Siena cosa vedere e fare?
Siena, città del famoso Palio e patrimonio dell’UNESCO
La città di Siena è universalmente conosciuta per il suo ingente patrimonio storico, artistico, paesaggistico e per la sostanziale unità stilistica dell’aspetto urbano, in larga parte di epoca medievale. L’UNESCO ha conferito a Siena il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità. Il turismo è sicuramente un’attività trainante e il celebre Palio di Siena ne costituisce uno dei richiami principali. Nella città ha sede la banca Monte dei Paschi di Siena, fondata nel 1472, il più antico istituto di credito del mondo.
L’artigianato mantiene il carattere di “bottega” legata al restauro di mobili d’epoca. Conservando una tradizione antica, nella città esistono ancora attività e mestieri considerati un poco anacronistici: “lustrini” (lucidatori di mobili), pittori di icone, copiatori di opere pittoriche antiche, ricamatrici. L’industria dolciaria è una delle più importanti tra quelle tradizionali, e, sia con produzione di tipo artigianale che industriale, ha mantenuto le numerose e gustose specialità locali. Particolarmente conosciuti e apprezzati sono i caratteristici “ricciarelli”, dolcetti a base di pasta di mandorle, il panforte e i cavallucci. Apprezzato è anche il “panpepato”, antico dolce a base di miele, mandorle e pepe.
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ZONA; Terre di Siena
TIPO; città d’arte capoluogo della provincia di Siena
COORDINATE; 43°19′06″N 11°19′53″E
ALTITUDINE; 322 metri s.l.m.
PRODOTTI; dolciumi, mobili antichi restaurati
SPORT; trekking escursionistico, ciclismo, equitazione, pattinaggio, hockey su rotelle, bocce
CONFINI; Asciano, Castelnuovo Berardenga, Monteriggioni, Monteroni d’Arbia, Sovicille (SI)
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Informazioni Turistiche
Comune di Siena
Palazzo Pubblico – Il Campo, 1 – 53100 Siena (SI)
tel. +39 0577 292128/178
turismo@comune.siena.it
www.comune.siena.it
Info e prenotazione per disabili
tel. +39 0577 292215
Ufficio Turistico
piazza Duomo, 1
tel. +39 0577 280551
Il Campo, 56
tel. +39 0577 270676
www.terresiena.it
Guide Turistiche/Tour Guide
Il Campo, 56
tel. +39 0577 43273
COSA VEDERE
Fortificazioni
Fortezza Medicea
Zona: Senese
Tipo: castello fortificato (XVI° secolo)
Indirizzo: piazza Caduti delle Forze Armate
Conosciuta anche come Forte di Santa Barbara fu fatta costruire nel 1561 per ordine del duca di Firenze Cosimo I° Medici per scoraggiare qualsiasi tentativo di riconquistare l’indipendenza da parte Siena. La fortezza fu progettata dall’architetto Baldassarre Lanci e completata in due anni utilizzando quasi esclusivamente laterizi. Nel XVIII° secolo fu smilitarizzata e, dopo congrui lavori di restauro, nel 1937 la fortezza fu trasformata in giardino pubblico.
La costruzione originale aveva una pianta ad L, ma successivamente fu trasformata in quadrilatero. Su ogni angolo sono collocati imponenti bastioni cuneiformi, su tre dei quali è affisso uno stemma mediceo in travertino, sovrastante una testa di leone. All’interno, lungo la sommità delle mura, sono stati ricavati ampi passaggi, contornati di alberi e panchine. Al centro, nella spianata, è stata collocata una struttura a forma di anfiteatro ottimizzata per spettacoli durante i mesi estivi.
Castello di Belcaro
Zona: Senese
Comune: Siena (SI) – località Belcaro
Tipo: palazzo fortificato XII°-XVI° secolo
Indirizzo: strada di Terrenzano e Belcaro
Il nome è legato ad una leggenda. Una dama del castello attendeva sulle mura e con il suo bambino in braccio il ritorno dello sposo dalla guerra. Scorgendo il marito all’orizzonte la donna avrebbe proteso le braccia verso di lui, facendo però cadere il bimbo nel giardino sottostante. Per questo, rivolta verso lo sposo, la donna avrebbe esclamato: “Sei bello, ma mi costi caro!”. Da quel momento il castello avrebbe preso il nome Belcaro.
