Radicofani
Radicofani, il covo del Robin Hood italiano
Radicofani si trova ai piedi di una rupe vulcanica di roccia basaltica a 896 metri sul livello del mare ed è dominato dall’imponente Fortezza di Radicofani che, per secoli, ha controllato il confine tra Toscana e Lazio. All’interno del centro abitato ci sono numerosi edifici storici quali la Chiesa di San Pietro Apostolo e quella di Sant’Agata, il Palazzo Luchini e l’insolito giardino annesso. Infine gradevoli fontane di marmo: la Fonte Grande, la Fontana Medicea, la Fonte dei Capuccini e la Fonte Antese. Da segnalare anche il pittoresco borgo-castello di Contignano, ubicato nei dintorni. Nell’opera “Pictures from Italy” di Charles Dickens c’è una vivida descrizione della località a metà del XIX° secolo.
[table colwidth=”20|100|50″ colalign=”left|left”]
ZONA; Val d’Orcia
TIPO; borgo di collina
COORDINATE; 42°54′00″N 11°46′00″E
ALTITUDINE; 814 metri s.l.m.
PRODOTTI; vino e olio
SPORT; trekking escursionistico ciclismo, equitazione
CONFINI; Abbadia San Salvatore, Castiglione d’Orcia, Pienza, San Casciano dei Bagni, Sarteano (SI)
[/table]
Informazioni turistiche
Comune di Radicofani
via R. Magi, 37 – 53040 Radicofani (SI)
tel.: +39 0578 55905
www.comune.radicofani.siena.it
Informazioni turistiche
via R. Magi, 59
tel. +39 339 1235906
COSA VEDERE
Fortificazioni
Fortezza di Radicofani
Fortezza di Radicofani
Zona: Val d’Orcia
Tipo: fortificazione (IX°-XIII° secolo)
Tel.: +39 0578 558667 / +39 338 8813774
Email: preistoriainclasse@gmail.com
Orari: da martedì a domenica 10.00-16.30; chiuso il lunedì
Servizi: bookshop, bar-ristorante, visite guidate, archeparco didattico, centro archeologia sperimentale, attività per giovani, cene su prenotazione
Un primo fortilizio è documentato nel IX° secolo, in epoca carolingia. Il castello fu ampliato nei secoli successivi ed ebbe sempre una notevole importanza militare. Era, in pratica, la struttura difensiva posta a guardia del confine con lo Stato della Chiesa. La fama è legata, soprattutto, a Ghino di Tacco, il “bandito gentiluomo” vissuto alla fine del XIII° secolo, che se ne impossessò nel 1297 e per tre anni ne fece la base delle scorrerie.
La fortezza, che inglobò la preesistente struttura fortificata, fu costruita nel 1417, dopo che Siena aveva assunto il controllo di tutto il territorio. Fu anche l’ultimo baluardo dell’indipendenza: dopo anni di assedio, i difensori si arresero alle milizie di Firenze nel 1559. In epoca medicea la struttura fu ulteriormente ampliata e rinforzata. La fortezza è costituita da due ampi recinti poligonali di mura difensive a scarpa. All’interno ci sono vari edifici, tra cui l’inconfondibile torrione merlato quadrangolare. Il Museo del Cassero espone vari reperti archeologici, oggetti e documenti di un periodo compreso tra l’epoca etrusca e il XVI° secolo.
Chiese
Chiesa di San Pietro Apostolo
Zona: Val d’Orcia
Tipo: chiesa (XI°-XVI° secolo)
Catalogata monumento nazionale, la chiesa fu costruita intorno al X°-XI° secolo e, nel 1578, fu elevata a pieve. Ha subito varie modifiche e ampliamenti, pur conservando in gran parte lo stile romanico-gotico a tre navate. La facciata ha un paramento murario in conci squadrati di pietra vulcanica. Il portale risale al XIII° secolo. Tra le numerose opere di pregio conservate all’interno spiccano tre dossali in terracotta invetriata: Madonna incoronata dagli angeli di Andrea Della Robbia, Crocifissione con la Maddalena di Benedetto e Santi Buglioni (entrambi allievi di Andrea Della Robbia), Madonna incoronata, della bottega Della Robbia.
