Cosa vedere e fare a San Gimignano
San Gimignano
“se vi è alcuno a cui non piaccia la Vernaccia vendemmiata in Pietrafitta,
interdetto maladetto fugga via dal mio cospetto”
Francesco Redi “Bacco in Toscana”
Tante splendide e alte torri medievali dominano un’incantevole cittadina
San Gimignano è la cittadina universalmente famosa per le torri medievali che svettano sull’abitato e che le hanno valso il soprannome di “Manhattan del Medioevo”. Per la caratteristica e inconfondibile architettura medievale del centro storico, che mantiene intatto l’aspetto trecentesco, la cittadina è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Il centro storico è ancora quasi completamente racchiuso dalle mura risalenti al XIII° secolo.
Affacciate sulle piazze e sulle strade principali si trovano 14 torri e case-torri dell’antica aristocrazia mercantile e finanziaria, tutte strutture eccezionali per quantità e per stato di conservazione. Attualmente, l’economia di San Gimignano è basata, in primo luogo, sulle attività industriali dislocate nell’area più pianeggiante. Quindi sull’agricoltura, in cui predomina la produzione di eccellenti vini (la Vernaccia) e la coltivazione dello zafferano, e sul turismo.
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ZONA; Val d’Elsa
TIPO; cittadina d’arte, borgo medievale con case-torri e patrimonio dell’umanità
COORDINATE; 43°28′00″N 11°03′00″E
ALTITUDINE; 324 metri s.l.m.
PRODOTTI; olio, vino Vernaccia, zafferano
SPORT; trekking escursionistico, ciclismo, motoraduni, equitazione
CONFINI; Barberino Val d’Elsa (FI), Certaldo (FI), Colle di Val d’Elsa (SI), Gambassi Terme (FI), Poggibonsi (SI), Volterra (PI)
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Informazioni turistiche
Comune di San Gimignano
piazza Duomo, 2 – 53037 San Gimignano (SI)
tel.: +39 0577 9901
www.comune.sangimignano.si.it
COSA VEDERE
Fortificazioni
Rocca di Montestaffoli
Zona: Val d’Elsa
Comune: San Gimignano (SI) – località Montestaffoli
Tipo: struttura fortificata (XIV° secolo)
Fu edificata nel 1353 per iniziativa di Firenze, onde contraccambiare la sottomissione volontaria della cittadina. Andata in rovina durante Il periodo del Granducato di Toscana, fu restaurata nel XX° secolo. Sebbene rimangano solo le mura e siano andati perduti tutti gli ambienti interni, è un luogo panoramico da dove si gode una notevole vista di San Gimignano e della campagna circostante. Da alcuni anni viene utilizzata per spettacoli e concerti durante la stagione estiva; recentemente vi sono state anche collocate alcune opere d’arte contemporanea.
Chiese
Collegiata (Duomo di San Gimignano)
Zona: Val d’Elsa
Tipo: cattedrale romanica (XII° secolo)
Indirizzo: piazza Duomo
Tel.: +39 0577 286300
Ingresso: intero €uro 4,00, ridotto € 2,00
Comunemente conosciuta anche come Duomo, risale al 1148. È considerata uno dei più prestigiosi esempi di stile romanico toscano. Costruita su tre navate, ha pareti interne interamente affrescate. Tra le opere più pregevoli: San Sebastiano di Benozzo Gozzoli, Storie di Santa Fina di Domenico Ghirlandaio, Vecchio e Nuovo Testamento di Bartolo di Fredi e Giudizio Universale di Taddeo di Bartolo. Notevoli le sculture di Giuliano e Benedetto da Maiano e l’Annunciazione lignea di Jacopo della Quercia. Molto frequentata è la Cappella di Santa Fina, dove è conservato il busto-reliquiario della mistica.
Chiesa Sant'Agostino
Zona: Val d’Elsa
Tipo: chiesa romanica (XII° secolo)
Risalente al XII° secolo, all’interno conserva numerosi affreschi di pregio. In particolare le Storie della vita di sant’Agostino di Benozzo Gozzoli e opere di Piero del Pollaiolo, Pier Francesco Fiorentino, Vincenzo Tamagni e Sebastiano Mainardi.
