ATTRAZIONI PRINCIPALI
- Valdambra
- Torre di Galatrona (Bucine)
- Badia di San Salvatore a Soffena
- Parco naturale di Cavriglia
- Pieve di Gropina (Loro Ciuffenna)
- Il Borro (Loro Ciuffenna)
- Casa-museo Masaccio (San Giovanni Valdarno)
Il corso dell’Arno lambisce villaggi storici, vigneti e oliveti che ricoprono colline ridenti e amene pianure
TERRITORIO
Valdarno è il nome di tutta la vallata attraversata dal fiume Arno. È divisa in due aree distinte, Valdarno Superiore e Valdarno Inferiore, distribuite tra le province di Arezzo, Firenze e Pisa.Il Valdarno Aretino è il tratto compreso tra le province di Arezzo e Firenze e delimitato a Nord dal massiccio del Pratomagno, con quote che sfiorano i 1.600 metri s.l.m., e a Sud dal Chianti. Sulle pendici del Pratomagno predominano boschi di conifere e di faggi, di cerro e di castagno mentre sulle pendici più basse ci sono estese coltivazioni di viti e di olivi.
Nel Valdarno ci sono, distribuiti a distanze più o meno regolari, piccoli borghi costellati di torri, campanili, pievi e castelli. Molti borghi, come Loro Ciuffenna, Cennina e Gropina, hanno origini etrusche. Altri si sono sviluppati verso la fine del XIII° secolo come villaggi fortificati quali San Giovanni Valdarno, Terranuova Bracciolini e Castelfranco, per la continua tensione tra Firenze e Arezzo. La storia della zona è antica e i primi insediamenti umani di cui si hanno tracce risalgono al periodo etrusco (II° secolo a. C.).
Quindi subentrarono i Romani che costruirono la Cassia Vetus (o “via Clodia”) che univa Arezzo, Fiesole e Firenze (attualmente all’incirca il tracciato della Strada dei Setteponti), quindi i Goti e poi anche, per un periodo più breve, i Bizantini.
Molteplici sono i paesaggi di questa attraente area, piena di villaggi storici e insediamenti industriali: Montevarchi, San Giovanni Valdarno, Figline e Incisa Valdarno, Terranova Bracciolini e Reggello. Pur avendo conservato una tradizione agricola centenaria, soprattutto rivolta alla produzione di olio e vino di eccellente qualità, formaggi, cereali il Valdarno è una delle aree con una notevole attività industriale. Inoltre è attiva la produzione di manufatti tipici artigianali in vetro e legno.
L’accesso al Valdarno Aretino è piuttosto facile: si può utilizzare tanto l’autostrada A1 (“Autostrada del Sole”) o la Strada Regionale 69 di Val d’Arno (conosciuta anche come “Aretina”)..
COSA VEDERE
Attrazioni nel Valdarno Aretino
Il Valdarno Aretino è suddiviso tra 8 comuni: Bucine, Cavriglia, Castelfranco Piandiscò, Laterina Pergine Valdarno, Loro Ciuffenna, Montevarchi, San Giovanni Valdarno, Terranuova Bracciolini.
Attrazioni del Valdarno Aretino suddivise per comune e località
Per conoscere di più sulle attrazioni e servizi offerti cliccare sul nome di ogni comune elencato.
BUCINE (AR) – cittadina di campagna
La cittadina do Bucine è situata lungo il percorso del torrente Ambra, nella zona denominata Valdambra (Val d’Ambra), ed è considerata una porta di accesso al zona del Chianti. Il territorio è infatti ricco di grandi vigneti ed oliveti. Il territorio del comune comprende anche vari borghi ricchi di storia e architetture. La segnalare la Torre Galatrona e il piccolo borgo di San Leonino.
Per le caratteristiche della produzione agro-alimentare Bucine fa parte dell’”Associazione Nazionale Città del Vino” e del movimento delle città del buon vivere “Città Slow” con alto livello di qualità di vita dovuto alle condizioni climatiche e alla ricchezza enogastronomica. Nella zona si produce vino di buona qualità, oltre a miele, frutta, verdura, salumi, formaggi e carne bovina e suina in genere.
CASTELFRANCO PIANDISCO (AR) – cittadina collinare
Sul territorio gravitano due centri principali – Castelfranco di Sopra e Pian di Scò – ubicati ai piedi del monte Pratomagno, lungo l’antico tracciato che collegava Arezzo a Fiesole. La campagna circostante è costellata di case coloniche, case-torri, piccole località e resti di castelli feudali, circondati da uliveti e ordinate coltivazioni agricole su terrazzamenti.
Da segnalare la Badia di San Salvatore a Soffena con significativi elementi gotici (Castelfranco di Sopra) e la Chiesa romanica di Santa Maria di Pian di Scò. Un’altra caratteristica del territorio è la presenza, nei pressi di Faella, di calanchi o balze di colore rossastro: in questi fenomeni erosivi sono stati scoperti resti fossili, a confermare le antichissime origini lacustri della zona.