Quindi la statua in terracotta invetriata Annunziata, di Andrea della Robbia. Infine la statua lignea policroma Madonna del Castello di Francesco di Valdambrino (inizio XV° secolo).
Chiesa di Sant'Agata
Zona: Val d’Orcia
Tipo: chiesa (XVIII° secolo)
Indirizzo: via R. Magi
È una costruzione del XVIII° secolo che incorpora il paramento murario di un edificio civile medievale del quale restano gli archi acuti tamponati nella facciata a capanna. All’interno della chiesa, sull’altare maggiore, è collocata la grande terracotta Madonna col Bambino e i Santi Francesco, Elisabetta d’Ungheria, Cristina di Bolsena e Lorenzo, attribuibile ad Andrea della Robbia (1500 circa). Nella parete sinistra si trova il gruppo ligneo policromato Madonna, i Santi Saturnino e Agata e il paese di Radicofani di scuola senese (1727).
Monumenti e luoghi da visitare a Radicofani
Palazzo Luchini e Giardino Romantico Bosco Isabella
Zona: Val d’Orcia
Tipo: dimora storica e giardini (XVII° secolo)
Tel.: +39 0578 55905
È una villa padronale risalente al XVII° secolo, costruita accorpando in un unico edificio numerose abitazioni. All’inizio del XX° secolo, Matilde Luchini, appartenente alla corrente pittorica dei Macchiaioli, trasformò la villa in una pensione d’elite, denominata “Pensione Vertummo”. Tra gli ospiti ci furono nomi affermati dell’arte, quali i pittori Giorgio De Chirico e Ottone Rosai, e il poeta Gabriele D’Annunzio. Le camere degli ospiti, prospicienti il giardino, erano identificate solo con i nomi di fiori e di colori. Il giardino, che si può definire romantico-esoterico, fu realizzato alla fine del XIX° secolo.
I sentieri furono fiancheggiati da muretti a secco. Con le pietre raccolte sul posto furono costruiti piccoli ponti e una piramide a base triangolare, posizionata al centro del giardino. Furono piantati numerosi alberi di varia provenienza: tsuga e sequoie del Nord America, cedri del Libano, pini europei, cipressi, tigli, castagni, olmi e aceri di varie specie.
Contignano
Zona: Val d’Orcia
Comune: Radicofani (SI) – località Contignano
Tipo: castello e borgo medievale
Indirizzo: Piazza della Torre, 3
Informazioni turistiche: piazza della Torre, 3
Tel.: +39 0578 52062
L’abitato comprende il castello e il borgo, quest’ultimo all’esterno delle mura. Il castello ha ben mantenuto l’aspetto medievale: due porte di accesso, un imponente torrione ed il cassero. Le mura sono state invece in gran parte inglobate dagli edifici. All’interno del castello ci sono due vie principali e diversi vicoli, la piazza con il pozzo, il palazzo del XV° secolo, la torre del cassero. Il complesso include anche la chiesa di Santa Maria Assunta. All’esterno del castello il piccolo borgo comprende la cappella di San Rocco e un palazzo gentilizio.
Riserve naturali
Val d’Orcia
Riserva Regionale Crete dell'Orcia
Zona: Val d’Orcia
Comuni: Pienza (SI), Radicofani (SI)
Tipo: riserva naturale
È situata nella parte meridionale della provincia di Siena, all’interno del bacino del fiume Orcia e comprende la serie di rilievi collinari compresi tra affluenti: il torrente Landola a nord-ovest e i torrenti Stiantone e Sucenna verso sud-est. L’area è caratterizzata da rilievi collinari dolci, allineati in tre crinali principali separati dalle incisioni vallive di alcuni torrenti.
Il paesaggio è quello tipico delle colline argillose, con la predominanza dei seminativi non irrigui, interrotti e alternati a mosaico da vaste estensioni di arbusteti, pascoli e aree a vegetazione rada con fenomeni erosivi e presenza di calanchi, tipici di questa parte della provincia di Siena. Il bosco rappresenta poco più del 10% della superficie totale, distribuito per lo più lungo le valli fluviali e in una grossa particella al centro dell’area, attorno all’edificio La Palazzetta. Ci sono estesi arbusti, concentrati soprattutto negli impluvi delle numerose vallette secondarie.Un ambiente di particolare interesse è l’alveo dei torrenti Landola e Orcia.