Santuario di Maria Santissima Madre della Divina Provvidenza
Zona: Val d’Elsa
Tipo: chiesa-santuario (XV° secolo)
Nello stesso luogo dove è ora ubicata la chiesa c’era un’edicola sulla quale, nel 1475, Pier Francesco Fiorentino aveva affrescato l’immagine della Madonna che allatta il Bambino. Successivamente l’edicola venne trascurata e fu coperta da rovi ed edera fino a scomparire alla vista. Dopo l’apparizione di una misteriosa signora a una pastorella muta i paesani iniziarono a estirpare le piante cresciute attorno all’edicola fino a scoprire l’immagine della Madonna. Durante l’estirpazione l’immagine fu graffiata da un colpo di roncola e il segno è tuttora visibile. Da quel momento fu deciso di venerare l’affresco con il titolo di “Madre della Divina Provvidenza”.
Queste notizie attirarono una moltitudine di pellegrini che iniziarono a portare materiale edile per innalzare una chiesa, affinché l’immagine fosse protetta. Grazie a queste donazioni spontanee l’edificio fu eretto nel 1670. All’interno si conservano due sculture lignee policrome del XVII° secolo raffiguranti Santa Giulitta con il figlioletto Quirico e San Geminiano. Ci sono inoltre anche centinaia di ex voto, piccole tavolette dipinte lasciate a ricordo di una qualche intercessione miracolosa.
Chiesa di Sant'Jacopo al Tempio
Zona: Val d’Elsa
Tipo: chiesa (XIV° secolo)
Risalente al XII° secolo, era originariamente un ospedale annesso a una piccola chiesa. Il complesso, che apparteneva all’Ordine dei Templari, fu trasferito all’ordine gerosolimitano nel 1311. Nel 1559 fu affidato alle suore del convento di San Girolamo, le quali fecero costruire un passaggio soprelevato di comunicazione con il loro convento. L’edificio ha subito vari restauri e, attualmente, si presenta con un’unica navata rettangolare, senza abside, coperta a volta. Nella lunetta monolitica della facciata è scolpita in rilievo una croce templare mentre le mensole sono decorate con figure antropomorfe. L’interno è suddiviso in cinque campate separate da grandi archi trasversali che si appoggiano, alternativamente, su semi-colonne e semi-pilastri.
Questa suddivisione dell’aula principale è praticamente unica in Toscana. All’interno sono visibili tre notevoli affreschi del XIV° secolo: Madonna col Bambino tra i Santi Giacomo Maggiore e Giovanni Evangelista di Memmo di Filippuccio, pittore senese di impronta giottesca e suocero di Simone Marrtini, Crocifissione e Deposizione nel Sepolcro, attribuiti al Maestro della Madonna Strauss, e San Jacopo Maggiore di Pier Francesco Fiorentino.
Monumenti e luoghi da visitare
Bastione San Francesco
Zona: Val d’Elsa
Tipo: fortificazione (XVI° secolo)
Situato nei pressi della Porta San Giovanni, è integrato nella cinta muraria. Fu costruito nel XVI° secolo, per volontà espressa di Firenze, cui San Gimignano si era sottomessa nel 1351. La costruzione è a pianta circolare. Una lapide ricorda che proprio qui, nel 1507, Niccolò Machiavelli addestrò le milizie cittadine.
Torre Grossa
Zona: Val d’Elsa
Tipo: dimora fortificata (XIV° secolo)
Tel.: +39 0577 286300 / 990312
Con i suoi 54 metri è la torre più alta di San Gimignano. Fu iniziata nell’anno 1300 e completata undici anni dopo. È una delle uniche sulle quali è consentito l’accesso al pubblico, utilizzando lo stesso biglietto del Museo Civico. Sulla sommità, dalla quale si gode una stupenda vista sulla cittadina e sulla campagna circostante, è presente una cella campanaria, circondata da un camminamento protetto da parapetto poggiante su archetti pensili.