CAVRIGLIA (AR) – cittadina di campagna
La cittadina è ubicata tra colline dove si possono fare percorsi a piedi, in bici o a cavallo, lungo sentieri e strade bianche che consentono anche di visitare il Parco Naturale di Cavriglia, area protetta con animali del bosco in libertà, oltre a praticare il birdwatching. Da segnalare anche il roseto botanico con una grande varietà di specie di rose ben ambientate tra pavoni ed altri uccelli.
Numerose sono le aziende vitivinicole con produzione limitata del vino Chianti ed alcune anche con produzione di rilievo sul piano quantitativo e soprattutto qualitativo.
LATERINA PERGINE VALDARNO (AR) – villaggi collinari
Il villaggio di Laterina di recente si unito a Pergine Valdarno formando un nuovo più esteso comune. In piena sintonia con la natura argillosa del terreno nell’abitato ci sono ancora numerose fornaci. Il territorio di Pergine Valdarno è caratterizzato dal tipico paesaggio della Toscana rurale interna, con boschi nella parte più elevata e coltivazioni di viti e olivi.
Nella zona è prodotto uno dei oli d’oliva più pregiati. Dal punto di vista storico-culturale nella zona sono visibili i resti del vecchio ponte del Romito, che – sembra certo – sia quello dipinto da Leonardo Da Vinci sullo sfondo del suo più celebre quadro, la Gioconda. Il ponte è inserito all’interno della Riserva naturale di Bandella detta anche Valle dell’Inferno. È una zona palustre con boschi e una fauna decisamente interessante.
LORO CIUFFENNA (AR) – borgo collinare
Il territorio, costellato di abbazie, pievi e ruderi di castelli, è tutto adagiato sulla porzione più in alto del crinale del monte Pratomagno ed è attraversato dal torrente Ciuffenna. Tutta la zona è ricca di verde, boschi e coltivazioni agricole, e vi si gode un eccellente panorama dell’alta Valle dell’Arno (Valdarno Superiore). Da segnalare la Pieve di Gropina, uno degli esempi più significativi dell’architettura romanica in Toscana e il piccolo e pittoresco borgo Il Borro, dove ci sono numerose botteghe artigiane.
MONTEVARCHI (AR) – cittadina agro-industriale
Montevarchi è ubicata sulla riva sinistra del fiume Arno. L’abitato si sviluppò come espansione del castello da cui prese il nome. Il centro storico conserva ancora le tracce del passato medievale ben evidenziate nella Piazza Varchi con il Palazzo Pretorio e la chiesa di San Lorenzo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale Montevarchi ha assunto un marcato ruolo industriale che ne fa un polo importante nel Valdarno Aretino, principalmente nel settore della pelletteria.
SAN GIOVANNI VALDARNO (AR) – cittadina agro-industriale
Situato all’incirca a metà strada tra Firenze ed Arezzo, è uno dei principali centri industriali dell’alta valle del Valdarno Superiore, circondato dalle colline del Chianti. Il centro storico, progetto urbanistico elaborato nel XIII° secolo dall’architetto Arnolfo di Cambio, ha mantenuto la struttura di borgo medievale: piccole strade, tra cui i caratteristici “chiassi”, quasi privi di sole, e l’improvvisa apertura sulle piazze centrali, una delle quali dedicata a Masaccio, il grande pittore nato nella cittadina. La casa-museo dell’artista è aperta alle visite.
TERRANUOVA BRACCIOLINI (AR) – cittadina agro-industriale
Il territorio comunale si estende in una zona pianeggiante del Valdarno Superiore. L’economia locale si basa prevalentemente sull’agricoltura e sull’allevamento di bovini e sull’avicoltura. Nell’abitato si sono ben conservate le mura difensive e alcuni edifici storici. Nel territorio sono anche presenti numerose industrie meccaniche, calzaturiere, tessili e per la lavorazione del vetro.
Torre di Arnolfo
Zona: Valdarno Aretino
Comune: Castelfranco Piandiscò (AR) – località Castelfranco di Sopra
Tipo: fortificazione (XIV° secolo)
Conosciuta anche come “Porta Campana”, fu edificata nel XIV° secolo su progetto dall’architetto Arnolfo di Cambio ed è l’unica porta sopravvissuta. La torre ha subito diversi interventi di modifica e di restauro: nella prima metà del XVI° secolo fu inserito l’orologio. In prossimità della porta è rimasto un tratto delle antiche mura del castello ottimamente conservate. Sulla sommità della torre c’è una campana e da qui si può ammirare tutta la cittadina.
San Leolino
Zona: Valdarno Aretino e Valdambra
Comune: Bucine (AR) – località San Leolino
Tipo: castello-borgo, pieve e museo di arte sacra
Sito: www.sanleolinodibucine.it
Circondato da oliveti e vigneti, il borgo di San Leolino è collocato sulla dorsale di una collina. All’interno delle mura del castello c’è una millenaria pieve, che attualmente ha l’aspetto conferito nel XVII° secolo. L’interno è ricco di opere d’arte, tra cui il fonte battesimale in alabastro degli inizi del secolo XVII°, il tabernacolo in pietra serena del secolo XVII° e numerosi dipinti del secolo XVII°, tra cui la tela della Madonna del Rosario di Salvi Castellucci, allievo di Pietro da Cortona. Inoltre un organo a canne del XVIII° secolo, unico del suo genere in tutta la Valdambra.