La riserva, a sua volta all’interno di una Zona di Protezione Speciale (ZPS), ha una particolare importanza per l’avifauna. Vi sono infatti, tra le altre specie, l’occhione, l’albanella minore), il biancone e molti passeriformi legati agli ambienti agro-pastorali quali le averle, l’ortolano, la quaglia.
Parco Artistico Naturale Culturale della Val d'Orcia
Zona: Val d’Orcia
Comuni: Castiglione d’Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani, San Quirico d’Orcia (SI)
Tipo: riserva naturale e culturale, patrimonio dell’umanità
Sito: www.parcodellavaldorcia.com
Considerato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, il territorio della Val d’Orcia è costituito principalmente da un paesaggio di tipo collinare con forme dolci e incisioni poco accentuate, denominate “crete”. L’elemento dominate del panorama sono i fenomeni di erosione che lasciano a nudo il suolo argilloso di colore chiaro. Le forme di erosione sono rappresentate da calanchi e biancane, visibili nelle località Casa a Tuoma, Baccatello, Lucciolabella e Torre Tarugi nel comune di Pienza, nella località Ripalta a San Quirico d’Orcia e Contignano a Radicofani.
Il parco comprende località e monumenti di importanza storica e artistica come la Rocca di Tintinnano a Castiglione d’Orcia, la Fortezza di Montalcino, la Fortezza di Radicofani e vari musei, tra cui spicca il Museo Diocesano di Pienza. Da segnalare anche le località di Bagni San Filippo (Castiglione d’Orcia) e Bagno Vignoni (San Quirico d’Orcia) per la presenza di acque termali con proprietà terapeutiche. La porzione della Val d’Orcia inserita nel Parco è nota per la produzione di pregiati vini DOC e DOCG. Altrettanto pregiato è il formaggio pecorino di Pienza. Significativa è la reintroduzione, nel territorio della Val d’Orcia, della coltivazione dello zafferano.
Nel territorio è diffuso l’allevamento della cinta senese, una varietà di suino particolarmente antica (XIV° secolo). Gli animali sono allevati allo stato brado (controllato) escludendo rigorosamente la stabulazione fissa. Proprio da questi selezionati suini si ricavano prevalentemente prosciutti, spalle, salami, salsicce e lardo; inoltre altri prodotti tipici della norcineria toscana, quali finocchiona, soprassata, capocollo e guance.
COSA FARE
Eventi
Festival della Val d'Orcia
Tipo: arte e musica
Sito: www.parcodellavaldorcia.it
Periodo: dalla fine di luglio alla metà agosto
Spettacoli di musica, teatro, danza e cinema nei territori dei cinque comuni del Parco Artistico, Naturale e Culturale della Val d’Orcia.
ITINERARI
Percorsi
Via Francigena
<Il territorio comunale è attraversato dalla Via Francigena, anche conosciuta come via Romea. A partire dall’VIII° secolo d.C. e fino a tutto il tardo Medio Evo fu la principale arteria di collegamento, di commercio e pellegrinaggio tra il Nord Europa e il Mediterraneo. Fu durante il Regno dei Longobardi che il tracciato acquistò una fisionomia più definita. Quando poi Lucca divenne la capitale della Tuscia longobarda, il percorso raggiunse una notevole importanza e Lucca ne costituì una tappa primaria.
Infatti il Volto Santo, presunta immagine del vero viso di Cristo esposta nel Duomo della città, fece diventare la località una sosta obbligata per i pellegrini. Confermata in attività fin dal X° secolo, la Via Francigena fu minuziosamente descritta dal vescovo Sigerico durante il viaggio da Roma alla Gran Bretagna. Nell’anno 990 il religioso, che era arcivescovo di Canterbury, intraprese il ritorno e descrisse piuttosto accuratamente il viaggio in un diario. Successivamente il tracciato fu denominato “via Francigena di Monte Bardone”.