Casa-Torre Campatelli
Zona: Val d’Elsa
Tipo: dimora fortificata (XII° secolo)
Indirizzo: via San Giovanni, 15
Tel.: +39 0577 941419
Email: faicampatelli@fondoambiente.it
Orari: mesi aprile-ottobre da martedì a domenica 9.30-19.00; novembre, dicembre e marzo 10.30-17.00; chiusa gennaio e febbraio
Ingresso: €uro 5,00 intero, € 2,00 ridotto
Servizi: bookshop e wi-fi; visite guidate con gruppi di massimo 25 persone ogni 45 minuti.
La casa-torre Campatelli è un edificio risalente al XII° secolo, raro esempio di casa-torre che ha conservato i volumi interni originari. Nei secoli XIX° e XX° divenne una dimora borghese. La casa racconta attraverso arredi, decorazioni, quadri l’atmosfera e le vicende di una tipica famiglia toscana, sullo sfondo di una storia lunga mille anni, narrata con sofisticate tecnologie digitali.
Torre Rognosa o dell'Orologio
Zona: Val d’Elsa
Tipo: dimora fortificata (XIII° secolo)
Eretta attorno all’inizio del XIII° secolo, appartenne alla famiglia Gregori e poi a quella degli Oti. Il nome deriva dal fatto che, dopo l’utilizzo da parte del podestà, divenne un carcere: per questo era visitata da chi aveva “rogne”, cioè guai giudiziari. La torre, alta quasi 52 metri, è a base quadrata ed è costruita con pietre sbozzate in maniera abbastanza regolare. La torre ha un’unica finestrella rivolta verso piazza della Cisterna e, all’ultimo piano, c’è un’altana che funzionava da cella campanaria per allertare la popolazione in caso di pericolo.
Torri dei Salvucci
Zona: Val d’Elsa
Tipo: dimora fortificata (XII° secolo)
La famiglia Salvucci si era arricchita sia con la mercatura che con l’usura. Alla fine del XII° secolo fece costruire due torri, gemelle nell’aspetto e nell’altezza, quasi a simboleggiare la supremazia della famiglia sulla cittadina stessa. I Salvucci erano anche la più importante famiglia di San Gimignano di fazione guelfa, acerrima nemica della famiglia Ardinghelli, appartenente al partito avversario, quello ghibellino. Però, nel 1255, entrò in vigore una disposizione secondo cui si vietava ai privati cittadini di costruire torri più alte di quelle in cui risiedeva l’autorità di governo. Le loro torri gemelle superavano, anche se di poco, l’altezza della Torre Rognosa, dimora del podestà. Poiché anche i rivali Ardinghelli avevano, nel frattempo, fatto costruire due torri simili in altezza e dimensioni, la “punizione” colpì le quattro costruzioni al di fuori della legge, che furono tutte ribassate.
Le torri gemelle sono entrambe a base quadrata e con pochissime aperture, ad eccezione di qualche finestrella rettangolare. Al piano terreno si aprono strettissimi portali, sormontati da architrave o da arco a sesto acuto. La torre maggiore è stata trasformata in uno straordinario appartamento tutto in verticale: 10 piani abitabili e una terrazza panoramica. L’appartamento può essere affittato ma non è adatto a famiglie con bambini.
Torri degli Ardinghelli
Zona: Val d’Elsa
Tipo: dimora fortificata (XIII° secolo)
Gli Ardinghelli si erano arricchiti con il commercio e le attività finanziarie. Inoltre erano la più importante famiglia della fazione ghibellina a San Gimignano, avversari della famiglia Salvucci, schierata con il partito guelfo. Le due torri furono costruite nel XIII° secolo, per contrastare quelle dei Salvucci, ubicate sull’altra estremità della piazza. Nondimeno violavano la disposizione del 1255 secondo cui si vietava ai privati cittadini di costruire torri più alte di quelle in cui risiedeva l’autorità di governo.
