Cosa vedere e fare ad Arezzo
Arezzo, la Giostra del Saracino, l’artigianato orafo e la Fiera Antiquaria
Situata nel punto di contatto di tre vallate (Casentino, Valdarno e Valdichiana), la città di Arezzo, capoluogo dell’omonima provincia, ha una storia antica e illustre. In origine villaggio etrusco, divenne successivamente importante centro romano e medievale. Attualmente è un attivo centro commerciale e agricolo, con industrie tessili, calzaturiere e meccaniche. Notevole è anche il patrimonio artistico e culturale della città.
Da segnalare sono il Duomo (cattedrale di Arezzo), la Basilica di San Francesco con il ciclo di affreschi di Piero della Francesca, la Fortezza medicea, il Crocifisso di Cimabue, l’Anfiteatro Romano e il Museo Archeologico. Ad Arezzo sono nati importanti artisti quali l’architetto Giorgio Vasari e i poeti Guittone d’Arezzo e Francesco Petrarca. Da visitare la casa di Vasari e quella di Petrarca.
Di particolare vanto è l’artigianato orafo, apprezzato in tutto il mondo, e che ha fatto diventare la città uno dei principali distretti orafi dell’Italia. Arezzo è anche nota per l’ottima cucina, con piatti tipici come la zuppa di pollo, l’anguilla all’aretina, il sedano fritto e i carciofi ripieni. Tra gli eventi di maggior richiamo ci sono la Giostra del Saracino, una delle manifestazioni storico-folcloristiche più note in Italia, e la Fiera Antiquaria, importante appuntamento mensile che richiama numerosi appassionati del settore e collezionisti in genere.
Si consiglia la visita nel primo fine settimana del mese (sabato e domenica) in occasione del Mercato dell’Antiquariato che occupa tutto il centro storico di Arezzo. Da Arezzo è possibile raggiungere numerosi luoghi di interesse storico, artistico e naturalistico con facili escursioni giornaliere in treno o in autobus.
[table colwidth=”20|100|50″ colalign=”left|left”]
ZONA; Aretino
TIPO; città d’arte e capoluogo della Provincia di Arezzo
COORDINATE; 43°28′24″N 11°52′12″E
ALTITUDINE; 296 metri s.l.m.
PRODOTTI; carne chianina, formaggio percorino, pane di cotone, trota, carciofi
SPORT; trekking escursionistico, ciclismo, birdwatching
LOCALITA; Olmo, Palazzo del Pero, Patrignone, Quarata
CONFINI; Anghiari, Capolona, Castiglion Fibocchi, Castiglion Fiorentino, Civitella in Val di Chiana, Cortona, Laterina, Marciano della Chiana, Monte San Savino, Monterchi, Subbiano (AR)
[/table]
Informazioni turistiche
Comune di Arezzo
piazza della Libertà, 1 – 52100 Arezzo (AR)
Tel: +39 0575 53770
protocollo@comune.arezzo.it
www.comune.arezzo.it
Ufficio turismo
piazza della Libertà, 28
Tel: +39 0575 377678
COSA VEDERE
Fortificazioni
Fortezza Medicea
Fortezza Medicea
Zona: Aretino
Tipo: fortificazione (XVI° secolo)
La fortezza è situata proprio sulla sommità del colle di San Donato. Fu progettata, su incarico del granduca Cosimo I° Medici, dall’architetto Antonio da Sangallo che applicò i primi principi di fortificazione dell’epoca moderna, la pianta stellare a cinque punte. Costruita sopra il cassero del XIV° secolo (di cui è sopravvissuta solo la porta S. Angelo) e altri edifici di epoche precedenti, è un importante esempio di architettura militare difensiva del XVI° secolo. È anche un punto panoramico da cui si gode un’eccellente veduta sulla città, la valle dell’Arno, il massiccio del Pratomagno e l’alpe di Catenaia.
Castello di Battifolle
Zona: Aretino
Comune: Arezzo (AR) – località Battifolle
Tipo: villaggio rurale
A poca distanza dal casello autostradale A1 di Arezzo c’è un piccolo paese dominato dal Castello di Battifolle. La costruzione (risalente al XI° secolo), conosciuta anche come Castel Pugliese, fu uno dei più importanti fortilizi del contado aretino, grazie alla posizione dalla quale era possibile controllare sia la zona del Valdarno Aretino sia la Valdichiana. Il maniero è raggiungibile salendo circa mezzo chilometro dalla chiesa di Battifolle. Attualmente il castello è visibile solo dall’esterno.
Chiese
Basilica di San Francesco
Cattedrale di San Donato (Duomo)
Zona: Aretino
Tipo: cattedrale (XIII° secolo)
Indirizzo: piazza Duomo
Tel.: +39 0575 23991
La precedente chiesa paleocristiana di S. Pietro martire era già divenuta sede vescovile all’inizio del XIII° secolo. Tale riconoscimento fu la spinta alla realizzazione di un più grande edificio. La costruzione fu iniziata per volere del vescovo Guglielmo degli Ubertini verso il 1278 ma si interruppe dopo che questi morì nella battaglia di Campaldino (1289). I lavori furono ripresi a più volte nel corso degli anni per concludersi, definitivamente, nel 1511. La facciata, in stile neogotico, però fu completata all’inizio del XX° secolo. Della costruzione originale rimangono quindi solo la fiancata destra e l’abside poligonale.
L’interno, a tre navate di forme gotiche, è illuminato dalle vetrate a colori del XVI° secolo, in gran parte opera di Guglielmo de Marcillat. Numerose e importanti sono le opere d’arte all’interno, oltre agli affreschi eseguiti da pittori quali Buffalmacco, Salvi Castellucci e lo stesso Marcillat. Lungo la navata destra ci sono il sepolcro in stile gotico di papa Gregorio X° (XIV° secolo) e, più avanti, la cappella di Ciuccio Tarlati realizzata da Giovanni di Agostino nel 1334 e affrescata dal pittore aretino conosciuto come Maestro del Vescovado alcuni anni dopo.
Sopra l’altare maggiore c’è la cosiddetta Arca di San Donato, un’urna di marmo realizzata nel XIV° secolo da vari scultori toscani, tra cui i senesi Agostino di Giovanni e Agnolo di Ventura. Nella navata sinistra ci sono l’affresco Maddalena di Piero della Francesca e il grande cenotafio di Guido Tarlati, anch’esso opera di Agostino di Giovanni e Agnolo di Ventura. La sfarzosa cappella della Madonna del Conforto (fine XVIII° secolo) contiene terrecotte robbiane – particolarmente pregevole è la Trinità di Andrea Della Robbia – dipinti murali e tele. L’organo, con cassa scolpita e trasmissione interamente meccanica, fu costruito tra il 1534 ed il 1563 da Luca di Bernardino da Cortona, mentre la grande cantoria è la prima opera di Giorgio Vasari, all’epoca 24enne.