All’interno della pieve è stato allestito un percorso che comprende la tinaia, l’orciaia, il granaio e le due sale del Museo d’Arte Sacra. In quest’ultimo sono conservati paramenti sacri dal secolo XVI° in poi e numerosi arredi, calici, croci d’altare, candelieri, del secolo XIV° e oltre.
Torre di Galatrona
Zona: Valdarno Aretino e Valdambra
Comune: Bucine (AR) – località Galatrona
Tipo: fortificazione (XIII° secolo)
Tel: +39 339 6749080
Orari: nei mesi da aprile a ottobre sabato e domenica 15.00-19.00, domenica anche 10.00-12.00
Assieme a tracce della porta di accesso, questa torre di avvistamento, originariamente denominata Canestruna, è quanto rimane di uno dei più importanti castelli della Valdambra, ubicato in posizione strategica rispetto alla sottostante vallata e a una variante della Via Cassia. Per tutto il Medio Evo e fino alla fine del XIII° secolo fu al centro di contese tra Arezzo, Firenze, e Siena.
Da documenti risalenti ai primi anni del XV° secolo risulta che, all’epoca, il castello conteneva all’interno un villaggio fortificato, composto da una ventina di piccole abitazioni, occupate quasi esclusivamente da contadini e piccoli proprietari. Successivamente, nel XVI° secolo, tutta la Valdambra fu coinvolta nella definitiva guerra tra Firenze e Siena e Galatrona entrò definitivamente a far parte dei territori soggetti a Firenze. La torre è stata oggetto di restauro e riqualificazione ambientale e, attualmente, all’interno c’è un percorso tematico multimediale sulla storia dell’abitato e del castello.
Pieve di San Pietro a Gropina
Zona: Valdarno Aretino
Comune: Loro Ciuffenna (AR) – località Gropina
Tipo: chiesa romanica (XII° secolo)
In epoca romana alcune costruzioni occupavano il punto esatto dove è ubicato l’edificio religioso. Successivamente fu edificato un tempio paleocristiano mentre la pieve vera e propria fu costruita nel XII° secolo. È stata dichiarata monumento nazionale, in quanto si tratta di uno degli esempi più significativi dell’architettura romanica in Toscana. La chiesa ha un impianto basilicale con abside semicircolare; la decorazione interna è particolarmente ricca.
Di notevole valore è un ambone scolpito con figure zoomorfe e motivi geometrici. Le colonne monolitiche sono sormontate da capitelli che riproducono episodi tratti dal Vecchio e dal Nuovo Testamento. Durante lavori di risistemazione della pavimentazione sono state scoperte le tracce delle due costruzioni risalenti alle epoche precedenti.
Pieve di San Pietro a Ruoti
Zona: Valdarno Aretino e Valdambra
Comune: Bucine (AR) – località Badia a Ruoti
Tipo: chiesa (XI°-XVI° secolo)
Indirizzo: via Vicolo, 29
Tel: +39 339 2447023
Il complesso della Badia di Ruoti è costituito dalla chiesa, dalla cappella della Compagnia e dal convento con relativo chiostro interno (oggetto di trasformazioni nei secoli successivi). La chiesa è documentata fin dal 1076, quando aderì alla regola camaldolese. Il borgo fu teatro di numerose contese interne e guerre, con frequenti assedi e irruzioni, che danneggiarono duramente il complesso abbaziale. Le molte modifiche eseguite modificarono l’aspetto originale del complesso. I numerosi successivi restauri hanno recuperato l’aspetto originario di gran parte degli edifici.
La facciata della chiesa è preceduta da un protiro pensile risalente all’XI° secolo. La cupola è rivestita all’esterno da un alto tiburio ottagonale. L’interno, a croce latina, è a una sola navata conclusa da un’abside semicircolare. Oltre a frammenti di affreschi del XVI° secolo, c’è l’importante pala di Neri di Bicci raffigurante l’Incoronazione della Vergine tra Santi, eseguita nel 1472.
Il Borro
Zona: Valdarno Aretino
Comune: Loro Ciuffenna (AR) – località Il Borro
Tipo: borgo medievale
Nella parte più pianeggiante del territorio comunale è collocato un piccolo ed incantevole borgo medievale, del quale si hanno notizie documentate fin dal 1039 con la denominazione di Borro di San Giustino. Prende nome dalle profonde gole all’interno delle formazioni rocciose di colore giallo intenso, conosciute come “borri” o “balze”, diffuse in tutta la zona. Circondato da una natura selvaggia che lo abbraccia con eleganza, è ubicato sopra uno sperone di roccia lambito dal torrente Lorenaccio. Il borgo fu proprietà della famiglia Pazzi, tra la più antica nobiltà di Firenze, che ci costruì per primo un castello.
Dopo la vittoria di Firenze contro Arezzo nella battaglia di Campaldino (1289), i vincitori impiccarono sulla piazzetta del borgo dieci esponenti della famiglia Pazzi che si erano schierati apertamente con la città sconfitta. Il borgo, cui si si accede attraversando un ponte alto e slanciato che scavalca il torrente, ha mantenuto intatto l’aspetto originale. Attualmente è pieno di botteghe artigiane e atelier artistici.