Il provvedimento punitivo si abbatté sulle due famiglie avversarie e le quattro costruzioni al di fuori della legge furono tutte ridotte in altezza. Sebbene entrambe a base quadrilatera, le due torri sono piuttosto diverse. Quella di destra è più stretta e ha un aspetto più tipicamente medievale: la parete esterna è coperta da bozze regolari a vista, interrotta solo da poche e strette monofore e da una feritoia. La torre di sinistra ha invece una superficie più ampia, con finestre sormontate da un arco.
Torre Chigi
Zona: Val d’Elsa
Tipo: dimora fortificata (XIII° secolo)
Quantunque non molto alta, è una delle più belle torri della città. Fu costruita nel 1280 e fu proprietà della famiglia Useppi. La parete esterna dei primi tre piani è ricoperta da pietra a vista, tagliata in bozze ben squadrate, nella quale sono distribuite alcune aperture con archi ribassati. Il portale è situato al primo piano e, per l’accesso, veniva utilizzata una scala di legno, ritirata durante le ore notturne. Negli insicuri anni del Medio Evo questo accorgimento evitava intrusioni a sorpresa all’interno della parte abitata della torre.
Torre del Diavolo
Zona: Val d’Elsa
Tipo: dimora fortificata (XIII° secolo)
Secondo una leggenda il nome deriverebbe dall’inaspettata soprelevazione che il proprietario avrebbe constatato, con sorpresa, al rientro da un viaggio: l’opera sarebbe stata ritenuta frutto di un malefico prodigio. L’alta torre è caratterizzata da un portale di doppia altezza, elemento che fa ipotizzare l’esistenza di un vecchio passaggio pedonale. In origine, ai piedi della costruzione c’era il cosiddetto “vicolo dell’Oro”, dove si trovavano le botteghe dei battiloro, gli artigiani che riducevano il metallo in fogli sottilissimi, usati soprattutto come sfondo nei dipinti su legno. La parete esterna del piano sovrastante, è costellata di buche con mensole, il che fa supporre l’esistenza di un ballatoio ligneo. L’illuminazione è assicurata da una stretta feritoia e anche i livelli superiori hanno tutti strette finestrelle, una per piano.
Riserve naturali
Riserva Naturale di Castelvecchio
Zona: Val d’Elsa
Tipo: area protetta
Sito: www.riservenaturali.provincia.siena.it
La riserva compendia tutte le caratteristiche del territorio di San Gimignano: quasi tutto di natura calcarea, elemento che favorisce una vegetazione eterogenea, prevalentemente costituita da faggi e aceri montani. Qui vive la Solatopupa Juliana, mollusco molto diffuso nelle formazioni calcaree della Toscana. Durante il periodo invernale si può avvistare il falco pellegrino. Infine, nelle aree pianeggianti crescono fitti arbusti che, insieme ai pascoli e alle aree agricole esterne alla riserva, forniscono cibo alle numerose specie di uccelli, tra cui il biancone e il codirosso. Nella parte meridionale della riserva affiorano le pareti rocciose su cui sono visibili le rovine del borgo di Castelvecchio.
ARTE E MUSEI
Musei di San Gimignano
Interno della Spezieria di Santa Fina
San Gimignano 1300
Zona: Val d’Elsa
Tipo: museo etnologico
È un museo storico e artistico situato all’interno dell’antico Palazzo Ficarelli e suddiviso in dieci gallerie espositive. Ci sono approfondimenti sulla Via Francigena e sulle vie di pellegrinaggio nel Medio Evo. Quindi ricostruzioni di particolari della vita cittadina e rurale dedicati alle arti e professioni dell’epoca. Inoltre l’imponente riproduzione in scala 1:100 di San Gimignano nel XIV° secolo, eseguita interamente a mano in ceramica. Il percorso storico-didattico del museo è completato da una serie di acquerelli originali, realizzati da Enrico Guerrini, raffiguranti alcuni importanti momenti nella storia del territorio e della cittadina, dall’epoca etrusca al presente.
