L’abbazia di San Lorenzo a Coltibuono è più comunemente nota come Badia a Coltibuono. Fu edificata nel 1049 dalla famiglia Firidolfi e, dal 1239, ottenne la protezione di Firenze. Per le grandi rendite fu data in commenda, insieme alla badia a Passignano, al cardinale Giovanni Medici, il futuro papa Leone X°. La soppressione degli ordini religiosi decretata dall’imperatore Napoleone all’inizio del XIX° secolo sancì la fine dell’abbazia, che venne smobilitata e poi venduta. Gli edifici annessi furono trasformati in fattoria mentre la chiesa divenne una semplice parrocchiale. I fedeli si strinsero intorno all’unico monaco rimasto, don Ilarione Parenti, che svolgeva anche funzioni di parroco. Il religioso fu protagonista di una strenua resistenza, tanto da arrivare a fronteggiare anche un gruppo di soldati francesi inviati a sloggiarlo. Non volendo altri problemi, la famiglia Calamai, nuova proprietaria del complesso, decise di affittare la badia.
A seguito di alcune speculazioni sfavorevoli e per salvarsi dai creditori, nel 1816 il proprietario bandì una lotteria i cui premi erano beni fondiari. Tra questi c’era anche la badia di Coltibuono, valutata ben 98.000 scudi dell’epoca. La lotteria però non dava i risultati sperati e, non riuscendo ad ottenere quanto previsto, il propietario assegnò tutto al conte Giovanni Giraud, un avventuriero romano, “magicamente” risultato possessore del biglietto vincente. Accusato di truffa, il proprietario decise di disfarsene quanto prima e riuscì a venderla ad un altro singolare personaggio che all’epoca risiedeva a Firenze. Questi era il principe Stanislao Poniatowsky, nipote del re di Polonia Stanislao Augusto. Il nobile morì pochi anni dopo e la vedova ed i figli sperperarono tutto il patrimonio per finanziare spettacoli ed opere liriche. Tutti furono presto travolti dai debiti e così, nel 1846, la badia fu venduta a Guido Giuntini. Prima di pagare, il nuovo proprietario ottenne dal papato tutte le garanzie contro un possibile ritorno dei monaci.
Dopo altri cambi di proprietà, attualmente appartiene alla famiglia Stucchi-Prinetti che hanno trasformato il complesso in un’azienda agricola, conosciuta in tutto il mondo. Il complesso comprende due edifici principali, la chiesa e l’ex-monastero. La chiesa, dedicata a San Lorenzo, ha pianta a croce latina ed è decorata con affreschi e stucchi in stile tardo barocco. All’interno riposano i resti mortali del beato Benedetto Ricasoli, morto nel 1107. La torre campanaria, al di fuori della chiesa, risale al 1160 ed è un’imponente e massiccia costruzione con quattro grande monofore. Il monastero fu trasformato in residenza di campagna nel XIX° secolo, ma ancora si distinguono il chiostro e il refettorio originali. Intorno alle costruzioni c’è un ampio giardino, completamente restaurato negli ultimi decenni. È impostato secondo uno schema che rispecchia l’antico hortus conclusus (orto murato): geometriche di siepi di bosso con inserimento di piante aromatiche e officinali. Tutta la proprietà è quindi circondata da grandi boschi di abete bianco, frutto del primo rimboschimento svolto dai monaci, ripreso poi nel XIX° secolo.

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Gaiole in Chianti (SI) - località Badia a Coltibuono

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43.4945542, 11.450203399999964

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