Davvero curiosi sono i progetti “Le botteghe artigiane in miniatura”, “Il presepe” e “La favola di Pinocchio”, riproduzioni in miniatura con personaggi in movimento. Poco distante dal borgo c’è la Tenuta del Borro, risalente al XVII° secolo. Fu inizialmente dimora di Alessandro dal Borro, soprannominato “Terrore dei Turchi”, valoroso comandante dell’esercito del granduca Ferdinando II° Medici. Dopo un periodo di tempo in cui ne fu proprietario Amedeo d’Aosta (ramo cadetto della famiglia reale italiana), la tenuta è stata acquistata dalla famiglia Ferragamo, affermatasi nel campo delle calzature di prestigio.
Villa Monsoglio
Zona: Valdarno Aretino
Comune: Laterina Pergine Valdarno – località Laterina
Tipo: dimora storica (XVII° secolo)
È una delle più grandiose ville in provincia di Arezzo, ubicata sulla strada (di probabile origine romana) che collegava la zona alla Cassia Adrianea. La villa fu edificata sul luogo dove si trovava l’antico ospedale (1109) dedicato a San Cataldo e denominato “Ospedale dell’Isoletta”. Fu la famiglia Peruzzi di Firenze che, alla fine del XVII° secolo, trasformò l’ospedale nell’attuale villa, circondata da un grande giardino all’italiana, decorandone l’interno con pregevoli affreschi.
Ponte di Romito ("Ponte della Gioconda")
Zona: Valdarno Aretino
Comune: Laterina Pergine Valdarno – località Ponticino
Tipo: ponte medievale – ruderi
Secondo un studio dell’Associazione Culturale “La Rocca” di Laterina (AR), sembra che il ponte raffigurato alle spalle della Gioconda nel celebre dipinto “Monna Lisa” di Leonardo da Vinci sia proprio il Ponte Romito, ubicato nel tratto del fiume Arno che divide il territorio di Laterina da quello di Pergine Valdarno. La ricerca, effettuata da Anselmo Rondini, indica che lo sfondo della “Monna Lisa” non raffigura, come fino ad oggi si pensava, il Ponte a Buriano (nel comune di Arezzo) bensì il Ponte Romito e il paesaggio collinare di Laterina Pergine Valdarno. Attualmente del ponte, un tempo di notevole importanza per le comunicazioni tra Arezzo e il Valdarno, rimane una sola arcata.
Parchi e giardini
Roseto Botanico "Carla Fineschi"
Zona: Valdarno Aretino
Comune: Cavriglia
Tipo: parco botanico di rose
Parco botanico dove sono coltivate migliaia di rose di più di 700 varietà diverse, alcune delle quali si pensavano estinte. L’impostazione è rigorosamente dettata dalla tradizionale struttura botanica: le rose sono state piantate in spazi separati e suddivise in sezioni, specie e sottospecie e ibridi. Il roseto è il risultato di più di trent’anni di lavoro del prof. Gianfranco Fineschi ed è dedicato alla consorte Carla Fineschi, che ha collaborato alla crescita e allo sviluppo del giardino.
Riserve naturali
Parco di Cavriglia
Zona: Valdarno superiore
Comune: Caviglia (AR) – località Castelnuovo dei Sabbioni
Tipo: area natuale protetta con animali del bosco
Il Parco di Cavriglia contiene una flora e una fauna tra le più variegate. È possibile osservare mufloni, daini, caprioli, cinghiali e lama che vivono in libertà. I sentieri del parco sono adatti ad escursioni a piedi, in mountain bike o a cavallo. Ci sono inoltre punti per il birdwatching. Un piccolo albergo accoglie gli ospiti che vogliono trascorrere una vacanza diversa.
Riserva "Le Balze"
Zona: Valdarno Aretino
Comune: Castelfranco Piandiscò (AR)
Tipo: area naturale protetta con balze
È gestita congiuntamente dalle amministrazioni comunali di Castelfranco di Sopra, Loro Ciuffenna, Pian di Scò e Terranuova Bracciolini. È un territorio di notevole attrattiva paesaggistica, dove l’erosione provocata da un antichissimo lago ha creato formazioni insolite dette “balze” (lame, torrioni, piramidi) immerse in un’area ricca di vigneti, uliveti ed altre culture agricole.
ARTE E MUSEI
Musei
Casa Masaccio
Zona: Valdarno Aretino
Comune: San Giovanni Valdarno
Tipo: casa-museo XV° secolo
In questa casa nacque, nel 1401, Tommaso di ser Giovanni, più conosciuto come Masaccio. Qui sembra sia nato nel 1406 anche il fratello minore, Giovanni di Ser Giovanni, detto Lo Scheggia, anche lui divenuto pittore. La casa a ballatoio è stata ristrutturata varie volte nel corso del secoli, con cambiamenti significativi rispetto all’originale.
Masaccio fu allievo di Tommaso di Cristoforo Fini, noto come Masolino da Panicale (1383), anch’esso originario di San Giovanni.