Il fortilizio fu costruito nel 1190 ma fu più volte distrutto e ricostruito nei due secoli seguenti. Nel 1376 il castello fu donato a Santa Caterina da Siena che lo trasformò in un convento per monache. Nel 1525 fu acquistato dalla famiglia Turamini la quale, su progetto di Baldassarre Peruzzi, lo modificò e gli fece assumere l’aspetto attuale di palazzo fortificato. Nel 1710 la struttura fu acquistata dalla famiglia Camajori che tuttora ne è la proprietaria.
Il castello, contenuto in una cinta muraria, è composto da vari edifici che si articolano attorno a tre spazi aperti: un giardino e due cortili. Di fronte all’ingresso si trova un’apertura ad arco che dà accesso al cortile interno, sul quale si affacciano la villa ed i locali di servizio. L’edificio padronale, invece, si sviluppa su tre piani ed ha forma rettangolare. Nel giardino è ubicata la cappella che conserva varie opere d’arte. Sempre sul giardino si affacciano le logge, un elegante spazio con tre volte sulle quali sono affrescate storie mitologiche: la dea Diana, le tre Grazie, gli amori di Venere, il ratto di Europa. Da qualche tempo è diventata una struttura ricettiva che fa parte del circuito Residenze d’Epoca di Toscana.
Chiese
Visite individuali e collettive
I biglietti d’ingresso possono essere acquistati sia per la visita all’intero complesso monumentale che per quella alle singole attrazioni. Per prenotazioni online tramite OPA SI Pass consultare il sito: www.musement.com
La combinazione OPA SI Pass consente la visita al complesso monumentale del Duomo di Siena: Cattedrale – in particolare la facciata e il pavimento marmoreo all’interno -, Libreria Piccolomini, Battistero, cripta, Museo dell’Opera, Oratorio, Porta del Cielo. Il percorso completo è di circa 2 ore. La combinazione “Acropoli pass” consente anche la visita al complesso museale di Santa Maria della Scala.
Informazioni su biglietti e orari:
Orari: dalle 10.00 alle 19.00
Biglietto: €uro 20,00 per tutte le attrazioni (sconti estivi)
Tel.: +39 0577 286300
Email: opasiena@operalaboratori.com
Servizi: bookshop, visite guidate
Chiesa di San Francesco
Zona: Senese
Tipo: chiesa (XIV° secolo)
Indirizzo: piazza San Francesco, 6
La chiesa fu costruita tra il 1326 e il 1475 in stile gotico, ma fu ristrutturata nel XIX° secolo. La pianta è a croce egizia con un’unica ampia navata coperta a capriate. Le 36 vetrate furono realizzate dalla vetreria Zettler di Monaco di Baviera negli anni 1885-1890. Numerose sono le opere di pregio contenute nella chiesa, in particolare quelle all’interno delle otto cappelle del transetto poste ai lati della cappella maggiore: gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti Martirio di cinque frati francescani (1335), la Madonna col Bambino di Andrea Vanni (1398), il monumento funebre in marmo al cavaliere Cristoforo Felici, realizzato da Urbano da Cortona nel 1463.
Quindi le due cappelle dove sono conservate le Sacre Particole, oggetto di un furto sacrilego nel 1730. Pregevoli sono anche i bassorilievi in marmo raffiguranti la benedizione della prima pietra, San Francesco che benedice gli uccelli e San Francesco che appare a Gregorio IX°, tutti risalenti al XIII° secolo. Qui sono stati ricollocati anche gli affreschi che abbellivano Porta Romana. Lungo le pareti della navata sono esposte le bandiere delle contrade storiche della città. Accanto alla chiesa è ubicato il convento di San Francesco, risalente al XV° secolo, attualmente adibito a biblioteca dell’Università degli Studi di Siena; vi sono contenuti oltre 177.000 tra volumi e manoscritti.