A partire dal 1994 la Via Francigena è stata dichiarata Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa assumendo una dignità sovranazionale. Dato il crescente numero di nuovi “pellegrini”, appassionati di trekking, della mountain bike e dell’equitazione, che hanno iniziato a percorrerla di nuovo è stata attivata una rete WiFi con hotspot dislocati in vari comuni. Lungo l’intero tracciato sono disponibili molte strutture ricettive convenzionate, agriturismi e B&B. Inoltre ogni tipo di ristorante e anche botteghe di artigianato artistico.
Per informazioni più dettagliate consultare:
– la pagina www.tuscanysweetlife.com/percorsi/francigena/ del sito Tuscany Sweet Life
– il sito www.viefrancigene.org/it/
Strada del Vino Orcia
Informazioni:
– Via Borgo Maestro, 90 – Rocca d’Orcia (SI)
– Rocca a Tentennano – Castiglione d’Orcia (SI)
Tel.: +39 0577 887471; mobile ufficio di segreteria +39 334 30 66 290
Sito: www.stradavinorcia.com
Email: info@stradavinorcia.com / stradavinorcia@gmail.com
Comuni: Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Giovanni d’Asso, San Quirico d’Orcia, Trequanda, Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena.
La Strada del Vino Orcia è nata nel 2003 ed ha la sua sede ai piedi della Rocca a Tentennano di Castiglione d’Orcia. Tredici sono i comuni inclusi nella DOC Orcia.
L’elemento che accomuna il territorio su cui si snoda la Strada del Vino Orcia è il paesaggio, tra i più caratteristici e affascinanti della Toscana, forse la più bella campagna del mondo. Nel 2004, l’UNESCO ha inserito la Val d’Orcia nel patrimonio mondiale dell’umanità, primo territorio rurale ad essere premiato con questo riconoscimento, definendola nelle motivazioni come ” icona del paesaggio “. Furono gli Etruschi a importare la vite dal lontano Oriente e ancora oggi i discendenti di quel misterioso e affascinante popolo si tramandano di generazione in generazione l’arte dei vignaiuoli. E proprio la vite, con quel suo straordinario “sanguis jovis” (divino Sangiovese), ha lasciato profonda traccia di sè nel corso dei millenni, visibile nell’inestricabile legame tra l’uomo e la terra attraversata da fiume Orcia.
La Strada del vino Orcia è un invito a scoprire questo territorio, alla vita che scorre con i ritmi di questa terra e a vivere immersi in ” un luogo del sogno “. Luoghi dove la presenza dell’uomo avviene ancora in armonia con la natura. Chi vuol davvero conoscere questa terra deve mettere in conto di non poterne più farne a meno, di ritornare di persona o con la mente alla fonte di tante emozioni.
Tenendo ben presente il sempre più numeroso numero di appassionati ed estimatori del vino di qualità, la Strada del Vino Orcia ha istituito un coupon omaggio, munito di timbro e data dall’Ufficio Turistico o della struttura ricettiva presso la quale si soggiorna, per le cantine associate che dà diritto a una degustazione guidata gratuita dei vini Orcia DOC. Conservando il coupon, a coloro che avranno effettuato una degustazione, verrà riconosciuto, presentando lo stesso coupon alla biglietteria, uno sconto del 50% all’ingresso ai musei che collaborano con la Strada del Vino Orcia: a Castiglione d’Orcia la Sala d’Arte San Giovanni, a Chianciano Terme il Mueso Etrusco, a San Giovanni d’Asso il Museo del Tartufo, a Pienza il Museo Diocesano, a Monticchiello il Museo del Teatro Popolare Tradizionale Toscano (TePoTraTos).
CULTURA
Storia
Il castello è attestato per la prima volta nell’anno 973, quale proprietà dei conti Aldobrandeschi di Santa Fiora. Il fortilizio fu poi ceduto all’Abbazia di San Salvatore. Di una parte furono proprietari anche i conti Manenti di Sarteano che però, nel 1139, cedettero la loro quota a Siena. Anche l’Abbazia di San Salvatore vendette al papato la sua porzione di abitato che, alla fine del XII° secolo, fu ulteriormente fortificato. Il borgo si sviluppò alla base del castello attorno al 1225 e, a metà del XIII° secolo, era già divenuto un importante centro abitato.