Basilica di San Francesco
Zona: Aretino
Tipo: chiesa francescana (XIV° secolo)
Indirizzo: via Guido Monaco, 11
Tel: +39 0575 299071 / prenotazione on line +39 575 900404
Orario: 09.00-18.00; domenica 13.00-17.30
Ingresso: €4,00 intero, €3,00 ridotto
Accessibilità ai disabili: sì
Servizi turistici: visite guidate, bookshop, prenotazione on line
Fu edificata su un preesistente edificio religioso medievale. Il progetto della chiesa, ispirato a linee austere e allo stile gotico umbro-toscano, fu elaborato dal frate francescano Giovanni da Pistoia. La costruzione dell’edificio fu iniziata nel 1318 e completata nel 1377. La facciata è rimasta incompiuta, compensata dalla splendida vetrata del rosone, opera di Guillaume de Marcillat (1524). La torre campanaria risale alla fine del XVI° secolo. Purtroppo parte degli affreschi lungo i muri della navata furono danneggiati dalle modifiche avvenute nei secoli XVII° e XVII° e dall’adattamento dell’edificio a caserma in epoca napoleonica.Tra questi si sono conservati Cena in casa del fariseo e Salvatore di Parri di Spinello.
La basilica è famosa per l’eccezionale concentrazione di opere d’arte di altissimo valore. Innanzi tutto La leggenda della Vera Croce, un ciclo di affreschi inizialmente commissionati a Bicci di Lorenzo e che, dopo la sua morte (1452), Piero della Francesca dipinse tra il 1453 ed il 1464 nella cappella centrale situata dietro l’altare. Sopra l’altare maggiore c’è la grande tavola Croce con S. Francesco attribuita al Maestro di San Francesco, contemporaneo di Cimabue. La cappella posta a destra dell’abside contiene invece gli affreschi Storie di S. Michele e S. Egidio di Spinello Aretino; in quella a sinistra ci sono una Crocifissione di Spinello Aretino, una tavola Annunciazione di Neri di Bicci e un’altra Annunciazione attribuita tanto a Luca Signorelli che a Bartolomeo della Gatta.
Lungo la parete destra della navata ci sono edicole del XIV° e XV° secolo: nella prima le pregevoli Storie di S. Bernardino da Siena (1463) di Lorentino d’Arezzo e una Crocifissione a lui attribuita; in quella centrale Madonna e quattro santi di Parri di Spinello; infine una Annunciazione di Spinello Aretino. Lungo la parete sinistra sette cappelle in una delle quali Miracoli di Sant’Antonio di Lorentino d’Arezzo. Al di sotto del piano principale, estesa per la metà della lunghezza, c’è la Chiesa Inferiore, certamente esistente nel XIII° secolo, con capitelli in stile romanico.
Chiesa di San Domenico
Zona: Aretino
Tipo: chiesa (XIV° secolo)
Indirizzo: piazza San Domenico, 7
Tel: +39 0575 22906 (chiesa) / mostra “Cimabue ad Arezzo – Il crocifisso restaurato” – prenotazione on line +39 0575 900404
Orario: tutti i giorni 09.00-18.30 (chiesa); martedi a sabato 09.00-13.00 e 14.00-18.00; domenica e festivi 9.30-11.00 e 12.30.18.00 (mostra “Cimabue ad Arezzo – il crocifisso restaurato”)
Ingresso: gratuito (chiesa); €uro 4,00 intero, €3,00 ridotto (mostra “Cimabue ad Arezzo)
Accessibilità ai disabili: sì
Servizi turistici: visite guidate
La costruzione dell’edificio iniziò nel 1275 e fu conclusa all’inizio del XIV° secolo, incorporando elementi di passaggio tra lo stile romanico (il portale) e quello gotico. Alla fine del XVI° secolo furono effettuati consistenti rifacimenti nella parte interna che, tra l’altro, coprirono l’affrescatura originaria. L’interno, a navata unica coperta a capriate, contiene numerosi frammenti di affreschi del XIV°-XV° secolo tra cui spiccano quelli di Spinello Aretino (il più importante è una Annunciazione) e del figlio Parri di Spinello. Sopra l’altare maggiore c’è il crocifisso ligneo dipinto da Cimabue in età giovanile, universalmente considerato uno dei capolavori della pittura del XIII° secolo. In una nicchia c’è una terracotta invetriata opera di Giovanni e Girolamo Della Robbia.
Crocifisso di Cimabue
È una croce sagomata e dipinta a tempera e oro su tavola, databile attorno al 1268-1271. L’importanza dell’opera si deve al fatto di esser stata la prima attribuita al pittore e vi si legge un distacco dalla maniera bizantina all’insegna di un maggior espressionismo. Di recente l’opera è stata restaurata. L’approfondita conoscenza derivata dal restauro e dai risultati delle indagini diagnostiche sono stata registrati in un sistema mediale che consente oggi di individuare i materiali impiegati dall’artista e simulare la cromia dell’opera al momento della sua esecuzione. La mostra permanente “Cimabue ad Arezzo – Il crocifisso restaurato” ripercorre tutte le fasi del restauro (www.cimabuearezzo.it).
Pieve di Santa Maria Assunta (Santa Maria della Pieve)
Zona: Aretino
Tipo: chiesa (XII°-XVI° secolo)
Indirizzo: corso Italia, 7
Tel: +39 0575 22629
Fu costruita su un precedente edificio di epoca paleocristiana ed è uno dei migliori esempi di stile romanico toscano. L’edificio era già stato completato agli inizi dell’XI° secolo e fu oggetto di due rifacimenti nel corso dei due successivi quando fu aggiunta la facciata in stile romanico pisano-lucchese. Nell’elegante facciata con tre logge sorrette da colonne, completata nel XIII° secolo, sono rimasti due elementi appartenenti all’edificio precedente: nella lunetta sul portale un bassorilievo che raffigura la Vergine tra due angeli (1216) dello scultore Marchionne e il complesso scultoreo raffigurante il Ciclo dei Mesi.
L’interno, a tre navate con tetto a capriate, nel 1560 fu oggetto di una serie di modifiche da parte di Giorgio Vasari, abolite nel corso di un restauro del XIX° secolo. Notevoli le opere d’arte conservate. Innanzi tutto la formella Epifania, che apparteneva a un pulpito dei secoli XI°-XII° andato perduto. Sull’altare maggiore spicca il grande polittico Madonna con bambino e quattro santi, Annunciazione, Assunta e dodici santi dipinto da Pietro Lorenzetti nel 1320. Di notevole valore anche una croce lignea di Margarito (XIII° secolo). All’interno della cripta c’è il busto-reliquiario di San Donato, patrono di Arezzo, eseguito nel 1346 dagli orafi aretini Pietro e Paolo. La torre campanaria, detta anche “campanile dalle cento buche” per la presenza di quaranta bifore distribuite sui cinque piani, fu completata nel 1330.
Chiesa della Santissima Annunziata
Zona: Aretino
Tipo: chiesa (XIV° secolo)
Indirizzo: via G. Garibaldi, 185
Tel: +39 0575 26774
Ha origine dalla fusione di due costruzioni precedenti, di cui è difficile individuare gli elementi originari. Il portale è infatti quello del piccolo oratorio di una confraternita religiosa, la Compagnia della SS. Annunziata, la cui costruzione si fa risalire a metà del XIV° secolo. A questo fu aggregato un ospizio per pellegrini. A seguito di un miracolo, la lacrimazione di una statua in terracotta della Madonna che si trovava nell’ospizio, fu decisa la costruzione di una nuova e più grande chiesa. Il progetto sembra sia stato elaborato da Bartolomeo della Gatta e i lavori iniziarono dopo il 1490, inglobando tutte le altre strutture preesistenti. Nel 1502 la direzione dei lavori fu assunta da Antonio da Sangallo che, in corso d’opera, effettuò alcune modifiche di concerto con il fratello Giuliano, anch’esso incaricato. A seguito di ulteriori modifiche i lavori si protrassero lentamente e si conclusero alla fine del XVI° secolo.