È considerato il primo artista rinascimentale che ha saputo rappresentare la quotidiana realtà dell’uomo, visto non più in ambienti idilliaci, ma in spazi razionali e prospetticamente misurati. L’edificio è attualmente sede di mostre e convegni.
COSA FARE
Eventi
Feste del Perdono
Periodo: settembre
Le Feste del Perdono risalgono a circa 600 anni fa per chiedere indulgenza per le malefatte dell’uomo e i danni delle guerre. In tempi recenti sono diventate feste popolari accompagnate da fiere, mercati, spettacoli un po’ in tutti i comuni della zona.
Festa Medievale di Laterina
Tipo: folklore – rievocazione storica
Località: Laterina
Sito: www.laterinamedievale.it
Periodo: ultimo fine settimana di luglio
Manifestazione rievocativa del periodo medievale con corteo storico ed esposizione di macchine da guerra.
ITINERARI
Percorsi
Strada dei Setteponti
Tipo: percorso artistico-naturalistico
Comuni: Arezzo città, Castiglion Fibocchi, Loro Ciuffenna, Castelfranco Piandiscò
Zona: Aretino e Valdarno Aretino
La Strada dei Setteponti, tracciata già in epoca etrusca, si snoda lungo le pendici del Monte Pratomagno dominando la vallata. Il percorso è un viaggio a ritroso sulle tracce di un passato e di un presente che ancora rimangono nell’arte, nella cultura, nelle tradizioni dei borghi sorti lungo la via romana che collegava Arezzo a Fiesole, la Cassia Vetus. Anche Leonardo da Vinci intraprese questo viaggio per studiare il corso dell’Arno: le Balze apparvero all’artista come “profonde segature de’ fiumi” e furono riprodotte nello sfondo dei alcuni dei suoi quadri.
La Strada dei Setteponti la si imbocca direttamente uscendo da Arezzo e si prosegue fino a Ponte Buriano, dove c’è un ponte romanico sull’Arno (XIII° secolo). Poco oltre si arriva a Castiglion Fibocchi, borgo costruito come castello a guardia della strada che dal Monte Pratomagno conduceva in Casentino. Fuori l’abitato, lungo la strada a sinistra una sosta per ammirare, all’interno della chiesa di S. Maria a Pezzano, oggi cappella del cimitero, un affresco di scuola aretina raffigurante l’Annunciazione (XIV° secolo). Si prosegue verso Loro Ciuffenna, con una sosta quasi obbligata alla romanica Pieve di San Pietro a Gropina (XII° secolo), uno degli edifici religiosi più antichi della diocesi aretina. Di particolare suggestione è l’interno, diviso in tre navate con colonne e capitelli scolpiti in pietra. Un ambone istoriato a bassorilievi con raffigurazioni umane e animali (un leone, l’aquila e un diacono), sorretto da due colonne annodate e due pilastri, è il capolavoro scultoreo della chiesa.
Dopo si prosegue verso Loro Ciuffenna, borgo medievale e già insediamento etrusco. Da visitare, nel centro storico, la chiesa di S. Maria Assunta con un trittico di Lorenzo di Bicci (XV° secolo), e il Museo “Venturino Venturi”, un omaggio all’artista che qui nacque nel 1918. Da Loro Ciuffenna è possibile un itinerario alternativo, tra i boschi e le colline del Pratomagno verso Poggio di Loro e Rocca Ricciarda, borghi interamente restaurati e da dove si ha una vista suggestiva su tutto il Valdarno. Da Loro Ciuffenna si segue l’indicazione per Castelfranco di Sopra, una delle “terre nuove” fondata nel 1299 dai Firenze. Di grande interesse è il disegno urbanistico del borgo, tradizionalmente attribuito ad Arnolfo di Cambio, con impianto regolare a scacchiera, una volta cinto da mura, torri e porte delle quali ne rimangono solo due. Da visitare l’Oratorio di San Filippo Neri (XVIII° secolo) che qui nacque nel 1515.
L’itinerario prosegue quindi verso Pian di Scò, con un sosta alla Badia di San Salvatore a Soffena, edificio religioso costruito nel XIV° secolo su un preesistente castello, testimonianza della presenza della comunità vallombrosana nel Valdarno Superiore. All’interno pregevoli affreschi di Liberato da Rieti, Bicci di Lorenzo e Giovanni di Ser Giovanni detto lo Scheggia (XV° secolo) fratello minore di Masaccio. Accanto alla Badia sorge il monastero, oggetto di recenti indagini archeologiche che hanno portato alla luce tombe medievali e rinascimentali. Il percorso termina a Pian di Scò, sviluppatosi lungo il fiume Resco. Nel centro storico c’è la pieve romanica di S. Maria, già citata in un documento del 1008. Arcate cieche e due monofore ornano la facciata. L’interno, a tre navate, è scandito da colonne con capitelli figurati. Sulla parete sinistra è visibile un affresco raffigurante una Madonna in trono con Bambino di Paolo Schiavo, databile attorno al XV° secolo.