Chiesa di San Domenico
Zona: Senese
Tipo: chiesa gotica (XIII° secolo)
Indirizzo: piazza San Domenico, 1
Costruita nel XIII° secolo, fu ingrandita in quello successivo adottando lo stile gotico. Dopo il terremoto del 1798 il campanile, già in cattive condizioni, fu abbassato al livello attuale e dotato di coronamento merlato. Per analoghi motivi di stabilità, furono chiusi l’occhio centrale della facciata e le finestre laterali della chiesa. L’ultimo intervento è del 1963, quando fu in parte ripristinato l’aspetto gotico e furono aggiunte le vetrate con le Storie di Santa Caterina.
La chiesa ha un aspetto severo e massiccio e la facciata è a capanna, liscia e priva di decorazioni. L’ampio uso di mattoni è tipico degli ordini mendicanti che privilegiavano materiali umili. L’edificio ha pianta a croce egizia, con un’unica ampia navata coperta da capriate a vista e finestre gotiche con vetrate. Nella Cappella delle Volte è conservato un ritratto di Santa Caterina da Siena ritenuto veritiero perché l’autore, Andrea Vanni, fu un seguace della religiosa.
Un vero gioiello è la Cappella di Santa Caterina, in stile rinascimentale (1466), dove si conserva la testa-reliquia della santa. All’indomani della morte, avvenuta a Roma nel 1380, la testa fu asportata dal confessore della santa, il beato Raimondo da Capua. La reliquia giunse a Siena nel 1384, a seguito di pressanti richieste degli abitanti che volevano una parte tangibile della “loro” santa.
Gli affreschi della cappella sono opera del Sodoma e di Francesco Vanni: Estasi di Santa Caterina, Svenimento di Santa Caterina causato dalla stimmate e Liberazione di un’ossessa da parte di Santa Caterina. Alla chiesa appartiene anche una cripta in stile gotico risalente al XIV° secolo. Vi sono conservate due pregevoli opere: un crocifisso di Sano di Pietro, collocato dietro l’altare maggiore, e la Crocifissione di Ventura Salimbeni (1600).
Basilica di Santa Maria dei Servi
Zona: Senese
Tipo: convento (XIII° secolo)
Indirizzo: piazza Alessandro Manzoni, 5
La costruzione del convento iniziò nel 1250 su un terreno donato dalla famiglia Tolomei. I lavori procedettero a rilento e durarono quasi trecento anni. Entro la metà del XV° secolo fu completato il transetto e le cappelle terminali in stile gotico. La facciata è semplice e grezza, con un portale e due rosoni. Il campanile in stile romanico, risalente al XIII° secolo, è stato restaurato nel 1926. La pianta della chiesa è a croce egizia, con un corpo longitudinale a tre navate e cinque campate. Nelle pareti delle navate laterali furono ricavate nicchie, con volte a botte e cassettoni dipinti, entro cui furono collocati altari barocchi.
Tra le molte opere pittoriche all’interno della chiesa sono di particolare rilievo: Madonna del Bordone di Coppo di Marcovaldo (1261), Natività di Maria di Rutilio Manetti (1625), Madonna di Belvedere di Jacopo di Mino del Pellicciaio (1364), Madonna con i sette santi fondatori di Alessandro Franchi e Strage degli Innocenti e Madonna col Bambino, santi e committenti di Matteo di Giovanni (1491).
Monumenti e luoghi da visitare a Siena
Cappella di Piazza
Zona: Senese
Tipo: chiesa XIV° secolo
Alla base della Torre del Mangia e prospiciente Piazza del Campo, si trova la cosiddetta Cappella di Piazza, risalente al 1352. È un tabernacolo tutto di marmo dedicato alla Vergine quale ringraziamento per la fine dell’epidemia di peste che aveva colpito la città nel 1348. La costruzione, iniziata da Domenico di Agostino, si protrasse a lungo: i pilastri d’angolo furono ricostruiti più volte ed assunsero l’aspetto attuale nel 1376 sotto la direzione di Giovanni di Cecco. Le sculture inserite nelle nicchie gotiche dei pilastri furono eseguite solo tra il 1378 e il 1382 da Mariano d’Angelo Romanelli e Bartolomeo di Tommé, detto Pizzino.