La facciata, grezza, è abbellita da una serliana e dalla lunetta del portale che contiene un’Annunciazione (1370 circa), attribuita a un giovane di Spinello Aretino, ulteriore elemento superstite della prima chiesa. L’interno, a tre navate, è armonioso e fornito di decorazioni di grande valore. Tra le più significative la Vergine che appare a San Francesco, attribuita a Pietro da Cortona (1641), Madonna con bambino, terracotta del XV° secolo di Michele da Firenze, la Deposizione, opera giovanile di Giorgio Vasari su disegno del Rosso Fiorentino, e Adorazione dei pastori di Niccolò Soggi (1521). Notevoli sono anche le dodici vetrate, metà delle quali opera di Guglielmo de Marcillat (1520-1525).
Chiesa delle Sante Flora e Lucilla
Zona: Aretino
Tipo: chiesa (XIV° secolo)
Indirizzo: piazza di Badia, 3
Tel: +39 0575 356612
La costruzione è avvenuta in varie fasi, iniziando da quella gotica del 1278 coincidente con la gestione dei monaci benedettini provenienti da Monte Cassino. A partire dal 1565 la chiesa fu completamente trasformata su progetto di Giorgio Vasari (archi e cupolette) e l’interno fu suddiviso in tre navate. Nel 1650 fu completato il campanile barocco a pianta ottagonale. Da segnalare come opere d’arte l’affresco San Lorenzo dipinto nella controfacciata da Bartolomeo della Gatta (1476) e la grande croce dipinta su tavola sagomata da Segna di Bonaventura databile al 1319. Il presbiterio è dominato dal monumentale altare-tomba, realizzato dal Vasari.
Nell’abside il dipinto Assunzione è pure opera del Vasari datata 1567. Capolavoro di artificio barocco è la finta cupola dipinta su tela nel 1702 da Andrea Pozzo e posta al di sopra dell’altare maggiore. All’interno della chiesa è c’è anche un delicato ciborio in marmo, attribuito a Benedetto da Maiano. Nel 1489, su probabile progetto di Giuliano da Maiano, fu realizzato il chiostro, una delle migliori strutture architettoniche rinascimentali della città.
Santuario di Santa Maria delle Grazie
Zona: Aretino
Tipo: chiesa (XIV° secolo)
Indirizzo: via Santa Maria delle Grazie, 1
Tel: +39 0575 323140 / 20620
Sito: smariadellegraziea.wixsite.com
E-mail: parr.santamariagrazie@gmail.com
Accessibilità ai disabili: parziale
Dove ora sorge il santuario c’era in origine una fontana d’acqua – fons Tecta – che, nel periodo etrusco-romano, era consacrata ad Apollo. Correva voce che, in un bosco vicino, si manifestasse di tanto in tanto un oracolo. Nel 1425, San Bernardino da Siena tentò di far distruggere il fontanile. Allontanato dalla città, il religioso tornò nel 1428 riuscendo questa volta nello scopo e favorendo la costruzione di un oratorio. Il progetto del primo edificio, in stile tardo gotico e con navata unica, fu eleborato da Domenico del Fattore. Nel corso di tutto il XV° secolo la piccola chiesa fu oggetto di interventi che terminarono nel 1443. Successivamente furono realizzate altre costruzioni in un crescendo sia a livello quantitativo che qualitativo. Nel 1478-1482 Benedetto da Maiano addossò alla facciata della chiesa uno splendido porticato a sette arcate sostenute da snelle colonne in stile corinzio. La finitura a “cielo stellato” del soffitto fu completata nel 1495.
L’interno della chiesa contiene notevolissime opere d’arte. Di particolare imponenza e bellezza è l’altare che incornicia l’affresco Madonna della Misericordia, commissionato dallo stesso S. Bernardino da Siena e dipinto da Parri di Spinello all’incirca tra il 1428 e il 1431. Il dipinto fu successivamente inserito nell’altare marmoreo realizzato da Andrea Della Robbia (1487-1493). È l’unica opera in marmo realizzata dall’artista, che la completò con un doppio semicerchio decorativo: angioletti in quello esterno, frutta colorata in terracotta invetriata in quello interno.
Databile tra il 1477 e il 1481 è l’affresco di Lorentino d’Andrea che ritrae Papa Sisto IV° in trono con il cardinale Gonzaga e il cardinale Piccolomini in atto di concedere l’indulgenza ai frequentatori del santuario. Dopo la morte di San Bernardino da Siena, sul fianco destro della costruzione fu aggiunta nel 1450-1456 la cappella a lui dedicata. Contiene, tra l’altro, il pulpito da cui il religioso predicava e la croce che indossava nel corso della sua seconda permanenza ad Arezzo. Nel 1695 la chiesa fu affidata ai monaci dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi che ne hanno mantenuto, salvo alcune interruzioni, la titolarità fino ai giorni d’oggi.
Badia di San Veriano a Tortigliano
Zona: Aretino
Comune: Arezzo (AR) – località Tortigliano
Tipo: chiesa di origine medievale (XI° secolo)
L’abbazia fu costruita intorno alla metà dell’XI° secolo come edificio benedettino. È citata per la prima volta nel 1095, periodo in cui esisteva già anche la chiesa. Il monastero di San Veriano in Aiole risulta per la prima volta collegato all’Eremo di Camaldoli nel 1113, legame che si protrasse per alcuni secoli successivi. Alla fine del XVIII° secolo iniziarono numerosi interventi strutturali: la chiesa fu ridotta in lunghezza e larghezza, mentre le strutture del monastero furono completamente stravolte. Solo nel Dopoguerra il complesso fu recuperato per quanto possibile: furono riscoperte le parti primitive, compreso il basamento di un campanile circolare di chiara influenza bizantina. Nel 1972 fu ritrovata, in un muro degli edifici attigui alla chiesa, un’urna cineraria etrusca.
Dell’abbazia non è rimasto quasi niente, mentre molte strutture della chiesa sono sopravvissute, in particolare le tre absidi semicircolari e la cripta. Quest’ultima si trova sotto il presbiterio ed è notevole: volte a crociera e due colonne centrali sormontate da capitelli con motivi di influenza ravennate.
Pieve di Sant'Eugenia a Bagnoro
Zona: Aretino
Comune: Arezzo (AR) – località Bagnoro
Tipo: chiesa romanica (XI° e XII° secolo)
L’edificio originario fu costruito nel VI°-VII° secolo mentre le ristrutturazioni successive vennero effettuate nel XII°, in particolare la costruzione delle tre absidi. Il campanile fu eretto su quella di sinistra nel XV° secolo, in sostituzione dell’originario, crollato. Alcuni anni dopo ebbe inizio il progressivo interramento e deterioramento dell’edificio, con conseguente perdita della facciata e delle prime due campate. L’interno a tre navate – pilastri, arcate, finestre della navata centrale – è rimasto in gran parte intatto.