Da Terranuova a Loro risalendo il corso del Ciuffenna
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TIPO;Percorso storico naturalistico (trekking, mountain bike)
ZONA; Valdarno Aretino
PARTENZA; Terranuova Bracciolini
ARRIVO; Loro Ciuffena
LUNGHEZZA; 30 chilometri
TEMPO DI PERCORSO; 4 ore (a piedi), 1.30 ore (mountain bike)
DIFFICOLTA;facile
DISLIVELLO; 225 m.s.l.
ATTRAZIONI; castelli di Cacchiano, Monteluco, Meleto, Spaltenna, borgo Barbischio
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L’itinerario si svolge su un terreno prevalentemente pianeggiante e quasi sempre su strade carrarecce che può esser percorso a piedi, a cavallo o in mountain bike. Partendo da Terranuova verso Pratomagno, la prima tappa segue lungo il fiume Ciuffenna. Nel paesaggio sulla sinistra si può osservare la chiesa di Pernina e la Villa Riposo e sullo sfondo i contrafforti delle balze tipiche (formazione geologica) di questa parte del Valdarno. Questo tragitto era l’antico era l’antico percorso della strada che portava a Loro attraversando il torrente con un piccolo ponte in pietra, Ponte di Lucianino. Mantenendosi sempre vicino al torrente si arriva a Penna che conduce verso la secolare pieve di Gropina. Poco avanti si trovono i poderi di Capognane e Castrpiano: è la zona dove è stato scoperto un insediamento preistorico.
In seguito si arriva al Mulino di Muntelungaccio, recentemente restaurato e al Mulino delle Gualchiere, grande complesso rurale oggi trasformato in residenza agrituristica, che conserva le tracce dell’antica funzione come le macine visibili nell’ingresso dell’acqua. Finalmente si arriva alla strada delle Sette Ponti, l’antica via romanica abbastanza ben conservata. Dalla Pieve di Gropina si risale verso Loro Ciuffenna dove ci sono diverse buone trattorie e su può prende l’autobus per Terranuova.
Borghi e castelli
Partendo dalla località di Castelnuovo dei Sabbioni (Comune di Cavriglia) un percorso porta a visitare antichi manieri, oggi abbandonati, ricchi di storia e di enigmi ancora irrisolti. La prima tappa è quella di Castelnuovo d’Avane, borgo fortificato ricordato fin dal X° secolo e abbandonato verso la metà del XX° a seguito dell’attività minieraria. Salendo poi verso Massa dei Sabbioni, e dirigendosi poi verso la località Le Corti, un sentiero conduce ai ruderi del castello di Montedomenichi.
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TIPO;Percorso storico trekking o mountain bike
ZONA; Valdarno Aretino
PARTENZA;località Castelnuovo dei Sabbioni
ARRIVO; Montedomenichi
ATTRAZIONI; villaggio minerario di Castelnuovo d’Avene, castello di Montedomenichi
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CULTURA
Curiosità
Gli sfondi di Leonardo Da Vinci
Secondo un studio dell’Associazione Culturale “La Rocca” di Laterina (AR), sembra che il ponte raffigurato alle spalle della Gioconda nel celebre dipinto “Monna Lisa” di Leonardo da Vinci sia proprio il Ponte Romito, ubicato nel tratto del fiume Arno che divide il territorio di Laterina da quello di Pergine Valdarno. La ricerca, effettuata da Anselmo Rondini, indica che lo sfondo della “Monna Lisa” non raffigura, come fino ad oggi si pensava, il Ponte a Buriano (nel comune di Arezzo) bensì il Ponte Romito e il paesaggio collinare di Laterina Pergine Valdarno. Attualmente del ponte, un tempo di notevole importanza per le comunicazioni tra Arezzo e il Valdarno, rimane una sola arcata.
Anche le balze e i calanchi nei pressi di Castelfranco catturarono l’attenzione Leonardo da Vinci, che li utilizzò come sfondo in vari dipinti e disegni. Particolarmente affascinanti sono le balze dell’Acqua Zolfina.
Il mago Nepo
Nepo fu un mago e guaritore che, pur tacciato di stregoneria e di plagio da autorità religiose, ebbe molto seguito a metà del XV° secolo. Attorno al 1460 si stabilì nei pressi di Galatrona e alcuni esponenti della famiglia Medici continuarono a frequentarlo. Fu infatti il medico personale di Giovanni, figlio di Cosimo il Vecchio, e poi al servizio di Lorenzo il Magnifico. Anche se molti aspetti della vita restano in ombra, riuscì ad evitare l’implacabile Inquisizione per la protezione offerta dalla Signoria di Firenze. Scrittori cinquecenteschi lo descrivono come un operatore di magia naturale. Per diverse generazioni la sua discendenza maschile operò in posizione preminente nel campo delle terapie naturali e a contrasto di malefici. Favoriti senz’altro dalla fama del progenitore, i discendenti proseguirono per almeno due secoli l’attività medica in Valdambra, operando quindi anche per una clientela in altre parti della Toscana.
Un amore di Ugo Foscolo
“…e pensa che nessuna donna può amarti mai con tanta lealtà, sincerità e fierezza quanto la tua Quirina”.
Sono le parole di una delle tante lettere di Quirina Mocenni Magiotti spedite da San Leolino e dirette al poeta Ugo Foscolo tra il 1812 e il 1821.