La semplice tettoia di protezione fu sostituita nel 1461 con una volta rinascimentale retta su archi a tutto sesto, opera di Antonio Federighi. Allo stesso artista si devono anche le decorazioni bizzarre del coronamento. Le cancellate in ferro battuto sono del XIV° secolo, opera di Conte di Lello Orlandi e Pietruccio di Betto.
Chiasso di Sant'Ansano
Zona: Senese
Tipo: via storica XIII° secolo
Il chiasso vecchio di Sant’Ansano è una strada coperta che risale da una piccola piazza, ai piedi del rilievo di terreno su cui si trova l’ospedale, fino alla Corticella (piccolo cortile annesso all’ospedale). La strada è stata progressivamente chiusa e coperta con un soffitto a volta diventando, nel XV° secolo, l’asse di scorrimento interno del complesso ospedaliero. Il recente ed accurato restauro del Chiasso di Sant’Ansano, ha permesso di recuperare l’aspetto che aveva la strada tra XIII° e XV° secolo.
Loggia della Mercanzia
Zona: Senese
Tipo: edificio storico XV° secolo
Detta anche Logge dei Mercanti, si trova sul retro di Piazza del Campo, nella cosiddetta Croce del Travaglio, il punto dove la Via Francigena (o Romea) incrociava le principali strade della città. La loggia fu progettata da Sano di Matteo e costruita tra il 1417 e il 1428 in uno stile di transizione, tra gotico e rinascimentale. Le volte a crociera furono invece costruite e decorate nel XVI° secolo, mentre il piano superiore fu aggiunto nel XVII°. Nel 1764 la struttura divenne di proprietà dei Signori Uniti del Casino che ci stabilirono la sede del Circolo degli Uniti, esistente dal 1657 e tuttora attivo.
La loggia è composta da tre arcate sostenute da pilastri riccamente decorati, dentro i quali sono stati ricavati tabernacoli con statue. Le due statue sui pilastri esterni raffigurano San Pietro e San Paolo e furono scolpite negli anni 1458-1462 da Lorenzo di Pietro, detto “Il Vecchietta”. Le altre tre statue, tutte di Antonio Federighi ed eseguite negli anni 1458-1459, raffigurano tre dei quattro antichi santi protettori della città: San Savino, Sant’Ansano, San Vittore.
Palazzo Chigi-Saracini
Zona: Senese
Tipo: dimora storica XII° secolo
Si tratta di uno dei più prestigiosi palazzi nobiliari della città, il cui nucleo più antico risale al XII° secolo. La facciata è in elegante stile gotico senese, rivestita di pietra fino al primo piano, poi in laterizio.
La galleria d’arte privata “Bernardo Saracini” contiene sculture di Gian Lorenzo Bernini e dipinti di importanti artisti tra cui il Sassetta, Sano di Pietro, Matteo di Giovanni, il Sodoma. Nel palazzo ha sede l’Accademia Musicale Chigiana, prestigioso centro internazionale per il perfezionamento degli studi musicali.
Palazzo Salimbeni
Zona: Senese
Tipo: dimora storica XIV° secolo e pinacoteca
Il palazzo, risalente al XIV° secolo, è la storica sede della Banca Monte dei Paschi, uno dei più antichi istituti di credito del mondo. In origine era la Dogana del Sale e, nel 1472, divenne la sede del Monte Pio, istituito per porre un freno alla diffusa pratica dell’usura.
Nel 1866 il Monte Pio fu incorporato da un’altra istituzione, il Monte dei Paschi (cioè dei pascoli). Tale nome era dovuto al fatto che concedeva prestiti trattenendo come garanzia le rendite pubbliche dei pascoli in Maremma, di proprietà del governo di Siena. Il palazzo fu restaurato e rimaneggiato in stile neogotico nel 1877.