I restauri, eseguiti a più riprese nella seconda metà del XX° secolo e all’inizio del successivo, hanno assicurato la stabilità dell’edificio e recuperato al meglio gli interni dove è sopravvissuto un pregevole affresco raffigurante la Madonna.
Pieve di Santa Maria Assunta a Chiassa
Zona: Aretino
Comune: Arezzo (AR) – località Chiassa
Tipo: villaggio di origine medievale e pieve romanica
Il ponte sull’Arno esisteva già nell’XI° secolo. Dello stesso periodo è la pieve di S. Maria Assunta, certamente di origini paleocristiane ma anche con successivi influssi longobardi. Lo confermano alcune pietre scolpite inserite nei muri interni. In particolare un frammento di pluteo dell’VIII° secolo collocato nella navata sinistra. La ricostruzione in stile romanico avvenne tra il X° e l’XI° secolo, sembra su progetto di Maginardo, l’architetto del primo Duomo di Arezzo. La facciata è stata oggetto di un rifacimento nei primi anni del XX° secolo ma l’intervento non ha alterato l’aspetto originale. All’interno ci sono affreschi di valore. Quelli del XIV° secolo ricordano lo stile di Spinello Aretino. I più pregevoli per la delicatezza delle figure sono all’interno della piccola abside di sinistra, del secolo seguente e molto vicini allo stile di Piero Della Francesca.
Monumenti e luoghi da visitare ad Arezzo
Torre del Palazzo Comunale
Palazzo Pretorio
Zona: Aretino
Tipo: edificio storico (XIV° secolo)
Fu edificato su alcune strutture pree0sistenti e modificato ulteriormente nel corso dei secoli XIV°-XVI°. Fu la sede del podestà, del capitano di giustizia e poi dei vicari nominati da Firenze, molti dei quali ricordati dagli stemmi apposti sulla facciata. Il portale mediano è adornato da un bassorilievo di un guerriero a cavallo (XIII° secolo) che, si dice, sia lo stemma più antico del comune di Arezzo. Attualmente è la sede della Biblioteca della Città di Arezzo e vi sono conservati documenti dal XII° secolo in poi.
Palazzo dei Priori
Zona: Aretino
Tipo: edificio storico (XIV° secolo)
Risale al XIV° secolo ed è contraddistinto da una robusta torre quadrangolare (del 1337, ma rimaneggiata più volte, tra cui l’installazione dell’orologio nel 1468) e da una grande loggia a tre ordini. Dell’edificio medievale si è conservata, inalterata, solo la facciata lungo via Ricasoli, arricchita di stemmi di podestà e commissari. All’interno ci sono affreschi di Parri di Spinello e di Teofilo Torri, tele di Giorgio Vasari e di altri artisti aretini, tutte opere realizzate tra il XIV° e XVI° secolo. Attualmente è sede dell’amministrazione municipale.
Palazzo della Fraternità dei Laici
Zona: Aretino
Tipo: edificio storico (XIV° secolo)
Indirizzo: piazza Grande (piazza G. Vasari)
Tel.: +39 0575 24694
Email: info@fraternitadeilaici.it
Sito: www.fraternitadeilaici.it
La costruzione fu intrapresa alla fine del XIV° secolo dai fiorentini Baldino di Cino e Niccolò di Francesco. Tra il 1433 ed il 1434 la parte superiore fu completata da Bernardo Rossellino, cui si debbono le statue nelle nicchie e il bassorilievo Madonna della Misericordia nella lunetta dell’ingresso principale. La facciata è un miscuglio di elementi gotici e rinascimentali e il coronamento fu realizzato nel 1552 su progetto di Giorgio Vasari. L’orologio, risalente al XVI° secolo, segna i giorni, le fasi lunari e il moto del sole secondo la concezione tolemaica. Una leggenda riferisce che Felice da Fossato, il costruttore dell’ingegnoso meccanismo, fu accecato perché non ne potesse realizzare un altro uguale.
La Fraternità dei Laici fu costituita nel 1262 con il nome ufficiale di Fraternità di Santa Maria della Misericordia, grazie all’iniziativa di un gruppo di persone guidate da frati domenicani e desiderose di aiutare i poveri e gli infermi. Nel corso degli anni successivi la confraternita finanziò importanti iniziative, ivi comprese le Logge progettate da Giorgio Vasari.
Piazza Grande (Piazza Giorgio Vasari)
Zona: Aretino
Tipo: piazza storica (XV° secolo)
È la più antica piazza della città, dove vari edifici testimoniano 800 anni di storia della città di Arezzo. Originariamente adibita a mercato, divenne centro politico nel XIII° secolo. Ha pianta trapezoidale e piano inclinato. Nella parte più bassa sporge l’abside della Pieve di S. Maria. A fianco di questa il Palazzo del Tribunale (secoli XVII°-XVIII°) e quindi il palazzo Fraternità dei Laici (XV° secolo).
Tutto il lato settentrionale è occupato dalle Logge, sovrastate dall’omonimo palazzo. La costruzione, iniziata nel 1573, fu affidata a Giorgio Vasari. Al completamento di tutta la struttura furono realizzate anche, con accesso dal porticato, eleganti “botteghe”, in gran parte ancora esistenti nella struttura originaria. Due volte all’anno la piazza è lo scenario della tradizionale Giostra del Saracino. Inoltre ha fatto da sfondo per alcune inquadrature del film premio Oscar “La vita è bella” di Roberto Beningni.
Mercato Logge del Grano
Zona: Aretino
Tipo: Mercato agro-alimentare e artigianale
Indirizzo: piazzetta Logge del Grano, 5
Tel: +39 0575 20646
Sito: www.loggedelgrano.it
Orari: da lunedì a sabato 9.00-20.00 e la prima domenica del mese in concomitanza con la Fiera Antiquaria.
Lo storico palazzo ottocentesco Logge del Grano è stato ristrutturato recentemente per accogliere un moderno e dinamico mercato di prodotti agro-alimentari provenienti di agricoltura biologica e artigianato tipici del territorio. All’interno dell’edificio ci sono spazi per degustazione di vini, olio e prodotti di eccellenza eno-gastronomica, oltre corsi e conferenze su alimentazione sana.
Riserve naturali
Riserva Valle dell’Inferno
Valle dell’Inferno - Bandella e Ponte Buriano - Penna
Zone: Valdarno Aretino, Aretino, Valdichiana
Comuni: Arezzo, Civitella in Val di Chiana, Laterina Pergine Valdarno, Montevarchi, Terranuova Bracciolini
Tipo: aree naturali protette destinate a nidificazione di uccelli acquatici
Riserva di Ponte a Buriano e Penna: località Ponte Buriano (AR)
Tel: +39 0575 364407 / +39 393 8353089
Riserva Valle dell’Inferno: località Monticello – Terranuova Bracciolini (AR)
Tel: +39 393-8353089
Sono due delle riserve naturali gestite direttamente dall’amministrazione provinciale. Formano un sistema integrato per la sosta e nidificazione di uccelli acquatici. È un ambiente artificiale creato, negli anni ’50 del XX° secolo, dalla costruzione di una diga. Di conseguenza si è generata una zona palustre compresa tra la diga di Levane e il ponte Romito, ma che comprende boschi e culture agricole che hanno favorito l’insediamento di una fauna diversificata. Si è così formato un habitat caratterizzato da piccoli laghi e zone paludose, ideale per la diffusione di specie arboree e la riproduzione di numerose specie animali. In tal senso particolarmente interessanti sono i sentieri che percorrono la Valle dell’Inferno e quella di Rondine. In primavera e all’inizio dell’estate è possibile l’osservazione degli uccelli nidificanti, mentre in autunno e in inverno di quelli svernanti.
