La redazione di Tuscany Sweet Life ha intervistato Alessandra Capelli, filosofa, antropologa, coach a counselor che lavora da molti anni nel settore delle risorse umane e della crescita interiore. Abbiamo voluto sapere tutto sul seminario che sta organizzando insieme ad Itzhak Beery che si intitola, “Il Leader Interiore”, e che si terrà a Massa Marittima, dal 11 al 13 novembre.
T.S.L.: Ci può spiegare cos’è il sciamanesimo?
A.C.: Lo sciamanesimo è un metodo che lavora attraverso linguaggi marginali, quindi attraverso la formazione di immagini tramite le quali formiamo quello che oggi è noto dai fisici quantistici come il “potenziale quantico”. Invitiamo le persone a immaginare qualche cosa che riguarda un tema specifico che nella loro vita non è stato ben sviluppato e che provoca dei drammi. Questi temi evocati possono essere la conseguenza di traumi o perdite che vanno a incidere nelle aree disfunzionali della vita delle persone. La tecnica aiuta a trovare degli strumenti interiori per purificare queste aree carenziali e trasformarli in delle risorse.
T.S.L.: Dal 11 al 13 novembre torna a Firenze Itzhak Beery con il quale Lei collabora da tantissimi anni. Ci può dire chi è Beery per chi non lo conosce ancora?
A.C.: Itzhak Beery è un sciamano e guaritore da ormai più di 20 anni. Prima era un business man, un artista ed era il proprietario di una delle agenzie pubblicitarie più rinomate di New York. Lui ha lavorato con molti divi di Hollywood, con molti uomini di affari e la sua biografia è particolarmente interessante perché lui è arrivato allo sciamanesimo tramite lo scetticismo. Tuttavia dopo aver provato su se stesso, sulla sua famiglia e su centinaia di persone l’efficacia del metodo sciamanico, Itzhak è diventato un convintissimo professionista dello sciamanesimo. Beery è anche il cofondatore del New York Shamanic Circle oltre che di numerose altre associazioni per la promozione delle relazioni umane con le popolazioni native.
T.S.L.: Cosa fa di Itzhak Berry una persona così speciale?
A.C.: Beery è un israeliano cresciuto in kibbutz quindi ha imparato come lavorare sodo e il valore della disciplina e del lavoro duro. Come ex uomo d’affari, sa come condurre ogni persona al proprio risultato. E’ seguito negli Stati Uniti dalla migliore rete televisive, giornalistiche e comunicative internazionali. Nel New York Times non manca un articolo nei suoi confronti. L’amore e il prestigio di cui lui è circondato negli Stati Uniti è tale che gli è stata data una cattedra in un’università di New York.
T.S.L.: “Il Leader Interiore”: come mai avete scelto questo tema per il vostro seminario?
A.C.: Lo abbiamo scelto perché abbiamo capito che c’è un bisogno emergente per centinaia di migliaia di persone in crisi che non hanno un futuro, perché la loro vita professionale, la loro identità e la loro dignità, è stata spezzata da una crisi economica quasi senza precedenti. La proposta del tema della leadership è una proposta di stile etico. Non vuole significare il ritorno ai poteri forti, anzi, è un cammino in direzione della leadership condivisa.
T.S:L.: Che cosa significa una leadership condivisa?
A.C.: Nel mondo delle professioni di aiuto come il coaching e il counseling, stiamo tutti spingendo verso una responsabilizzazione individuale, nella direzione del diventare il leader di se stessi, cioè, di far nascere e di attivare un leader interiore, ovvero, uno schema energetico in grado di fronteggiare una realtà difficile senza crollare, in grado di affrontare una crisi senza morire o senza rivolgersi a surrogati. Stiamo ricostruendo la centralità del essere umano, stiamo tentando di costruire un nuovo umanesimo dove i valori umani sono schiacciati ovunque, dove la dignità umana è calpestata ovunque, quindi il leader interiore è un grande manager pari al operaio della fabbrica. Ognuno nel suo posto nella società, è chiamato a riattivare dentro di se colui che conosce e domina se stesso.
T.S.L.: Essere un leader vuol dire essere consapevoli del proprio valore interiore?