All’interno è ubicata una pinacoteca specializzata nell’arte senese, con opere di numerosi importanti artisti quali Pietro Lorenzetti, il Sassetta, Francesco Vanni, Rutilio Manetti, il Rustichino, Bernardino Mei e Alessandro Franchi.
Mura
Zona: Senese
Tipo: mura fortificata XIII° secolo
Nel 1290, nel pieno di un periodo di crescita economica, sociale ed artistica, fu intrapreso l’ampliamento della cinta muraria (il quarto per l’esattezza!), ben coservatasi fino ad oggi. Nelle mura, intervallate da torri e bastioni, si aprono numerose ed imponenti porte: Porta a Ovile, Porta San Maurizio, Porta Tufi, Porta Camollia, l’Arco delle Due Porte, Porta Laterina sono quelle più note. Porta Camollia, risalente al 1270, era la più fortificata di tutte. Innanzi tutto perché era l’ingresso in città della via Francigena.
Quindi, la porta era in direzione della tradizionale rivale, la città di Firenze. Contemporaneamente fu costruita la cosiddetta “antiporta”, cioè una seconda porta, ulteriore struttura difensiva nella direzione da cui si ritenevano più probabili gli attacchi. Tra l’altro, nel 1526, le milizie cittadine proprio qui respinsero un attacco di quelle di Firenze. La porta fu distrutta nel corso dell’assedio finale (1555) e poi ricostruita nella forma attuale all’inizio del XVII° secolo. L’antiporta fu inizialmente affrescata con una Assunzione della Vergine da Simone Martini, poi sostituita nel 1585 da un affresco dello stesso soggetto eseguito da Alessandro Casolani.
A sua volta l’opera fu poi coperta dagli affreschi dei fratelli Antonio e Giuseppe Nicola Nasini. Le vibrazioni causate da un bombardamento nel 1944 fecero crollare l’intonaco dipinto dai Nasini, sotto il quale c’erano ancora le tracce dell’opera del Casolani, tuttora visibili. Porta Romana, caratterizzata da merlatura, fu costruita nel 1317. Gli affreschi che l’abbellivano sono stati staccati e trasferiti nella chiesa di San Francesco.
ARTE E MUSEI
Musei di Siena
Museo di Arte Sacra della Cattedrale di Santa Maria Assunta
Zona: Senese
Tipo: museo arte sacra
Il museo è ubicato accanto alla cattedrale di Santa Maria Assunta (Duomo), all’interno dell’edificio costruito dove ci sarebbe dovuta invece essere la navata destra del “Duomo Nuovo”. Era il progetto di ampliamento del XIV° secolo mai portato a termine. La raccolta è costituita da opere provenienti dal Duomo, tra le quali spicca gran parte della produzione artistica di Duccio di Buoninsegna, con il capolavoro della Maestà. L’ingresso al museo è preceduto da un salone con frammenti architettonici e sculture provenienti sia dall’esterno (facciata, pareti laterali) che dall’interno del Duomo.
Nella prima sala sono esposti gli altorilievi Annunciazione, Fuga in Egitto e Adorazione dei Magi, risalenti alla fine del XIII° secolo, Madonna del Perdono di Donatello, Madonna con Bambino, San Girolamo e il cardinale Antonio Casini in ginocchio di Jacopo della Quercia e dieci statue realizzate da Giovanni Pisano per la facciata della cattedrale (anni 1284-1296): Mosè, Maria di Mosè, Simeone, una sibilla, Isaia, Balam, David, Abacuc, Platone, Salomone.
