A Firenze, in passato ai tempi delle peste, è successo anche di peggio del coronavirus – Un suggerimento dopo la “normalizzazione”
Eh sì, bisogna stare a casa. O, perlomeno, in un ambiente “sano” e non esposto ai contatti-contagi. Per noi non è una novità perché trascorriamo già da tempo molte ore chiusi in una stanza per seguire e aggiornare il portale. Nondimeno il pensiero è spesso andato ad altri momenti di crisi, sopratutto alle pestilenze che hanno travagliato sia la Toscana che l’intera Italia nei tempi passati. Quindi, ricordiamo un po il nostro passato.
Le Peste
A cominciare dalla pestilenza nella prima metà del 1300, la “peste nera”, che, partendo dal sud della Penisola l’attraversò tutta e poi dilagò nel resto dell’Europa per una trentina d’anni, spopolandola senza pietà. Fortunatamente – se così si può dire – fornì l’occasione per produrre una delle opere fondamentali della lingua italiana. Giovanni Boccaccio si ammalò ma guarì. Da questo episodio venne l’ispirazione del “Decameron”, una raccolta di novelle argute, talvolta licenziose, ma vero specchio della Toscana di quegli anni. Novelle che dieci giovani fiorentini si raccontano a vicenda nei a Fiesole , dove hanno cercato scampo.
Ma, dopo quella pestilenza, a Firenze ne sono state registrate oltre 20 nei tre secoli successivi. Particolarmente impresse nella memoria sembrano essere quelle del 1523 e del 1527. Il contagio si manifestava con sbadigli e insistenti starnuti. Anche allora il consiglio era quello di lasciare al più presto dalla città verso luoghi non affollati e particolarmente ventilati. Naturalmente fuggiva solo chi poteva permetterselo, mentre i più indigenti cercavano di rimediare con frizioni di aceto, vernaccia o malvasia e disinfettando l’aria con falò di legna.
Era tanta la paura di essere contagiati che, per comprare qualcosa, non si entrava nelle botteghe: dalla strada si indicava la merce da acquistare. Poi il denaro veniva collocato su piccoli vassoi e fatto cadere in recipienti pieni d’acqua mescolata ad aceto. Pure le chiese, all’inizio affollate, non erano più frequentate per paura del contagio: la Messa veniva celebrata all’aperto, usando come altari le mensole dei numerosi tabernacoli.
L’arte in tempo di peste
Tra chi riuscì a lasciare Firenze nella prima pestilenza ci fu Andrea del Sarto, che si trasferì a Luco nel Mugello, e qui eseguì la Pietà di Luco, attualmente esposta nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti . Se ne andò anche il Pontormo, assieme al suo allievo Bronzino, che fu ospitato nella Certosa del Galluzzo , dove affrescò le lunette del chiostro con scene della Passione.
Durante queste epidemie la già esistente Confraternita della Misericordia si distinse portando assistenza agli ammalati, fornendo cibo, curando i piagati, trasportando gli infermi al Lazzaretto di San Bastiano degli Ammorbati (nell’attuale via dei Malcontenti), seppellendo i morti.
Al di fuori delle mura di cinta, fin verso l’attuale Porta al Prato, furono allestite 600 capanne per alloggiare coloro ritenuti prossimi al contagio. La Confraternita ebbe anche la buona iniziativa di redigere un manuale per far conoscere e prevenire il morbo, curarlo e renderne meno efficace la diffusione. Tra i suggerimenti: trasferirsi in zone ventilate e non vicino alle “acque morte”, mangiare cibi assieme a pane, carne e vino e assumere sostanze ricostituenti (per chi le poteva pagare..).
Sembrano le scene di oggi, vero?
Da quel momento il primo patrono della Misericordia, San Tobia, iniziò a lasciare il posto a San Sebastiano, divenuto sempre più caro alla devozione proprio in occasione delle successive pestilenze a Firenze. Alla fine di ogni epidemia i sopravvissuti andavano a ringraziare la Vergine al Santuario della Santissima Annunziata , mentre per la città si gridava a squarciagola, per riconoscenza: “Viva la Compagnia della Misericordia!”.
Ed ecco il nostro invito: quando sarà possibile, andate a visitare il Museo della Misericordia accanto al Duomo di Firenze. C’è un’ampia documentazione sulle attività della confraternita nel corso di molti secoli.
Ma per il momento rimanete a casa……