Palazzo Comunale - Pinacoteca - Torre Grossa
Zona: Val d’Elsa
Tipo: museo civico e pinacoteca
Indirizzo: Palazzo del Popolo – piazza Duomo, 2
Tel.: +39 0577 286300 / 990312
Il Palazzo del Podestà, risalente al XIII° secolo, è attualmente sede del Museo Civico, allestito nel primo piano dell’edificio. Le stanze sono riccamente decorate con affreschi, sculture e mobili d’epoca quali antichi sedili lignei intagliati e intarsiati (1475). Sono pure visitabili la camera del podestà, la sala delle adunanze segrete e anche la sala di Dante, con la Maestà di Lippo Memmi. Al secondo piano dell’edificio c’è la Pinacoteca, che contiene opere di artisti di altissimo livello, tra le quali spiccano un crocifisso ligneo sagomato di Coppo di Marcovaldo (1260 circa), Madonna con Bambino in umiltà con angeli e santi di Benozzo Gozzoli (1466), Angelo Annunciante e Vergine Annunciata di Filippino Lippi (1482) e Assunta con i Santi Gregorio e Benedetto, grande pala d’altare del Pinturicchio (1511).
Inoltre opere di altri importanti artisti quali Domenico di Michelino e Pier Francesco Fiorentino. In una teca è inoltre esposto un raro tappeto mamelucco del XIV° secolo, annodato al Cairo con un’inconsueta forma a croce che simula la sovrapposizione di tre tappeti.
Museo Diocesano d'Arte Sacra
Zona: Val d’Elsa
Tipo: museo di arte sacra
Indirizzo: piazza Pecori, 1
Ingresso: intero €uro 3,50, ridotto € 2,00
Si trova all’interno dell’antico palazzo Cappellani. Espone opere d’arte, paramenti sacri, oreficeria del XV° secolo, lastre tombali e frammenti di un altare in pietra del X° secolo. Da segnalare le tele Madonna con Bambino e santi di Fra Paolino (1525), Discesa al Limbo di Matteo Rosselli, un Crocifisso con santi, affresco staccato di Benozzo Gozzoli, una Madonna con Bambino e santi, affresco e sinopia di Vincenzo Tamagni, Cristo con angelo reggisudario e un santo, scultura marmorea di Goro di Gregorio.
Museo della Tortura
Zona: Val d’Elsa
Tipo: museo criminale
Conosciuto anche come Museo Criminale Medioevale, è un’impressionante raccolta dedicata a tutte le tecniche e agli strumenti di tortura medievale, agli strumenti utilizzati per infliggere la morte e a documenti della Santa Inquisizione.
Museo Ornitologico
Zona: Val d’Elsa
Tipo: museo ornitologico
Indirizzo: Oratorio di san Francesco – via Quercecchio
È ubicato all’interno dell’ex oratorio di San Francesco, che conserva lunette affrescate da Lorenzo Ciardi (XVIII° secolo) raffiguranti Storie della vita di San Francesco. La collezione ornitologica, denominata “collezione Panciatichi”, appartenne alla marchesa Marianna Panciatichi Simenes d’Aragona Paolucci, esponente dei circoli naturalistici del XIX° secolo. È composta da 371 esemplari imbalsamati: ci sono molti rapaci, tutti i principali gruppi di uccelli acquatici, l’intera tipologia di anatre che vivono in Italia. Sono presenti anche specie rare oppure ormai estinte quali il picchio rosso mezzano e il picchio rosso minore.
Museo Peugeot
Zona: Val d’Elsa
Tipo: museo industriale
È il primo al di fuori della Francia dedicato alle vetture e alla storia del celebre marchio. Nella raccolta è inclusa anche l’autovettura Tipo 3, la prima automobile a circolare in Italia, nel gennaio 1893.
