Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona Campigna si estende su una superficie di 36.000 ettari nel crinale appenninico tra le regioni Toscana e l’Emilia Romagna. Alle pendici occidentali del Monte Falterona, a circa 1.300 m s.l.m., nasce l’Arno, il più grande fiume della Toscana. Il parco è una grande area protetta caratterizzata da boschi tra i più estesi e meglio conservati d’Italia e sede di un importante patrimonio floreale, composto da 1.358 specie individuate, e da una fauna di grande interesse. I boschi e i numerosi ambienti naturali fanno da cornice ai segni della millenaria presenza dell’uomo: borghi, mulattiere e, soprattutto, due santuari di assoluto spicco, Camaldoli e La Verna, quest’ultimo il luogo dove San Francesco ricevette le stimate. Numerose sono, in tutta l’area, le pievi e i castelli.
I boschi rigogliosi sono stati per secoli sostentamento per tante piccole e grandi comunità. Inoltre hanno fornito il legname fin da epoche storiche: ad esempio quello per le impalcature del Duomo di Firenze, o travi lunghe e dritte per costruire le navi della flotta di Pisa.
Il parco è un vero paradiso naturale, costituito, a sua volta, da alcune componenti delle Foreste Demaniali Casentinesi: le Riserve Integrali di La Pietra (porzione della vecchia foresta granducale), Monte Falco-Piancancelli, Monte Penna; quindi le Riserve Biogenetiche di Camaldoli, Scodella, Badia Prataglia-Lama; infine la foresta monumentale de La Verna e l’area delle Cascate dell’Acquacheta.
All’interno del parco c’è una gran varietà di piante. Questo è dovuto in gran parte alla cura e all’impegno dei Monaci Camaldolesi, della Repubblica di Firenze, della famiglia dei Medici, ma anche dei Lorena, che nel 1838, su richiesta del Granduca Leopoldo II°, fecero venire appositamente dalla Boemia un tecnico forestale per occuparsi del rimboschimento di alcune zone degradate e importare dal Tirolo e dalla Boemia semi e piantine.
La fauna è composta da diverse specie di animali: cervi, daini, caprioli, cinghiali, tassi, puzzole, castori, ma anche poiane, ghiri, faine, volpi, scoiattoli e altri piccoli roditori. Da diversi anni è tconfermata la presenza del lupo, avvistato nella foresta della Lama.
L’area può essere visitata con escursioni a piedi, in mountain bike e a cavallo o, in inverno, con sci da escursionismo. La rete dei sentieri si estende per circa ben 600 chilometri. Per apprezzare al meglio il parco è consigliabile seguire i sentieri del C.A.I.-Club Alpino Italiano. Nel Parco ci sono 34 itinerari per escursioni a piedi e 20 per mountain bike. Nei centri visita si possono acquistare varie guide dettagliate. All’interno del parco ci sono due rifugi gestiti dal CAI, ubicati uno al Passo della Calla, sull’omonima strada, e l’altro (“Fangacci”), lungo quella che da Badia Prataglia sale all’Eremo di Camaldoli.
Foresta Monumentale della Verna
Di grande interesse naturalistico è stata conservata e mantenuta fino ai giorni nostri anche grazie alla sapiente opera dei monaci, in una perfetta armonizzazione tra uomo e natura. Il bosco principale è costituito da abeti e faggi, con esemplari che raggiungono i 50 metri di altezza e diametri fino a 1,80 metri. La foresta è caratterizzata anche da una notevole ricchezza botanica e faunistica. Sono presenti anche numerose specie di uccelli, tra cui rapaci quali il gufo reale e il falco pellegrino.