Il Centro Visite di Monticello fornisce informazioni e materiale sugli itinerari, l’accessibilità, le visite guidate, le visite in barca, la visita degli impianti della centrale idroelettrica di Levane, le attività di educazione ambientale. I sentieri della riserva sono liberamente percorribili. Si possono infine prenotare escursioni in barca di circa 50 minuti.
Come arrivare
– Per chi proviene dall’Autostrada A1, uscita Valdarno. Alla rotonda girare subito a destra per la Strada Provinciale 11 in direzione di Terranuova Bracciolini. Agli incroci successivi seguire le indicazioni per Levane, proseguendo di nuovo sulla SP11 per 6 chilometri. All’incrocio del ponte sull’Arno in località Acqua Borra, seguire le indicazioni per il Centro Visita.
– Per chi proviene dalla Strada Regionale 69, in corrispondenza della località di Levane seguire le indicazioni per il Centro Visita.
ARTE E MUSEI
Musei di Arezzo
Museo Archeologico di Arezzo
Museo Diocesano di Arte Sacra
Zona: Aretino
Tipo: museo d’arte sacra
Indirizzo: piazzale dietro al Duomo
Tel.: +39 0575 23991
Orario: giovedì, venerdì e sabato 10.00-12.00
Ingresso: € 2.50 intero, €1,00 ridotto
Espone affreschi staccati, dipinti realizzati tra l’XI° ed il XVI° secolo, sculture di epoca romanica. Inoltre suppellettili liturgiche, di un arco di tempo compreso tra il XII° ed il XIX° secolo provenienti dal Duomo e da tutta la diocesi. Tra le opere di maggior pregio ci sono tre crocifissi lignei del XII° secolo, una Annunciazione su tavola di Andrea di Nerio (secolo XIV°), affreschi staccati di Spinello Aretino e del figlio Parri di Spinello. Quindi un affresco staccato, S. Girolamo nel deserto, di Bartolomeo della Gatta (XV° secolo) e due stendardi realizzati da Giorgio Vasari. Tra le oreficerie sono di particolare pregio la cosiddetta Pace di Siena, realizzata da un orafo fiammingo nel XV° secolo, e una croce in cristallo di rocca proveniente da Venezia ma montata in argento dorato da un artigiano toscano nel 1466.
Casa del Petrarca
Zona: Aretino
Tipo: casa-museo (XIV° secolo)
Indirizzo: via dell’Orto, 28
Tel.: +39 0575 24700
E-mail: info@accademiapetrarca.it
Sito: www.accademiapetrarca.it
Orario: da lunedì a venerdì 10.00-12.00 e 15.00-19.00
Ingresso: gratuito
Servizi: visite guidate
Accessibilità ai disabili: parziale
Qui nacque, nel 1304, il poeta Francesco Petrarca, uno degli artefici della lingua italiana, ma l’edificio attuale è frutto di una ricostruzione del XVI° secolo e di altri restauri avvenuti nei secoli successivi. Attualmente c’è la sede dell’Accademia Petrarca di Lettere, Arti e Scienze, completata da una vasta biblioteca. Di fronte alla casa c’è un pozzo che, probabilmente, dette allo scrittore lo spunto per una delle sue più celebri novelle, “Il Pozzo di Tofano”.
Casa di Giorgio Vasari
Zona: Aretino
Tipo: casa-museo (XVI° secolo)
Indirizzo: via XX settembre, 55
Tel.: +39 0575 409040 / 354449
Email: casavasari@gruppomosaico.com
Sito: www.museistataliarezzo.it/museo-casa-vasari
Orario: da lunedì a sabato 8.30-19.30, domenica e festivi 8.30-13.30
Ingresso: intero €uro 4,00, ridotto € 2,00
Fu l’abitazione del pittore, architetto e storico dell’arte Giorgio Vasari, la cui formazione fu fortemente influenzata da Michelangelo e da Andrea del Sarto. L’artista acquistò la casa attorno al 1540, occupandosi direttamente dei lavori di completamento, della decorazione e dell’arredo, quest’ultimo purtroppo perduto. Inoltre l’artista affrescò personalmente parte degli ambienti interni: sul soffitto di una delle camere il Vasari dipinse la Fama e sui peducci e le lunette le quattro Arti.
Nell’affresco Allegoria dell’amore coniugale, ubicato nella cosiddetta Camera di Apollo, l’artista ritrasse la moglie Nicolosa Bacci. Tra gli altri affreschi c’è l’autoritratto del Vasari e quelli degli artisti nati nel territorio di Arezzo: Lazzaro Vasari, Luca Signorelli, Spinello Aretino, Bartolomeo della Gatta, Michelangelo e Andrea del Sarto.
Un piccolo ambiente attiguo contiene il modellino ligneo della Loggia progettata per abbellire il centro della città. Attualmente nell’edificio ha sede anche l’Archivio Vasariano, contenente documenti storici di grande valore, tra cui lettere autografe di Michelangelo, Cosimo I° Medici e papa Pio V°.
Museo Gori-Zucchi - UNO A ERRE
Zona: Aretino
Tipo: museo di oreficeria
Indirizzo: via Fiorentina, 550
Tel: +39 0575 925862
E-mail: outlet1@unoaerre.it
Sito: www.unoaerre.it
Orario: da lunedì a venerdì 9.00-17.00 su prenotazione
Ingresso: gratuito
Inaugurato nel 1988, il museo contiene oltre 2.000 oggetti tra oreficerie e gioielli, alcuni dei quali pezzi unici, e i disegni e i progetti creativi dall’azienda Uno A Erre. L’esposizione consente di seguire anche l’evoluzione del costume e della moda, dal periodo Art Decò fino all’epoca attuale, includendo anche oggetti concepiti da artisti contemporanei di fama (Manzù, Cascella, Pomodoro, Dalì). Lo spazio espositivo comprende anche vecchi macchinari e strumenti di lavorazione che documentano le prime applicazioni della meccanica all’industria orafa. Inoltre utensili per il cesello e la decorazione.
MUMEC-Museo dei Mezzi di Comunicazione
Zona: Aretino
Tipo: museo di scienza
Indirizzo: Palazzo Comunale – via B. Ricasoli, 22
Tel: +39 0575 377662 / +39 0575 364741
Email: museocomunicazione@comune.arezzo.it
Sito: www.comune.ar.it/museo-comunicazione
Orario: martedì, giovedì sabato e ogni prima domenica del mese 9.30-17.30
Ingresso: intero €uro 3,00, ridotto € 2,00
Servizi: bookshop, visite guidate previa prenotazione
Il museo fa risalire le proprie origini a una mostra sulla radio d’epoca, allestita a metà degli anni ’80 del XX° secolo e che ebbe notevole risonanza. Alla creazione ha fortemente contribuito la cospicua raccolta personale del prof. Fausto Casi, cittadino di Arezzo e attuale direttore. Successivamente la raccolta si è allargata ad altri settori delle comunicazioni. Suono, scrittura e immagine sono le tematiche principali documentate dalla raccolta, costituita da circa 1.000 pezzi. È una panoramica di tutto ciò che fa parte dell’attività quotidiana: telefono fisso, telefono cellulare, computer, radio, apparecchio fotografico, cinema. L’esposizione segue un percorso storico-didattico molto stimolante per gruppi scolastici di ogni età. Particolarmente curato è l’aspetto della didattica con tavoli per esperienze dirette.