Sulla parete di fondo è stata collocata la grande vetrata policroma realizzata nel 1287-1288 e dedicata alla Vergine Assunta, disegnata da Duccio di Buoninsegna, originariamente situata nell’abside del Duomo. Si tratta della più antica vetrata istoriata di manifattura italiana. Un’intera sala è dedicata a Duccio di Buoninsegna, le cui opere portarono alla ribalta la pittura senese. Vi campeggia il capolavoro Maestà del Duomo di Siena, originariamente collocato sopra l’altare maggiore della cattedrale. Nella sala è esposto un altro capolavoro, Natività della Vergine (1342) di Pietro Lorenzetti; infine la Madonna di Crevole, opera giovanile di Duccio. Nella Sala del Tesoro si conservano gli oggetti più preziosi.
Solo per citare i più significativi: il Reliquiario di San Galgano, in argento dorato, sbalzato, filigranato e decorato da smalti (fine XIII° secolo), la Corona di San Galgano con smalti, il Reliquiario di San Clemente, in bronzo dorato e con applicazioni in cristallo di rocca (XVII° secolo), il Reliquiario del braccio del Battista, di Francesco d’Antonio (1466), i busti lignei policromi dei santi Crescenzio, Vittore e Savino, capolavori di Francesco di Valdambrino (1409).
Al secondo piano si trova la Sala della Madonna dagli Occhi Grossi: prende il nome da una tavola del 1260 del Maestro di Tressa. Qui si trovano alcune opere di Sano di Pietro, quali Predicazione di San Bernardino in piazza del Campo e Predicazione di San Bernardino in piazza San Francesco (1440-1450). Entrambi sono di particolare importanza perché raffigurano vivamente gli edifici, gli abbigliamenti e la vita dell’epoca a Siena. Vi sono inoltre opere di altri artisti importanti come Ambrogio Lorenzetti, Domenico Beccafumi, Matteo di Giovanni, Luca Giordano e Sassetta. Nel museo sono infine esposti paramenti sacri di epoca compresa tra il XVI° ed il XIX° secolo.
Museo delle Tavolette di Biccherna
Zona: Senese
Tipo: museo storico
Indirizzo: via Rinaldini
All’interno dell’Archivio di Stato sono conservati documenti del periodo compreso tra l’anno 736 d.C. ed i giorni nostri, più di 60.000 tra pergamene, delibere, carteggi artistici ed atti dell’amministrazione finanziaria della Repubblica di Siena e dei periodi successivi. Alcuni dei documenti più importanti sono esposti al pubblico. Tra gli altri il testamento di Giovanni Boccaccio e le lettere dei pittori Sodoma e Jacopo della Quercia.
Numerosi sono poi i documenti che parlano della storia della città, dei santi, delle attività commerciali, del Palio, degli assedi. Infine gli statuti, i più famosi dei quali sono il Caleffo dell’Assunta e lo Statuto di Mercanzia. L’archivio conserva anche una raccolta delle Tavolette di Biccherna. Si tratta delle copertine lignee di libri contabili delle amministrazioni finanziarie delle magistrature della Biccherna e della Gabella, spesso dipinte da artisti senesi tra il 1258 ed il 1682. Alcune di queste davvero insolite opere pittoriche sono opera di Ambrogio Lorenzetti, Giovanni di Paolo, Taddeo di Bartolo, Lorenzo di Pietro (detto “Il Vecchietta”), Sano di Pietro, Francesco di Giorgio, Guidoccio Cozzarelli e Domenico Beccafumi.
Biblioteca degli Intronati
Zona: Senese
Tipo: biblioteca XVIII° secolo
È una delle più antiche istituzioni culturali della città e le origini risalgono al 1758. Nel 1932 fu attribuito il nome Intronati in ricordo dell’Accademia degli Intronati, il polo letterario che qui ebbe sede per gran parte del XVIII° secolo. La biblioteca contiene circa 500.000 volumi, tra cui importanti raccolte di manoscritti ed incunaboli. Tra le opere più rare e preziose: un papiro ravennate del VII° secolo, una versione in latino delle Epistole di San Paolo dell’XI° secolo, lettere autografe di Santa Caterina da Siena, una rara edizione della Divina Commedia illustrata da disegni di Sandro Botticelli (1481). La biblioteca è suddivisa in numerose aree tematiche di consultazione, oltre ad uno spazio riservato ai libri antichi ed ai manoscritti.