Nel 1801 Quirina aveva sposato il nobile di provincia Ferdinando Magiotti, descritto senza mezzi termini “un povero infelice, scemo dalla nascita, ma ricco”. Visse con il marito tra Firenze e Montevarchi e, nell’autunno 1812, conobbe Ugo Foscolo. Tra i due iniziò un’intensa storia d’amore che durò comunque un paio di settimane. Difficile dire se il poeta si innamorò davvero o fu solo un capriccio. Oppure mero interesse dato che, per salvarlo dagli strozzini, quella che lui definiva nelle corrispondenze “donna gentile” gli fece un prestito piuttosto consistente per l’epoca (80 zecchini), mai restituiti.
Dopo la partenza di Foscolo da Firenze, i due non s’incontrarono più ma continuarono una fitta relazione epistolare che trasformò l’amore in amicizia (nonostante un “ritorno di fiamma” nel 1816, quando Foscolo le chiese di sposarlo). Più volte, negli anni successivi, Quirina continuò a offrire aiuto finanziario al punto che non sempre è possibile distinguere quanto l’amore dichiarato ancora dal poeta fosse reale e disinteressato. Ma, qualcuno azzarda, che la donna fu qualcosa di più di uno dei tanti cuori che il poeta lasciò infranti dietro di sé nella sua tumultuosa vita.
Le origini della rificolona
Nella vigilia della natività della Madonna, San Giovanni Valdarno ospitava un grande numero di pellegrini. Molti di questi arrivavano in ore serali e, per illuminarsi la strada, usavano lanterne di carta o di tela di varie forme, appese a bastoni o canne. Oltre al pellegrinaggio, era un’occasione per vendere la propria mercanzia (funghi secchi, formaggi e pannilini) alla fiera-mercato (Fiera della Nunziata) che si svolgeva nella piazza antistante la Basilica di Santa Maria delle Grazie. Con il tempo, per dare un tono più fantasioso e canzonatorio a quella che era divenuta una vera e propria tradizione, si cominciarono a costruire lanterne di forme diverse. In particolare ispirandosi a quelle dei contadini e alle forme delle loro donne: goffe figure femminili con un lume sotto la sottana e appese a lunghe canne.
Queste venivano portate in giro con gran frastuono di campanacci, sibili urla e motteggi vari. In queste pittoresche e confusionarie occasioni, veniva cantata e ricantata la caratteristica cantilena “ona, ona, ona ma che bella rificolona!”. E poi proseguire “la mia l’è co’ fiocchi e la tua l’è co’ pidocchi. E l’è più bella la mia di quella della zia…”. La festa anche oggi continua a vedere protagoniste le rificolone e la fiera-mercato. Come in passato, le piccole aziende agricole portano in piazza i loro prodotti permettendo ai cittadini di approvvigionarsi e di riscoprire sapori della tradizione contadina.
ENOGASTRONOMIA
Prodotti tipici
Salumi
Due sono i salumi tipici della zona:
Finocchiona: preparata con i semi di finocchio selvatico mescolati alle carni grasse e magre della pancia del maiale precedentemente finemente tritate, a cui viene aggiunto vino rosso
Tarese: una pancetta gigante insaporita con spezie e poi stagionata per esaltarne il sapore
Altre produzioni tipiche
La forte tradizione agricola della zona trova conferma in alcuni prodotti tipici:
- Fagiolo Zolfino: coltivato sulle zone collinari del Pratomagno è apprezzato per la digeribilità e per la capacità di abbinarsi a molti piatti
- Pollo del Valdarno: anche conosciuto come Valdarnese Bianca o Valdarno Bianca è molto apprezzato per la carne consistente, sapida e gustosa
Vino Chianti Colli Aretini DOCG
Da secoli il vino è un elemento primario per l’economia del territorio. Un bando firmato dal granduca Cosimo III° Medici attesta già nel 1716 la qualità vinicola della zona. La maggior parte dei vigneti attuali sono costituiti dal Sangiovese, che sta alla base del Chianti Colli Aretini DOCG: un vino brillante, colore rosso rubino, profumato di viola e di ciliegia. In tempi più recenti la coltivazione si è allargata a vitigni Cabernet, Sauvignon e Merlot con conseguente diffusione degli IGT (o “Supertuscans”). Nella sottozona è consentito anche l’uso di vitigni a bacca bianca (Trebbiano e Malvasia). Eccellente anche la qualità del Vinsanto prodotto in zona.