Siti archeologici
Castelsecco
Zona: Aretino
Tipo: sito archeologico
Indirizzo: località Castelsecco
Informazioni: Associazione Castelsecco, via di Castelsecco 19/1, 52100 Arezzo
Email: assocastlsecco@libero.it
Ingresso: libero
Servizi: visita guidata su prenotazione
Scavi eseguiti in varie fasi hanno accertato che la parte meridionale della collina era sagomata come un’imponente terrazza di forma pressoché ovale e occupata da un complesso etrusco del II° secolo a.C. L’altura, frequentata fin dal periodo arcaico, fu oggetto di un grande intervento nel periodo “ellenistico” con costruzione di un santuario e del monumentale muro di sostegno, cui fecero seguito rifacimenti in epoca romana. Di particolare rilievo sono i resti di un edificio per spettacoli, una sorta di teatro-tempio. Dell’edificio è abbastanza ben conservato l’anfiteatro (cavea) assieme ai resti del palcoscenico e dello sfondo, e di due edifici quadrangolari sporgenti verso l’orchestra. Il rinvenimento di un piccolo altare in pietra ha confermato il carattere specifico del teatro e il probabile argomento sacro delle rappresentazioni.
Tra i materiali rinvenuti, particolare significato hanno gli ex voto fittili di bambini in fasce: confermano il culto per una divinità femminile legata alla fertilità e alla protezione della maternità. Altrettanto significativo è stato il ritrovamento di due lastre di pietra con dediche incise in lingua etrusca. Tutti i reperti sono esposti nel Museo Archeologico “Gaio Cilnio Mecenate” di Arezzo. Nell’Alto Medioevo l’altura fu nuovamente frequentata come confermato da una piccola chiesa ancora esistente nel XVIII° secolo, identificabile come San Pietro “in Castro Sicco”. A nord del podio del tempio fu invece costruito un oratorio dedicato ai SS. Cipriano e Cornelio (poi chiesetta di proprietà Giusti). In tempi recenti il teatro è stato occasionalmente utilizzato per spettacoli ed eventi musicali.
COSA FARE
Eventi ad Arezzo
Giostra del Saracino
Giostra del Saracino
Tipo: folclore storico
Periodo: penultimo sabato di giugno e prima domenica di settembre
Email: giostradelsaracino@comune.arezzo.it
Sito: www.giostradelsaracino.arezzo.it
Manifestazione storica e competizione tra i quattro quartieri della città – Porta del Foro, Porta Crucifera, Porta S. Andrea e Porta S. Spirito – che si richiamano a quelli storici. Il torneo si svolge in piazza Grande (piazza Vasari) ed è preceduto da evoluzioni equestri ed esibizioni di sbandieratori. La gara vera e propria è sostenuta da un cavaliere che, con la lancia, deve colpire lo scudo di una statua lignea che rappresenta il Saracino, ovvero “Buratto, re delle Indie”. La coppia di cavalieri che, nel colpire lo scudo, realizza il maggior punteggio vince, mentre il quartiere vincitore viene invece premiato con la “lancia d’oro”.
Fiera Antiquaria
Tipo: mercato di antiquariato
Organizzazione: Associazione Fiera Antiquaria di Arezzo
Informazioni: piazza della Libertà, 1
Tel.: +39 0575 377760 e +39 0575 377475
Email: info@arezzofieraantiquaria.org
Sito: www.arezzofieraantiquaria.org / www.arezzoantiquefair.com
Periodo: ogni primo fine-settimana del mese
Organizzata per la prima volta nel 1968, è una delle più note manifestazioni del settore in tutt’Italia. È incentrata su piazza Grande (piazza Vasari), ma i banchi occupano anche altre vie attigue del centro storico. Centinaia di venditori provenienti anche da altre regioni espongono mobilia, dipinti, oggettistica da collezione e per l’arredamento. Per l’occasione anche tutti i negozi di antiquariato della città sono aperti.
Arezzo New Wave e Play Arezzo Art Festival
Tipo: musica
Periodo: luglio
Evento dedicato alla musica rock che è divenuto punto di riferimento in Italia per le nuove tendenze musicali, le nuove proposte internazionali e prestigioso trampolino di lancio per gruppi emergenti.
Festa di San Donato
Tipo:celebrazione religiosa
Periodo: 7 agosto
Sito: www.polifonico.org
Festa del santo patrono di Arezzo.
Gran Premio Europeo di Canto Corale “Il Polifonico”
Tipo: musica e canto
Periodo: ultima settimana di agosto
Concorso polifonico internazionale dedicato a Guido Monaco al quale partecipano cori di altissimo livello provenienti da tutto il mondo.
ITINERARI
Percorsi
Via Romea Germanica
La Via Romea Germanica è il secondo più importante itinerario dei pellegrini che, dall’Europa Centrale e Orientale, fin dal Medio Evo avevano per meta Roma. Nella sola porzione della dorsale appenninica che separa l’Emilia Romagna dalla Toscana sono state individuate almeno tre varianti di questo antico cammino. In tempi recenti si è arrivati a una sorta di identificazione, con un itinerario condiviso e che solca tutta la provincia di Arezzo in direzione nord-sud fino al confine con la Regione Umbria.
Le origini
A Stade, importante città portuale alla foce del fiume Elba (Germania), verso la fine del XII° secolo nacque Alberto. Attratto fin da giovane dalla vita religiosa si fece monaco e, nel 1232, divenne abate del monastero benedettino della città. Per ottenere dal papa una regola più rigida di quella vigente, nel 1236 intraprese un viaggio verso Roma. Rientrato in sede, fu però deluso dai rifiuti dei confratelli e delle gerarchie ecclesiastiche cittadine. Così si dimise dall’incarico ed entrò in un convento di frati minori di regola francescana.
Qui Alberto compilò in lingua latina gli Annales, una cronaca dei più importanti eventi religiosi e politici dell’epoca. Nell’opera inserì un dialogo tra due monaci a proposito delle migliori vie di pellegrinaggio verso Roma. Certamente memore del suo viaggio elencò vari itinerari con dati precisi su luoghi e distanze, sulle condizioni delle strade e indicazioni esatte sulla lunghezza delle singole tappe. Insomma una sorta di esposizione ragionata dei lunghi itinerari già esistenti verso la capitale della Cristianità.
Le tappe in Toscana
Il primo numero indica la progressione delle tappe dell’itinerario completo dalla Germania a Roma, quello tra parentesi l’ordine progressivo in territorio italiano.