In questo periodo erano già in atto contese sul tracciato della via Francigena (o Romea) per la porzione che fiancheggiava il corso del torrente Paglia. Radicofani ebbe la meglio al punto tale che, già all’inizio del XIII° secolo, il tracciato principale dell’importante strada fu deviato fino a toccare il borgo. A metà di questo secolo il nuovo percorso era ormai preferito dai pellegrini perché ritenuto più sicuro e perché il borgo era meglio organizzato per la sosta. Dal 1298 il castello fu, per alcuni anni, la base delle scorrerie di Ghino di Tacco, un turbolento senese che era diventato una sorta di bandito-gentiluomo.
Per l’eccellente posizione strategica, Radicofani fu al centro delle contese tra le fazioni dei guelfi e dei ghibellini nonché tra Siena e Orvieto, quest’ultima alleata di Firenze e sostenuta dal papato. Siena assunse definitivamente il controllo della zona nel 1411. A metà del XVI° secolo tutta l’area entrò a far parte del Granducato di Toscana e ne seguì le sorti fino all’Unità d’Italia.
Curiosità
Ghino di Tacco, il Robin Hood italiano
Fu un colorito personaggio della fine del XIII° secolo. Senese di nascita, discendente da un ramo della famiglia Cacciaconti, fu un fiero esponente ghibellino. Di temperamento avventuroso, fin dalla gioventù si dedicò a furti e rapine in compagnia del padre, del fratello e di uno zio. Il padre e lo zio furono catturati e giustiziati a Siena, per ordine del giudice Benincasa da Laterina. Ghino e il fratello evitarono però la pena capitale in quanto minorenni.
Occupata con un colpo di mano la rocca di Radicofani, ne fece il suo covo e continuò con varie attività illegali. Per certi aspetti somigliava però al Robin Hood inglese perché, in genere, derubava i personaggi abbienti e risparmiava i poveri, talvolta invitandoli anche a pranzare alla sua tavola.
Quando la fama di ladro-gentiluomo si diffuse decise che era il momento di vendicare il padre e lo zio. Al comando di 400 uomini ben armati si diresse a Roma e s’impossessò del tribunale papale, dove il giudice Benincasa ora svolgeva l’attività. Ghino lo decapitò, poi infilò la testa del malcapitato su una picca e, rientrato a Radicofani, la espose ben in vista sul torrione del castello.
Negli anni successivi Ghino continuò nelle scorribande e nei rapimenti di personaggi abbienti. Tra le “vittime” più illustri ci fu l’abate di Cluny (Francia), intercettato mentre era in viaggio verso San Casciano dei Bagni per le cure termali. Il prelato fu “ospitato” nella torre di Radicofani e poi addirittura curato con una dieta suggerita dallo stesso Ghino.
Questa cura risolse definitivamente i problemi di stomaco dell’abate. A mo’ di ringraziamento il prelato convinse papa Bonifacio VIII° a perdonare Ghino per l’assassinio del giudice Benincasa. Quindi fu addirittura nominato cavaliere di San Giovanni e confratello dell’ospedale di Santo Spirito. Qualche tempo dopo, deposte le armi, si ritirò a Sinalunga.
Qui però fu ucciso nel 1320 mentre tentava di sedare una rissa tra soldati e contadini. Personaggio discusso ma colorito impressionò i contemporanei al punto da essere citato nella Divina Commedia di Dante Alighieri e nel Decameron di Giovanni Boccaccio.
Il "giardino massonico" della famiglia Luchini
Affiliata a una loggia massonica, la famiglia Luchini volle creare nel giardino adiacente al proprio palazzo una sorta di percorso iniziatico, un tempio massonico all’aperto. Così alcuni elementi che sembrano naturali furono invece programmati. Ad esempio la disposizione di alcune essenze o alberi a gruppi di tre, numero simbolico. Anche la giara, interrata prima del piazzale, ricorda il catino del tempio di Salomone usato per le abluzioni. I due grandi massi, disposti all’inizio del sentiero che porta alla piramide, rappresentano le due colonne del tempio salomonico Boaz e Jachin. Infine la siepe di bosso a forma di cerchio ricorda l’occhio situato sopra la piramide, simbolo della massoneria.
Il visitatore Charles Dickens
Radicofani fu brevemente visitata dallo scrittore inglese Charles Dickens che ha lasciato le sue impressioni nell’opera del 1846 intitolata Pictures of Italy.