-mercato della gastronomia della zona. Le cantine sono aperte per la degustazione del nuovo vino (“novello”) e nei frantoi si può assistere alla spremitura delle olive.

Sagra del Ventricino

ventricinoTipo: enogastronomica
Periodo: fine-settimana precedente la Pasqua

La manifestazione trae origine dall’uccisione, quasi rituale nel periodo tra gennaio e marzo, del maiale che, assieme alle castagne, in passato costituiva la principale alimentazione degli abitanti. Poiché, come recita un detto popolare, “del maiale non si butta via niente” il “ventricino” non è altro che lo stomaco dell’animale. Riempito di salsiccia, uova, formaggio parmigiano, pangrattato e cotenne, viene opportunamente salato e pepato. Lo stomaco viene quindi cucito e messo a bollire per diverse ore così da creare un insaccato unico nel suo genere, gustoso e speziato, che ben si presta anche come piatto unico. Le cuoche della zona, ognuna delle quali nasconde gelosamente o un ingrediente segreto o un sistema di cottura speciale, si sfidano nella preparazione del miglior “ventricino”.

ITINERARI

Percorsi

Treno Natura

Per vivere la natura nei dintorni di Piancastagnaio, fare un’uscita in bicicletta è uno dei modi migliori per conoscere il territorio. Ci sono 5 itinerari per bicicletta:

1. Itinerario ad anello per bici da Abbadia San Salvatore
Percorso: Difficile
Tempo: 04:09h
Distanza: 59,3 km

2. Tappa San Quirico-Radicofani – Castello di Spedaletto Itinerario ad anello da Abbadia San Salvatore
Percorso: Difficile
Tempo: 04:18h
Distanza: 63,5 km

3. Versteckte Gasse Itinerario ad anello da Abbadia San Salvatore
Percorso: Difficile
Tempo: 04:00h
Distanza: 55,5 km

4. Paesaggi eroici – Campigliola, la Torre Itinerario ad anello da Abbadia San Salvatore
Percorso: Difficile
Tempo: 04:42h
Distanza: 62,5 km

5. Sorano Itinerario ad anello da Montebuono
Percorso: Difficile
Tempo: 04:00h
Distanza: 51,0 km

Un altro percorso interessante è fare un giro nel Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d’Orcia con un treno d’epoca che partendo da Siena si ferma in alcune città della zona quali Buonconvento, Montalcino, Castiglione d’Orcia e Piancastagnaio.

Treno Natura

Val d’Orcia
Treno antico che percorre la zona della Val d’Orcia

CULTURA

Storia

piancastagnaio6I più antichi documenti su Piancastagnaio risalgono al IX° secolo, quando il territorio apparteneva al monastero di San Salvatore (vedi comune di Abbadia S. Salvadore). All’epoca la zona era denominata Casale de Piano ma, dopo l’anno Mille, in alcuni documenti compare il nome Villa de Piano.

Ciò lascia supporre che il borgo fosse già in parte sviluppato. Dal 1210 l’abitato assumerà in prevalenza il nome Castrum Plani e, finalmente, Piana Castagnaia. Nel 1333 il borgo passò sotto il controllo di Orvieto ma nel 1345 le milizie senesi abbatterono le fortificazioni, occuparono il castello e rimasero a presidio per oltre 50 anni.

Nel 1415 il territorio entrò formalmente a far parte dei territori di Siena e la rocca fu ristrutturata. Fu anche costruita una nuova cerchia muraria, di cui però rimangono soltanto tre torri e la porta d’accesso principale. Attorno all’abitato c’erano numerose sorgenti e fonti d’acqua che verranno utilizzate in seguito come forza motrice dei mulini.

Dopo la fine di Siena come stato politico autonomo, Piancastagnaio e il suo territorio entrarono a far parte del Granducato di Toscana e ne seguirono le sorti fino all’Unità d’Italia. Unico fatto degno di nota, nel 1601 l’abitato fu dato in feudo al marchese Bourbon del Monte.

Curiosità

Gli ebrei a Piancastagnaio

Nel XVI° secolo una comunità ebraica si stabilì a Piancastagnaio, dedicandosi all’attività commerciale e bancaria. Quest’ultima attività ebbe tale successo che la comunità prestò al comune il denaro necessario per il restauro delle mura. In un primo momento il prestito fu garantito senza pegno e senza interesse, ma dopo il cambiamento delle leggi in materia, gli ebrei entrarono in possesso di enormi quantità di materie prime, come ad esempio la lana, creando così un vero e proprio monopolio. La situazione creò un forte malcontento tra la popolazione e, spesso, molte discussioni sfociarono in risse.
Nel XVII° secolo la comunità fece costruire una sinagoga, conservatasi fino ad oggi. Durante la festività annuale del Kippur i membri avevano l’abitudine di radunarsi attorno alle fresche acque del Fosso dei Frati che, da quel momento, prese nome di Bagno degli Ebrei.

Piatto delle Streghe

piatto stregheÈ un monumentale piatto di pietra “peperina” che si trova poco sotto la cittadina. Originariamente era la vasca di una fontana collocata nel grande giardino del palazzo dei marchesi Bourbon Del Monte (XVII° secolo). Il Piatto delle Streghe è legato a un’antica leggenda. In una casa del villaggio, oggi ristrutturata e ancora visibile, viveva un uomo che aveva tre figlie. Queste avevano l’abitudine di uscire di casa in ore serali per giocare. Il padre le rimproverava di quest’abitudine perché temeva che le tre streghe che abitavano nei dintorni potessero rapire le bambine. In effetti una sera le giovani furono rapite e portate sul piatto di pietra. Ma, dopo danze e riti pagani, le streghe iniziarono a litigare su chi tra di loro avesse il diritto di mangiarle. In disaccordo completo le tre streghe si separarono per sempre e le bambine furono libere.

GASTRONOMIA

Prodotti tipici

Castagna

castagnaLe prime tracce di sfruttamento del “frutto del bosco” si fanno risalire all’VIII° secolo. La castagna del Monte Amiata ha ottenuto la tutela IGP (indicazione geografica protetta). In passato la castagna era considerata il “pane della povera gente”: le pietanze più note erano, e sono tutt’ora, la polenta e il castagnaccio. Attualmente le castagne non sono più al centro dell’economia familiare, però mantengono la loro importanza anche dal punto di vista culturale. Tre sono le varietà locali più importanti:

– marrone: la castagna più pregiata per sapore, è di colore marrone rossiccio.
– cecio: di forma simile alla castagna rossa si differenzia da questa per il colore molto più scuro; è la prima a maturare.
– castagna domestica: è la più piccola delle tre, di colore rossastro. Ha una forma leggermente allungata ed è quella dal sapore più dolce. Un tempo era quella che, più frequentemente, veniva fatta seccare per produrre la farina dolce.

Per valorizzare ulteriormente questo prodotto è stato anche allestito un percorso all’interno dell’intero Monte Amiata, denominata Strada della Castagna o anche “Paesaggio del castagno e delle attività umane”.

SERVIZI TURISTICI

DORMIRE

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