COSA FARE
Eventi a Siena
Palio delle Contrade
Tipo: sportivo folcloristico
Periodo: 2 luglio e 16 agosto
La Piazza del Campo è divenuta celebre anche perché vi si svolge il Palio delle Contrade, una delle manifestazioni storiche più famose e seguite in tutto il mondo. La competizione vera e propria è preceduta da una serie di eventi pittoreschi e da un lungo corteo storico. Si tratta di una gara tra cavalli, ciascuno in rappresentanza delle 17 storiche contrade in cui è suddivisa la città. Le contrade sono: Aquila, Bruco, Chiocciola, Civetta, Drago, Giraffa, Istrice, Leocorno, Lupa, Nicchio, Oca, Onda, Pantera, Selva, Tartuca, Torre, Valdimontone. I cavalli sono montati “a pelo”, ossia senza sella dai fantini. La competizione consiste in tre giri sulla pista che viene allestita nella piazza: l’anello esterno, pavimentato con lastre di pietra serena, viene cosparso con uno strato di polvere di tufo, accorgimento che permette ai cavalli di galoppare alla massima velocità possibile. Ma le cadute dei cavalli non sono infrequenti, soprattutto in corrispondenza delle curve (una delle più critiche è la “curva di San Martino”).
La corsa è breve ma sfrenata, spesso caratterizzata anche da veri duelli tra fantini, che non risparmiano inganni ed astuzie per mettere in difficoltà i rivali. Va sottolineato che è il cavallo che rappresenta la contrada il vero protagonista e non il fantino. È l’animale che determina la vittoria e consente alla contrada vincitrice di aggiudicarsi il “cencio” (Palio), un drappo dipinto da un artista. Il fantino, anche se acclamato, è considerato più il “conduttore” del cavallo che il vero protagonista. Tale è la venerazione per gli animali che, nel comune di Radiconcoli (provincia di Siena), è stato istituito una sorta di “pensionato” per i cavalli che, per infortuni o per l’età, non possono più competere. Ma la devozione dei cittadini per questo animale va anche oltre: non viene mai dimenticato il nome di un solo cavallo che abbia partecipato alla corsa. Inoltre quelli risultati più vittoriosi vengono seppelliti in tombe dove i contradaioli possono rendere gli onori ai grandi protagonisti scomparsi.
Visionaria
Tipo: arte cinematografica
Periodo: aprile
È un festival internazionale dedicato a film e cortometraggi. Lo scopo della manifestazione è quello di dare visibilità ad opere sia di professionisti già conosciuti che di nuove leve e di promuovere la cultura dell’immagine in generale. Oltre al concorso vero e proprio ci sono eventi collaterali quali mostre, rassegne, incontri, conferenze, laboratori e workshop.
Terra di Siena Film Festival
Tipo: culturale
Periodo: settembre
È un festival dedicato al cinema sociale e politico indipendente di tutto il mondo. La manifestazione ha scoperto, fatto conoscere e valorizzato nuove realtà del cinema d’autore. Inoltre ha anche proposto al pubblico anteprime internazionali ed incontri con nomi ormai affermati nel grande cinema quali Peter Greenway, Roman Polanski, Bernardo Bertolucci ed altri ancora.
Festival Barocco
Tipo: arte barocca e musica
Periodo: ottobre e novembre
È un evento dedicato all’arte barocca in tutte le sue forme. Si articola su incontri, seminari, concerti, mostre ed attività didattiche.
Voci di Fonte
Tipo: teatrale
Periodo: giugno
È un festival dedicato al teatro che promuove la ricerca sulla scrittura di sceneggiature. Il nome è dovuto al fatto che i maggiori eventi si svolgono in prossimità delle fontane medioevali e rinascimentali della città. Vi partecipano artisti di livello internazionale.
Sport
Da tempo a Siena sono seguiti e praticati alcuni sport particolari quali il rugby, la scherma, l’equitazione, il pattinaggio e l’hockey su rotelle. L’ippodromo comunale ed il velopattinodromo sono aperti al pubblico. Numerosi anche i bocciodromi, dove si svolgono anche gare di rilievo. La città è la sede d’arrivo fissa della Strade Bianche, una competizione ciclistica di livello professionistico.