COSA FARE
Eventi
Ferie delle Messi
Tipo: storico folcloristico
Periodo: giugno
Figuranti in costume, musici, cavalieri, gruppi storici fanno rivivere l’atmosfera medievale per mezzo di sfilate, la ricostruzione di un accampamento militare e la sfida “Giostra dei Bastoni”.
ITINERARI
Percorsi e Tour
Via Francigena
Il territorio comunale è attraversato dalla Via Francigena, anche conosciuta come via Romea. A partire dall’VIII° secolo d.C. e fino a tutto il tardo Medio Evo fu la principale arteria di collegamento, di commercio e pellegrinaggio tra il Nord Europa e il Mediterraneo. Fu durante il Regno dei Longobardi che il tracciato acquistò una fisionomia più definita. Quando poi Lucca divenne la capitale della Tuscia longobarda, il percorso raggiunse una notevole importanza e Lucca ne costituì una tappa primaria.
Infatti il Volto Santo, presunta immagine del vero viso di Cristo esposta nel Duomo della città, fece diventare la località una sosta obbligata per i pellegrini. Confermata in attività fin dal X° secolo, la Via Francigena fu minuziosamente descritta dal vescovo Sigerico durante il viaggio da Roma alla Gran Bretagna. Nell’anno 990 il religioso, che era arcivescovo di Canterbury, intraprese il ritorno e descrisse piuttosto accuratamente il viaggio in un diario. Successivamente il tracciato fu denominato “via Francigena di Monte Bardone”.
A partire dal 1994 la Via Francigena è stata dichiarata Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa assumendo una dignità sovranazionale. Dato il crescente numero di nuovi “pellegrini”, appassionati di trekking, della mountain bike e dell’equitazione, che hanno iniziato a percorrerla di nuovo è stata attivata una rete WiFi con hotspot dislocati in vari comuni. Lungo l’intero tracciato sono disponibili molte strutture ricettive convenzionate, agriturismi e B&B. Inoltre ogni tipo di ristorante e anche botteghe di artigianato artistico.
Per informazioni più dettagliate consultare:
– la pagina www.tuscanysweetlife.com/percorsi/francigena/ del sito Tuscany sweet Life
– il sito www.viefrancigene.org/it/
Tappa San Gimignano-Monteriggioni
È una delle tappe più belle della via Francigena. Si parte da San Gimignano verso l’Abbazia benedettina di Monte Oliveto Minore, si prosegue per Santa Lucia e poi verso il Castello di Montauto. Si risale verso Torraccia di Chiusi, torre-castello degli Abbracciabeni. Quindi si scende, attraversando il torrente Foci, fino a Molino d’Aiano. Si continua lungo una strada alberata fino a Badia a Coneo, abbazia di origine longobarda. Poco più avanti ci sono i Bagni delle Caldane, di epoca etrusca-romana. La strada si dirige quindi verso il borgo fortificato di Strove, costruito nel 994 d.C. dai signori di Staggia, e verso il Castello di Petraia. Costeggiando un antico muro si arriva a Badia a Isola, importante monastero sorto nel X° secolo. Infine Monteriggioni punto di arrivo della tappa. Acqua e punti di ristoro sono disponibili solo presso i centri abitati.
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TIPO; percorso storico e naturalistico (trekking, mountain bike)
LUNGHEZZA; km. 30
TEMPO DI PERCORSO; 8 ore
DIFFICOLTA; media
DISLIVELLO; m. 563
ATTRAZIONI; Abbazia di Monte Oliveto Minore, Castello di Montauto, Molino d’Aiano, Badia a Coneo, Castello di Petraia, Badia a Isola
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CULTURA
Storia
Raffigurazione di artisti del Medioevo
La sfida delle torri
I primi insediamenti risalgono al III° secolo a.C, quando il territorio era abitato dagli etruschi, come confermano i numerosi reperti archeologici della zona. Risale al X° secolo il primo nucleo abitato, situato lungo la Via Francigena (o Romea), per l’esattezza la XIXa tappa dell’itinerario di Sigerico, all’epoca arcivescovo di Cantenbury. Nella fattispecie il religioso segnalò il borgo come punto di intersezione tra la via Francigena e la strada che collegava Pisa con Siena e lo denominò Sce Gemiane. La Francigena provocò certamente quel rapido sviluppo che portò l’abitato ad affrancarsi e a gestire un proprio distretto territoriale – più o meno quello dell’attuale territorio comunale.