77 (29) Valle Santa-Chitignano
– lunghezza: km. 20 (variante km. 12,5)
– difficoltà: impegnativo
– percorribilità: a piedi, in bicicletta
78 (30) Chitignano-Subbiano-Capolona
– lunghezza: km. 18,3
– difficoltà: media
– percorribilità: a piedi, in bicicletta
79 (31) Subbiano-Capolona-Arezzo
– lunghezza: km. 20
– difficoltà: media
– percorribilità: a piedi, in bicicletta
80 (32) Arezzo-Sassaia-Castiglion Fiorentino
– lunghezza: km. 26,3
– difficoltà: media
– percorribilità: a piedi, in bicicletta
81 (33) Sassaia-Castiglion Fiorentino-Cortona
– lunghezza: km. 12,8
– difficoltà: media
– percorribilità: a piedi, in bicicletta
82 (34) Cortona-Castiglion del Lago (PG)
– lunghezza: km. 24,4
– difficoltà: media
– percorribilità: a piedi, in bicicletta
ASSOCIAZIONE ITALIANA DELLA VIA ROMEA GERMANICA
Sede operativa: via Nefetti, 3E – 47018 Santa Sofia (FC)
Tel.: +39 320 4322968, +39 366 1305777, +39 329 2106197
Email: info@viaromeagermanica.com
Sito: www.viaromeagermanica.com
Il Sentiero della Bonifica
Il sentiero ciclopedonale della Bonifica è ottimizzato per la mobilità lenta. È un percorso che segue il canale Maestro della Chiana, realizzato dopo le ampie bonifiche XVI° secolo intraprese dai granduchi Medici e proseguite dagli Asburgo Lorena. Poiché non è utilizzato da veicoli a motore (era la strada per la manutenzione del canale) consente una quasi “passeggiata” e un lento procedere sulle due ruote. La lunghezza è “ragionevole”: 62 chilometri tra Chiusi e Arezzo suddivisi in 12 tappe di circa 5 chilometri ciascuna. Si viaggia vicino a vestigia etrusche, medievali, rinascimentali.
Qualche accorgimento è comunque necessario:
– in bicicletta utilizzare sempre il caso protettivo
– il percorso attraversa qualche strada asfaltata
– il percorso non attraversa centri abitati rilevanti; quindi calcolare le tappe in funzione della ristorazione, del pernottamento e di riparo in caso di pioggia;
– il percorso è poco ombreggiato: occhiali da sole e copertura della testa sono vivamente raccomandati;
– una scorta d’acqua, integratori, snack, frutta fresca debbono far parte del bagaglio;
– sconsigliabile il percorso dopo piogge abbondanti perché alcuni tratti potrebbero essere allagati.
Partenza: Chiusi Scalo
1a tappa Chiusi Scalo-argine di separazione-torri di Beccati
2a tappa torri di Beccati-lago di Chiusi
3a tappa lago di Chiusi-lago di Montepulciano
4a tappa lago di Montepulciano-Callone di Valiano
5a tappa Callone di Valiano-Valiano-il Torrione
6a tappa il Torrione-Botte allo Strozzo
7a tappa Botte allo Strozzo-ponti di ferro (da qui è possibile una variante per Cortona e/o Camucia)-Fattoria di Brolio e Colmata di Brolio-Fattoria del Pozzo
8a tappa Fattoria del Pozzo-allaccio Rii Castiglionesi (eventuale deviazione verso Marciano della Chiana)
9a tappa allaccio Rii Castiglionesi-Fattoria di Frassineto-casello idraulico di Frassineto-Fattoria di Font’a Ronco-Case di Terra
10a tappa Case di Terra-canali di immissione-ponti di Arezzo
11a tappa ponti di Arezzo-Ponte alla Nave
12a tappa Ponte alla Nave (eventuale deviazione per visita al castello di Battifolle)-Chiusa dei Monaci-Arezzo città
L'Ardita (biciclette vintage)
Tipo: itinerari ciclistici e competizione
Dove: Arezzo e dintorni
Periodo: fine maggio
Email: info@bicinfiera.it
Sito: www.bicinfiera.it
La competizione, denominata anche “Ciclostorica dell’Alpe di Poti” (sulla celebre salita, tappa del Giro d’Italia 2016), è dedicata alle biciclette classiche fino agli anni ’80, ivi compresi i primi modelli di mountain bike.
L’Ardita prevede tre percorsi:
1 – Percorso Gourmet
Lunghezza: 30 chilometri
Senza particolari difficoltà altimetriche consente di scoprire le bellezze del territorio e i borghi, nonché di gustare le specialità enogastronomiche ed è inserito nel circuito cicloturistico promosso dal Registro Storico Cicli.
2 – Percorso Classico
Lunghezza: 50 chilometri
Adatto ai ciclisti che vogliono scoprire parti poco conosciute del territorio aretino, spingendosi alla scoperta del Casentino.
3 – L’Ardita
Lunghezza: 80 chilometri
Il primo tratto è uguale al Percorso Classico, ma al ritorno ad Arezzo i ciclisti debbono poi affrontare la salita all’Alpe di Poti. Per chi lo desidera è possibile effettuare la scalata con servizio di cronometraggio. Il percorso è segnalato con riferimento ai principali bivi.
Attrazioni lungo i percorsi: Arezzo città, Ponte Buriano, Castelluccio, Giovi, Pieve a Sietina, Subbiano, Alpe di Poti.
CULTURA
Storia
La Chimera
Etruschi, Romani, ghibellini, fiorentini....
La zona dove è attualmente ubicata la città fu abitata fin dalla preistoria, come confermato dal ritrovamento della calotta cranica di un homo sapiens (il cosiddetto “uomo dell’Olmo”, nei pressi dell’omonima località). Nel IX° secolo a.C. esisteva già un insediamento etrusco che, tra il VI° e V° secolo, era già divenuto uno dei maggiori centri della grande civiltà. A questo periodo risalgono opere d’arte di eccezionale valore, come la Chimera. Nel III° secolo a.C. dovette definitivamente soccombere all’espansionismo di Roma e assunse il nome Arretium. Divenne subito un centro di primaria importanza perché, tramite la via Cassia, era tappa obbligata nei collegamenti tra la Toscana settentrionale e Roma. All’inizio dell’età imperiale la città diventò piuttosto ricca e furono costruiti numerosi edifici pubblici, come il teatro e le terme. La vita culturale ebbe un grande impulso grazie alla feconda attività del primo degli aretini illustri, Gaio Cilnio Mecenate, il cui nome è divenuto sinonimo della promozione di arti e lettere. Arezzo fu anche un importante centro di produzione di oggetti in bronzo e vasi di ceramica, denominati “corallini” per il loro colore.
Con la dissoluzione dell’impero, il prestigio acquisito e la favorevole posizione sulla via Cassia conservarono ad Arezzo una rilevante importanza anche durante l’Alto Medioevo. Durante il successivo Regno dei Franchi divenne sede episcopale di notevole importanza e furono costruite numerose abbazie anche nell’area rurale. Lo strapotere dei vescovi creò un crescente malumore che sfociò in una vera rivolta (1111). All’inizio del XIII° secolo la città divenne libero comune, ampliando velocemente la propria influenza al Basso Casentino, alla Valtiberina e alla Valdichiana. Contemporaneamente ci furono notevoli fermenti culturali quali la costruzione dell’univesità, lo Studium, i cui ordinamenti risalgono al 1252. La continua espansione fece crescere, nelle città più vicine, il desiderio di uguagliarne l’importanza. Fu perciò quasi inevitabile lo scontro con le altre due città toscane di pari livello, Firenze e Siena. Dopo aver battuto l’esercito di Siena avvicinatosi pericolosamente, Arezzo, tradizionalmente legata al partito ghibellino, subì una grave sconfitta a Campaldino (1289), nei pressi di Poppi, da parte dell’esercito della guelfa Firenze e dei suoi alleati.