A.C.: Noi crediamo che il controllo equivalga a uno schema energetico di paura mentre quello che vogliamo suscitare è un essere di nuovo il “re” di se stessi. Un leader di successo smette di incolpare gli altri per i problemi della propria vita e con coraggio assume una dimensione interiore.
T.S.L.: Ci può dare qualche esempio di un vero leader?
A.C.: Vi do una figura di riferimento: sig. Nelson Mandela, un uomo che ha fatto 27 anni di carcere duro e che mentre era in prigione ha cresciuto il suo leader interiore come potete fare tutti voi. Se Nelson ha avuto il coraggio di farlo e di sconfiggere l’Apartheid, in uno stato dove sembrava impossibile, tutti voi potete rompere il muro del impossibile e sviluppare lo stesso leader interiore di Nelson Mandela e quindi raggiungere Itzhak Beery nel suo seminario intensivo e entusiasmante.
T.S.L.: Durante questi tre giorni lavorerete sullo sviluppo del leader interiore di ognuno dei partecipanti…
A.C.: Lavoreremmo sulla costruzione di noi stessi e sul nuovo modo di vedere e di essere che poi porteremmo nel mondo. Ho appena visto un video al forum organizzato a Milano da parte di ragazzi che ci occupano di performance strategies. Il video riguardava un leader, un uomo di colore che lavava i gabinetti in un grill. Lui invitava tutti gli uomini a vedere il suo gabinetto e diceva “Prego, entri nel mio ufficio”. Nessuna di queste persone aveva mai visto un gabinetto così pulito e profumato, ebbene, questo uomo era un leader.
T.S.L.: Questo è un seminario rivolto a tutte le persone che non sanno chi sono e vogliono cercare se stesse?
A.C.: Si certo, ma anche alle persone che hanno avuto crisi come relazioni matrimoniali sbagliate, oppure non riescono ad andare d’accordo con il loro figli, che devono smettere di pensare male di loro stessi e cominciare a sviluppare il piccolo seme del leader interiore.
T.S.L.: Qual’è l’obbiettivo del seminario?
A.C.: Questo è un progetto di ricostituzione degli esseri umani e quindi è molto importante perché va nella direzione di portare via le persone dal passivismo dove la loro vita dipenda dalle decisioni degli altri. Ognuno deve tornare a fare il proprio lavoro e smettere di dare la colpa agli altri. Questo progetto è come quello di ripiantare le foreste solo che in questo caso di tratta di ripiantare esseri umani.
T.S.L.: Come si svolgeranno questi tre giorni di lavoro?
A.C.: Saranno usate delle tecniche immaginali. Il viaggio sciamanico non è niente altro che un allineamento del nostro cervello e delle nostre onde cerebrali su frequenze dove l’informazione e il linguaggio analogico veicola delle informazioni. Queste informazioni sono sempre inequivocabili perché il nostro cervello si sintonizza su delle frequenze dove l’energia non è più dualistica ma è un’unica energia. Sintonizzando la nostra coscienza su queste vibrazioni noi otteniamo delle informazioni. La sfida è la ritraduzione dal linguaggio dell’immagine al linguaggio logico deduttivo del pensiero.
T.S.L.: Quindi l’immagine va interpretata?
A.C.: Più che interpretata occorre che la coscienza abbia il tempo di vedersi comparire l’evidenza del significato davanti. L’informazione entra a livello subliminale, sotto il limite della coscienza, in modo inconscio. Lo sciamanesimo sviluppa l’intuizione, cioè, la capacità di vedere e di capire in un lampo qualcosa che già è stato messo dentro di noi.
T.S.L.: Come un processo di crescita?
A.C.: La presenza ad un seminario sciamanico qualificato così è un investimento su se stessi che non ha pari. Questo è un processo di apertura interiore che porta addirittura a lavorare sul genoma deprogrammando schemi mentali disfunzionali che provengono dal codice genetico, quello che i maestri taoisti chiamavano il cielo anteriore.
Se volete partecipare al seminario, o conoscere Alessandra o Itzhak durante la sua permanenza a Firenze, vi chiediamo di contattarla direttamente ai seguenti recapiti per fissare un’appuntamento:
Mob.: +39 333 5900700
E-mail: alessandra.capelli@imajons.com
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