Nel 1199, il borgo divenne libero comune, staccandosi dal vescovado di Volterra da cui in precedenza dipendeva. Nel XIII° secolo San Gimignano raggiunse una solida situazione economica, basata sul commercio di pregiati prodotti agricoli locali, tra i quali lo zafferano. La solida economia favorì lo sviluppo di un ceto aristocratico urbano, che espresse la propria supremazia politica nella costruzione di torri e di case-torri. Nel XIV° secolo, a San Gimignano si contavano ben 72 torri.
Nel 1255 le mura della cittadina vennero distrutte dalle milizie di Firenze, che rimasero a presidio dell’abitato. La vittoria di Siena su Firenze nella battaglia di Montaperti (1260) permise di riconquistare l’indipendenza. Inoltre fu ricostruita una più ampia cinta muraria per inglobare altri quattro nuclei abitati: San Matteo, San Giovanni, Montestaffoli. Il XIV° secolo fu invece un periodo di crisi: già indebolita da lotte interne, la cittadina fu pesantemente colpita dalla “peste nera” e dalla carestia del 1348 che decimò la popolazione. Nel 1351, ormai stremata, San Gimignano rinunciò alla propria autonomia e si consegnò spontaneamente a Firenze.
Nonostante il declino economico e politico, il XIV° e XV° secolo furono importanti dal punto di vista artistico, grazie all’opera di numerosi maestri di Siena (o, più spesso, di Firenze). Ad artisti quali il Ghirlandaio, Benozzo Gozzoli, Taddeo di Bartolo i vari ordini religiosi dettero l’incarico di abbellire gli edifici di loro proprietà. L’inarrestabile declino e il ruolo marginale della cittadina nei secoli successivi permisero invece di mantenere quasi inalterato l’aspetto medievale.
Alla fine del XIX° secolo iniziò la riscoperta e la valorizzazione della particolarità e della bellezza di San Gimignano. Nel 1990 la cittadina è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Curiosità
Le torri gemelle
Nel XIII° secolo andava di moda a San Gimignano la costruzione di case-torri destinate alle dimore delle famiglie nobile. Ognuna famiglia costruiva una torre più alta possibile come segno di ricchezza e potere. Però, nel 1255, entrò in vigore una disposizione per cui si vietava ai privati cittadini di costruire torri più alte di quelle in cui risiedeva l’autorità di governo, ossia l’altezza della Torre Rognosa, dimora del podestà. Le due famiglie rivali all’epoca, gli Ardinghelli e i Salvucci avevano, nel frattempo, ognuna fatto costruire torri gemelle, simili in altezza e dimensioni e che superavano, anche se di poco, la torre del podestà. La “punizione” colpì le quattro costruzioni al di fuori della legge, che furono tutte ridotte in altezza.
La miracolosa protezione del Santuario di Maria Santissima
Nello stesso luogo dove è ora ubicata la chiesa di Maria Santissima c’era un’edicola con l’immagine della Madonna. Successivamente l’edicola venne trascurata e fu coperta da rovi ed edera fino a scomparire alla vista. Una leggenda racconta che, nel 1668, Bartolomea Ghini, una pastorella muta dalla nascita, fu colta da disperazione per la propria povertà e iniziò a piangere a dirotto. All’improvviso apparve una signora che chiese il motivo di tanta tristezza. Dopo che Bartolomea rispose, la signora la rassicurò dicendo di andare a casa poiché lì avrebbe trovato la dispensa piena di alimenti. A quel punto la pastorella si rese conto di aver parlato e si precipitò a casa chiamando i genitori, stupefatti di sentire per la prima volta la voce della figlia e di trovare la dispensa piena.