Strada del Vino e dell'Olio Terre di Arezzo
Zone: Casentino, Valdarno Aretino, Valdichiana
Comuni: Arezzo, Bucine, Cavriglia, Castiglion Fiorentino, Civitella in Val di Chiana, Cortona, Lucignano, Monte San Savino, Montevarchi, Marciano della Chiana, Pergine Valdarno, San Giovanni Valdarno
Informazioni: Comitato Promotore Strada del Vino Terre di Arezzo
Indirizzo: Via Ricasoli, 38/40 – Arezzo (AR)
Tel: +39 0575 294066 / +39 0575 914767
Email: info@stradadelvino.arezzo.it
Sito: www.stradadelvino.arezzo.it
Prodotti: Chianti DOCG, Chianti Colli Aretini DOCG, Valdichiana Toscana DOC, Cortona DOC, Valdarno di Sopra DOC, Colli dell’Etruria Centrale DOC, Vinsanto del Chianti DOC
Altri prodotti: olio extravergine d’oliva toscano IGP, carne chianina IGP, pollame del Valdarno,formaggio pecorino del Casentino, castagne del Pratomagno, fagiolo zolfino del Pratomagno, mela nesta
È una delle strade del vino più lunghe (circa 200 chilometri) e articolate della Toscana. Comprende infatti la sottozona Colli Aretini del Chianti e le tre zone vinicole Valdarno di Sopra DOC, Valdichiana DOC, Cortona DOC. Il percorso, che attraversa sempre la tipica campagna toscana, è accompagnato da numerose cantine e punti di ristoro. Al paesaggio pieno di vigneti, oliveti, castagneti e boschi, si aggiungono attrazioni di vario tipo lungo tutto il percorso: dalle vestigia etrusche ai borghi medievali, dalle manifestazioni folcloristiche in costume d’epoca all’artigianato tradizionale. L’itinerario consente quindi di conoscere non solo i vini ma anche la gastronomia, gli abitanti, l’ospitalità, le tradizioni, la natura, l’arte. La strada attraversa anche tutte le aree di produzione di un ottimo olio extra vergine di oliva, legumi (fagioli), formaggi, miele. Parimenti vengono lambite aree di allevamento dei bovini di razza chianina e di produzione di salumi tradizionali: prosciutto toscano DOP, salame, capocollo, finocchiona, soprassata del Valdarno.
I vini
Il territorio aretino produce una DOCG Chianti sottozona Colli Aretini e ben tre DOC con vini rossi, rosati, bianchi e vinsanto: Cortona, Valdichiana e Valdarno di Sopra (la più giovane, riconosciuta nel 2011). I principali vitigni a bacca nera coltivati nell’area sono Sangiovese, Canaiolo, Ciliegiolo, Malvasia Nera, Syrah, Cabernet Sauvignon, Merlot; Trebbiano, Malvasia bianca, Chardonnay e Grechetto sono quelli a bacca bianca.
Il Chianti dei Colli Aretini DOCG è un vino da pasto, ottimo con carni rosse e con i piatti tipici del Valdarno. Il Cortona DOC è prodotto in diverse varianti: Chardonnay, Grechetto, Pinot Bianco, Riesling Italico, Sauvignon, Rosato, Cabernet Sauvignon, Gamay, Merlot, Pinot nero, Sangiovese, Syrah, Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice. Questa notevole varietà può essere abbinata a una ampia scelta di piatti, meglio se carni o cacciagione; dolciumi per il Vin Santo.
Il percorso
È più opportuno percorrere la Strada del Vino e dell’Olio Terre di Arezzo iniziando dalla zona del Valdarno Aretino. Qui si può già osservare una notevole varietà di paesaggi: ai filari di viti su terrazzamenti con muri a secco, ai borghi e ai castelli si contrappone il paesaggio lunare di affossamenti pronunciati ed escavazioni, testimonianza dall’attività mineraria a cielo aperto. Il percorso penetra poi all’interno della Valdambra, caratterizzata da antiche abbazie e borghi incastellati sulle colline ricoperte di oliveti centenari. La Strada si dirige poi verso la Valdichiana, piena di bellezze artistiche e di alcuni dei capolavori pittorici del Rinascimento. Le imponenti case rurali leopoldine testimoniano l’ampia bonifica intrapresa dal granduca Leopoldo Asburgo Lorena.
Tornando indietro, quasi a metà del percorso, c’è Arezzo, circondata da colline piene di vigneti ed oliveti, situata alla confluenza di quattro vallate ricche di storia, cultura e prodotti agro-alimentari di eccellente qualità. Di origine etrusca, Arezzo è un gioiello medievale, ricca di storia, cultura e arte. Nel centro storico, è d’obbligo visitare la chiesa di San Francesco con gli affreschi di Piero Della Francesca “La Leggenda della Vera Croce”, la pieve romanica di Santa Maria e Piazza Grande (che fa da cornice alla Giostra del Saracino), la cattedrale gotica con la Maddalena di Piero della Francesca, la Chiesa di San Domenico con il crocifisso di Cimabue e la Casa Vasari. Eventi tradizionali e molto seguiti sono la Fiera Antiquaria (mensile) e la Giostra del Saracino (terzo sabato di giugno e prima domenica di settembre). Arezzo è altrettanto famosa per la lavorazione dell’oro, di cui la città, assieme a poche altre in Italia, vanta la migliore e maggiore produzione.
Da Arezzo la Strada si biforca. Un ramo risale tutto il Casentino, costeggiando il fiume Arno, fino alle secolari foreste dell’Appennino Tosco Romagnolo e al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Verso ovest la Strada del Vino segue invece la Strada Provinciale 1 “Setteponti” che costeggia le pendici del Pratomagno. Gli ordinati vigneti su terrazzamenti sono in piena armonia con la natura circostante. Lungo il percorso sono distribuiti attraenti borghi medioevali e storiche pievi romaniche.