Street Food in Toscana – da leccare i baffi
Visita a un museo più lunga del previsto? Ritardo all’arrivo o alla partenza di un mezzo di trasporto? Impegno di lavoro durato più a lungo? Sono questi e cento altri i motivi per cui un pasto a casa o al ristorante “saltano”. E allora? Allora perché non optare per lo “street food”, un termine ormai comune per indicare il cibo che si vende per strada. Attenzione, non intendiamo i panini preconfezionati in bella mostra nei bar o la pizza al taglio di dubbia qualità così frequente nei centri storici….
“Street food” è il cibo che viene preparato, cotto e venduto per strada nei chioschi o nei furgoni attrezzati… veri negozi all’aperto.
In origine significava soltanto cibo povero, ma oggi, con l’utilizzo di materie prime di qualità e la creatività degli street chef, il “cibo di strada” è diventato un vera eccellenza. Gli street food sono un po’ dovunque, molto vari, ma ognuno con proprie specialità e caratteristiche. Ovviamente sono presenti anche in Toscana, affiancando la prelibata cucina regionale.
Vediamo quali sono le pietanze più comuni…
Hamburger di Chianina
Un po’ in tutta la regione è possibile gustare l’hamburger di chianina, anche se è più diffuso nelle zone di allevamento del bovino quali Valdichiana e Valdarno Superiore.
Trippa e Lampredotto
A Firenze la trippa e il lampredotto, con alcune variazioni su tema, sono gli “street food” più comuni. Sono piatti poveri, tutt’oggi molto diffusi in città e nei dintorni, grazie alla presenza di numerosi chioschi, i cosiddetti “lampredottai”. A chi non li conosce non ne diciamo l’origine ma soltanto “assaggiateli e poi ne riparliamo….” È possibile mangiarli come un normale bollito condito con salsa verde, oppure, tagliati a pezzetti, come ripieno di un panino, la cui parte superiore viene imbevuta nel brodo di cottura.
A chi si trova nel cuore del centro storico (Piazza della Signoria, Uffizi) consigliamo le stradine attorno alle Logge del Porcellino mentre chi è più vicino al Duomo può dirigersi verso quelle attorno a Piazza dei Ciompi o il Mercato di Sant’Ambrogio. Sono tutte piene di piccoli locali che preparano sul momento questo cibo tipicamente fiorentino.
Panini con porchetta e Cinta Senese
Ad Arezzo e nei dintorni è facile imbattersi in chi vende panini con porchetta arrosto, cibo saporito da accompagnare con un bicchiere di buon vino. A Monte San Savino, territorio di ottimi salumi in genere, c’è la Macelleria Di Goro che porta in giro con il furgone la rinomata porchetta nei mercati settimanali di altri quattro comuni: Anghiari (AR), Vallombrosa (Reggello – FI) solo d’estate, Castellina in Chianti (SI) e Sinalunga (SI). Nelle manifestazioni, sagre ed eventi folcloristici non mancano mai i furgoni con la “porchetta con erbe”… un panino davvero sfizioso!
Proprio un nome toscano si è aggiudicato il titolo di miglior “street food” nel corso dell’ultima competizione in Italia. È Porcobrado, un’azienda di Cortona (Arezzo) specializzata in salumi di Cinta Senese, il maialino bianco e nero allevato allo stato brado. Azienda con tanto di furgone per vendere le specialità in giro. Affumicata con legno di ciliegio e affettata al momento, la Cinta è il segreto del panino di Porcobrado.
Polpo lesso
Nelle località di mare sono quasi d’obbligo frittura mista di pesce, polpo e affini, frutti di mare. Nel centro di Portoferraio (Isola d’Elba) “Il Polpaio” prepara alcuni piatti con il gustoso mollusco. È facilmente individuabile perché, di fronte all’attraente furgoncino, c’è sempre una lunga fila di persone in attesa di un tentacolo lessato, oppure un piatto di polpo accompagnato da patate bollite e salsa verde.
Cecina
A chi preferisce un piatto vegetariano consigliamo la “cecina” (o torta di ceci), una focaccia bassa preparata con olio d’oliva e insaporita con ramerino. La si trova un po’ dappertutto, sopratutto nelle province di Pisa, di Livorno e di Lucca. Si racconta che le origini risalgano addirittura al 1284, anno della battaglia navale della Meloria, quando Genova sconfisse sonoramente Pisa. Nel mezzo del pandemonio dello scontro, in una galea genovese alcuni barilotti d’olio e sacchi di farina di ceci si rovesciarono, mescolandosi e inzuppandosi con acqua salata, trasformandosi in una specie di purea. Avendo poche provviste, I marinai cercarono di recuperarla con le scodelle ma non tutti accettarono di mangiare questo strano impasto e le abbandonarono al sole. Assaliti dai morsi della fame, il giorno seguente cambiarono idea e assaggiarono la mescolanza trovandola una vera prelibatezza. Dopo il rientro a casa, i genovesi provarono a migliorare la casuale mistura, utilizzando il forno per cuocere la purea di ceci con olio e sale. La novità piacque così tanto che anche i pisani impararono la ricetta che diventò “l’oro di Pisa”. Divergenze politiche a parte, un buon cibo risolve qualsiasi diatriba…
Panigacci
Focacce non lievitate tipiche della Lunigiana, vengono cucinate in uno speciale piatto di terracotta, chiamato “testo”, arroventato sul fuoco. Si mangiano ripiene di salumi o formaggi morbidi come lo stracchino o il gorgonzola.
Caldarroste e croccanti
E il dolce? Un po’ dovunque ci sono i venditori di caldarroste (le “bruciate” toscane), anche se è più facile incontrarli in autunno e in inverno. Infatti nei villaggi più vicini ai rilievi montuosi, in genere ricchi di castagneti, sono sempre presenti chioschi o focolari ambulanti che abbrustoliscono le castagne, spandendo in aria un buon profumo dolce-amaro. Lunigiana, Garfagnana, Mugello, Casentino, Monte Amiata… c’è solo da scegliere la località. Altrimenti i “croccanti” a base di mandorle o nocciole, o pinoli o miglio. Ma sono più facilmente reperibili nei mercatini settimanali o nelle fiere alimentari.
Prossimi appuntamenti
Nelle prossime settimane due appuntamenti importanti per gli amanti dello “Street Food”. Oltre ai principali furgoncini toscani, a preparare il cibo di strada ce ne saranno provenienti anche da altre regioni italiane e alcuni anche dell’estero.
Firenze – dal 22 al 24 settembre
Dove: Piazza Santa Croce
Prato – dal 13 al 15 ottobre
Dove: Piazza Duomo