Riserva Biogenetica di Camaldoli
È situata tutt’intorno al complesso religioso di Camaldoli. I monaci l’hanno accudita per molti secoli, dedicando particolare cura all’abete bianco. Tutta l’area è popolata da quattro specie fondamentali di animali ungulati: cervo, daino, capriolo e cinghiale, oltre che dal loro predatore naturale, il lupo. Nella riserva ci sono anche aree umide, habitat naturale di importanti specie di anfibi quali il tritone e la salamandra. Nel centro visita di Camaldoli c’è Il Museo Ornitologico, costituito da una raccolta dei primi decenni del XX° secolo arricchita da esemplari di flora e fauna del territorio.
Monte Falterona
La dorsale appenninica, elevandosi con gradualità dal lato orientale, include il principale rilievo montuoso all’interno del Parco. Lungo le pendici meridionali del Monte Falterona, a quota m.1358, c’è una rigogliosa sorgente, denominata “Capo d’Arno”, all’origine del maggior corso d’acqua della Toscana, il Fiume Arno. Più a est c’è la leggera depressione erbosa denominata “Lago degli Idoli”, rilevante sito archeologico perché vi sono state rinvenute numerose statuette di epoca etrusca.
Foresta della Lama
La foresta, che però si estende in gran parte nel territorio della regione Emilia Romagna, è al centro del Parco, nei pressi del Monte Penna. All’interno c’è una stazione forestale attorno a cui si possono ammirare anche piante esotiche di dimensioni eccezionali, come pure un inusuale biancospino di vecchio di circa 300 anni.
Cascate dell’Acquacheta
Nel territorio dell’Emilia Romagna, le acque del fosso Acquacheta compiono un salto di circa 70 metri. Nei dintorni c’è il borgo dei Romiti, sorto nel XV° secolo sulle rovine dell’eremo del monastero di San Benedetto in Alpe, nel quale trovò rifugio Dante durante l’esilio. Nell’area c’è il sentiero natura “Acquacheta – La valle e la cascata di Dante” lungo circa 4,5 chilometri (tempo medio di percorrenza 4 ore e mezzo).
Complessi religiosi nel Parco delle Foreste Casentinesi:
Monastero ed Eremo di Camaldoli (comune di Poppi)
Il Monastero risale all’anno Mille quando era un ospizio vicino a Fontebuona. Nel XVI° secolo funzionava una tipografia dalla quale uscirono le Costituzioni Camaldolesi, che contenevano norme per la conduzione delle foreste. Pregevoli sono i chiostri, la chiesa dei Santi Donato e Ilariano, con dipinti il Giorgio Vasari, e l’antica farmacia. Nelle vicinanze del monastero c’è un sentiero circolare natura “Alberi e bosco” con lunghezza di circa 1,8 chilometri che si può percorrere in circa 2 ore.
La Verna (comune di Chiusi della Verna)
È il famoso santuario francescano, meta costante di pellegrinaggi, arroccato sulla ripida parete meridionale del Monte Penna. La natura calcarea del monte ha determinato morfologie aspre, con numerose grotte e anfratti naturali che si aprono all’ombra di maestosi aceri di monte, frassini, olmi e faggi. L’area fu donata nel 1213 a S. Francesco dal conte casentinese Orlando Cattani. Nel 1224 avvenne il miracolo delle stimmate.
Zona: Casentino
Comuni in Provincia di Arezzo: Chiusi della Verna, Bibbiena, Poppi, Pratovecchio Stia
Comuni in Provincia Firenze: San Godenzo e Londa
Tipo: riserva naturale
Gestione: Ente Parco
Indirizzo: via G. Brocchi, 7 – 52015 Pratovecchio (AR)
Tel.: +39 0575 50301
Email: infosede@parcoforestecasentinesi.it
Sito: www.parcoforestecasentinesi.it
Centri Visita:
– Via G. Brocchi, 7 – 52015 Pratovecchio Stia (AR)
Tel.: + 39 0575 50301
– via Nazionale, 14 A – Badia Prataglia (AR)
Tel.: + 39 0575 559477
– via della Rota, 8 – località Castagno d’Andrea – San Godenzo (FI)
Tel.: +39 055 8375125