Nonostante la sconfitta la città ampliò la cinta muraria, concluse un onorevole trattato di pace con Firenze e riuscì addirittura ad allearsi con Siena. Invece, nella seconda metà del XIV° secolo, iniziarono aspre lotte interne tra guelfi e ghibellini e la città fu saccheggiata varie volte da entrambe le fazioni. Il colpo definitivo fu dato da un esercito mercenario, assoldato dal partito ghibellino, che conquistò quel che rimaneva di Arezzo. Quindi, prezzolato da Firenze, il comandante consegnò la città alla storica rivale e si allontanò dopo aver trafugato la reliquia della testa di San Donato, patrono di Arezzo.
Nel 1384 la città entrò definitivamente nella sfera di influenza di Firenze, riconoscibile anche nell’architettura, cui seguì un lento decadimento economico e culturale. La parte più antica dell’abitato, comprendente la rocca e la cattedrale, fu profondamente modificata e la fortezza, esempio precoce di fortificazione moderna, ricostruita ed ampliata dai fratelli Sangallo. Nel 1525 sulla città ed il territorio si abbatté una pestilenza, cui seguì una carestia che mise in ginocchio l’economia e portò a una nuova sollevazione contro Firenze (1529). Di conseguenza i Medici, ormai prossimi ad assumere il potere assoluto, non ebbero più motivo per tenere Arezzo separata dal resto della Toscana e inviarono un esercito a prendere definitivo possesso del territorio. Poi il granduca Cosimo I° Medici attuò un piano di ristrutturazione urbanistica a scopi difensivi: il perimetro della cinta muraria fu ridotto e furono abbattuti importanti edifici civili e religiosi. Proprio durante questi lavori vennero rinvenute le celebri statue di bronzo Minerva e Chimera, entrambe di epoca etrusca. La città ebbe una nuova cinta muraria (1538) e una fortezza, costruita più per il controllo interno che per la difesa contro minacce esterne.
Nel 1799 Arezzo fu occupata dall’esercito francese nel corso della cosiddetta Prima Campagna d’Italia. La città divenne ben presto il maggior centro del movimento “Viva Maria”, una delle varie “insorgenze” antigiacobine della penisola. Dopo la parentesi napoleonica Arezzo divenne capoluogo di provincia nel ripristinato Granducato di Toscana. Nel 1860, assieme a tutta la regione, entrò a far parte del Regno d’Italia. La riconquistata autonomia amministrativa e l’apertura delle comunicazioni ferroviarie con Firenze e Roma stimolarono nuovi fermenti. Una brusca interruzione di questo processo evolutivo fu causata dalla Seconda Guerra Mondiale, quando i bombardamenti distrussero quasi il 60% degli edifici, arrecando danni ingenti anche al patrimonio artistico. Negli anni seguenti l’economia della città si è basata sostanzialmente sulla coltivazione delle campagne circostanti. Contemporaneamente veniva impiantata la prima grande industria, specializzata in materiale rotabile per ferrovie. Successivamente la vocazione industriale della città ha trovato nuovi sbocchi nel settore tessile, in quello della lavorazione delle pelli e dei metalli preziosi, di cui spicca l’azienda UnoAErre, specializzata nel settore orafo.
Curiosità
Piazza Grande (piazza Giorgio Vasari) ha fatto da sfondo per alcune inquadrature del film premio Oscar “La vita è bella” di Roberto Beningni.
GASTRONOMIA
Piatti tipici
Tagliata di chianina
Specialità di Arezzo
Tortelli di patate rosse di Cetica
Pappardelle alla lepre
Zuppa di Tarlati
Tagliata di “chianina”
Grifi all’aretina (parti del muso del vitello, precedentemente cotte in umido con aromi, spezie, odori, pomomodoro
Anguilla all’aretina
Carciofi stufati
Pane di ramerino
Gattò aretino (dolce bagnato con alchermes, liquore dolce di colore rosso, e farcito con crema, spesso, al cioccolato)
Prodotti tipici di Arezzo
Carne di Chianina (razza bovina tra le più pregiate e più antiche in Italia, raccomandata per i tagli di carne rossa alla brace)
Trota fario
Formaggio pecorino stagionato
Carciofo precoce di Jesi
Pane di cotone (realizzato con farina addizionata di lievito di birra sciolto in acqua salata – prodotto IGP)
Cantine vinicole da visitare
ARTIGIANATO ARTISTICO
Il territorio aretino è famoso per lavorazione dell’oro con tecniche ereditate dagli Etruschi che erano abili nella produzione orafa. Ad Arezzo sono prodotti gioielli unici e di grande qualità artistica. Durante l’anno ci sono due eventi dedicati all’oro aretino: OroArezzo e la Biennale d’Arte Orafa.
SERVIZI TURISTICI
DOVE DORMIRE AD AREZZO
DOVE MANGIARE
Ristoranti
Ristorante Locanda Antica Pieve
Strada vicinale Gambreggia , 176 – Località Vitiano – 52040 Arezzo (AR)
Tel. +39 0575 979658 / +39 3384880964
www.ristoranteanticapieve.eu
info@ristoranteanticapieve.eu
Servizi: cucina tradizionale toscana,pizzeria, ampia e fornita cantina di vini; terrazza panoramica
Trattorie
da Beppone
località Palazzo del Pero, 30 – 52040 Arezzo (AR)
Tel. +39 0575 369042
Servizi: cucina tradizionale toscana di qualità con ampio utilizzo di prodotti di stagione e pasta fatta in casa; specialità carni alla brace, coniglio, cinghiale, tagliata, funghi, dolci casalinghi
DRIVER E NCC ( auto a noleggio con conducente)
CHEF A DOMICILIO
WEDDING E CATERING
OUTLET E SHOPPING
SHOPPING
Mercato Logge del Grano
Tipo: mercato agro-alimentare e artigianale
Indirizzo: piazzetta Logge del Grano, 5
Tel.: +39 0575 20646
Sito: www.loggedelgrano.it
Orari: da lunedì a sabato 9.00-20.00 e la prima domenica del mese in concomitanza con la Fiera Antiquaria.
Il mercato ubicato in un palazzo storico del 1886, è costituito da una rete di 62 produttori, prevalentemente aziende agricole; ne fanno parte anche artigiani, quindi trasformatori, che sono vincolati all’uso di prodotti del territorio e ricette tradizionali. La merce in vendita va dall’ortofrutta, al vino, al pane fino al prodotto pronto al consumo e anche a quello già pronto per la consumazione. La maggior parte dei prodotti alimentari provengono da agricultura biologica.
All’interno del mercato ci sono aree per conferenze su enogastronomia e cibo sano, degustazione di vini, olio e prodotti tipici locali di eccellenza. Inoltre, ai bambini è riservato uno spazio, dove, attraverso dei giochi educativi, loro possono imparano nozioni di alimentazione sana.