Sparsasi la notizia, tutti i paesani vollero quindi andare nel luogo dell’apparizione ma trovarono soltanto un grande roveto. Incuriositi, iniziarono a estirpare le piante fino a scoprire che nascondevano l’edicola con l’immagine della Madonna. Durante l’estirpazione l’immagine fu graffiata da un colpo di roncola. Da quel momento fu deciso di venerare l’affresco con il titolo di “Madre della Divina Provvidenza”. Queste notizie attirarono una moltitudine di pellegrini che iniziarono a portare offerte e materiale edile per innalzare una chiesa, affinché l’immagine fosse protetta. Durante la Seconda Guerra Mondiale l’edificio fu quasi completamente distrutto: curiosamente, solo la parete dell’altare dov’è posta l’immagine della Madonna rimase indenne.
Santa Fina
Nacque nella famiglia Ciardi che, poco tempo dopo, cominciò a impoverirsi. All’età di dieci anni fu colpita da una gravissima malattia che la costrinse a letto. Nostante il dolore della morte della madre e le piaghe che si diffondevano nel corpo continuò a trasmettere messaggi di fede a chi la visitava. Morì il 12 marzo 1253, festa di san Gregorio Magno, cui Fina era particolarmente devota. Nel momento del trapasso tutte le campane del villaggio suonarono a festa, senza che nessuno le toccasse. Sulle mura di cinta della cittadina fiorirono viole.
In sua memoria fu costruito un ospedale e, nel 1457, fu deciso di costruire una cappella all’interno della Collegiata per ospitarne il busto-reliquiario.
GASTRONOMIA
Prodotti tipici
Vernaccia
La Vernaccia di San Gimignano è uno dei vini bianchi più pregiati in Italia. Le prime notizie risalgono al 1276, anno in cui fu istituita una tassa per l’ingresso e l’uscita del prodotto. È stato il primo vino italiano a ottenere il marchio Denominazione di Origine Controllata (DOC) nel 1966. Nel 1993 ha ottenuto la certificazione superiore, DOCG. Da circa un ventennio le tecniche enologiche e più moderni sistemi agricoli hanno migliorato ulteriormente il prodotto. Ha contribuito anche la vinificazione in contenitori d’acciaio a temperatura controllata. È uno dei pochi vini bianchi suscettibili di invecchiamento. La Vernaccia ha colore paglierino e profumo fruttato. Il gusto è asciutto e gradevole.
Olio
Zafferano
La coltivazione dello zafferano nella zona è confermata già dal XIII° secolo, come pure le consistenti esportazioni verso altre zone della Toscana e del Vicino Oriente. Lo zafferano veniva utilizzato nella tintura, in medicina e nella pittura. In tempi recenti lo zafferano di San Gimignano ha conosciuto nuovo impulso per le applicazioni in campo gastronomico e nella farmacopea. Le operazioni di raccolta, pulitura e essiccazione a fuoco vengono ancora eseguite a mano.
Associazione Amici dello Zafferano DOP di San Gimignano
Indirizzo: c/o Consorzio della Denominazione San Gimignano – via di Fugnano, 19 – 53037 san Gimignano (SI)
Tel.: +39+0577 940108
Email: amicidellozafferano@gmail.com
Vino – degustazione e vendita
SERVIZI TURISTICI
Dove dormire a San Gimignano
Dove mangiare a San Gimignano
Ristoranti e Trattorie
Trattoria Chiribiri
Piazzetta della Madonna, 1 – 53037 San Gimignano (SI)
Tel. +39 0577 941948
www.ristorantechiribiri.it
info@ristorantechiribiri.it
Servizi: cucina tradizionale toscana, dolci, ampia selezione di vini locali (Vernaccia DOC) – chiuso martedì
Bio Bruschetteria La Loggia
Località Baccanella – 53037 San Gimignano (SI)
Tel. +39 0577 907267 / +39 327 4951863
trattorialaloggia@yahoo.it
Servizi: specialità primipiatti toscani, bruschetteria, salumi e formaggio locali, vini – chiuso martedì