ITINERARI
Percorsi
Porta del Cielo (percorso nella Cattedrale)
È un percorso attraverso ambienti che sono stati inaccessibili per secoli. Il percorso inizia con le due grandi torri che fiancheggiano la facciata del Duomo. È possibile ammirare la cattedrale dall’alto, sia all’interno che all’esterno e poi percorrere il ballatoio della cupola. Quindi, all’esterno, sul terrazzino che si affaccia sulla piazza.
Informazioni e prenotazioni: tel. +39 0577 286300
Visite: esclusivamente guidate
Ingresso: intero €uro 25,00, ridotto € 7,00
CULTURA
Storia
Tanta storia e tradizioni
Siena fu fondata come colonia romana al tempo dell’Imperatore Augusto e fu denominata Saena Iulia. Il primo documento in cui viene citata risale al 70 d.C. e porta la firma del senatore romano Publio Tacito. Nell’alto Medioevo l’insediamento era costituito da numerose abitazioni sparse. Il primo feudatario della zona fu il conte longobardo Winigi (IX° secolo). Nel X° secolo Siena era attraversata da importanti vie di comunicazione che portavano a Roma, prima tra tutte la via Francigena (o Romea).
Fu anche per merito di questa fortunata posizione che l’agglomerato urbano divenne in poco tempo un’importante città. Nel XII° secolo Siena iniziò ad espandere il proprio territorio ed a stipulare le prime alleanze politiche. Contemporaneamente divenne un importante centro economico e commerciale. La città aveva buoni rapporti con il papato ed i banchieri senesi erano un punto di riferimento per le autorità di Roma, le quali si rivolgevano a loro per prestiti o finanziamenti. Alla fine del XII° secolo l’orientamento politico della città era nettamente a favore del partito ghibellino, avversario di quello guelfo.
Formatesi all’epoca della “lotta per le investiture” tra papato ed impero, le due fazioni rivali caratterizzeranno la vita politica di tutta la penisola italiana fino alla nascita ed all’affermazione delle Signorie (secoli XIV° e XV°). I ghibellini, il cui nome è l’italianizzazione dello svevo Wibeling, sostenevano le ragioni del Sacro Romano Germanico Impero. L’appellativo guelfo era invece la trasformazione in italiano di Welfen, la famiglia bavarese e sassone opposta all’imperatore e favorevole al papa.
Tale situazione innescò una progressiva competizione con Firenze, all’epoca città abbastanza sviluppata ed in cui, dopo alcuni avvicendamenti non proprio pacifici, il partito guelfo aveva conquistato la maggioranza. Anzi, le due città rivali divennero rifugio di profughi ed esiliati e riferimento di sostenitori delle rispettive fazioni in tutta la Toscana. Lo scontro armato fu inevitabile e la battaglia decisiva si svolse nel 1260 a Montaperti. Qui si affrontarono le milizie di Siena, rinforzate da fuoriusciti fiorentini di fede ghibellina e da un contingente di cavalleria tedesca, e quelle di Firenze, affiancate da vari alleati guelfi della Toscana.
La sconfitta di Firenze fu netta e sanguinosa, al punto tale da essere ricordata a lungo dalle generazioni seguenti (anche il sommo poeta Dante Alighieri cita l’evento nella Divina Commedia). Ma dopo qualche anno la crisi del potere imperiale in Italia dette inizio ad una serie di importanti mutamenti politici. Tra gli altri la sconfitta di Siena nella battaglia di Colle Val d’Elsa, nel 1269.
Gli anni successivi videro l’indebolimento del partito ghibellino fino a quando, nel 1287, verrà costituito il cosiddetto “Governo dei Nove”, di orientamento guelfo. Durante gli anni successivi Siena raggiunse nondimeno il massimo splendore, sia economico che culturale. Dopo la peste del 1348, cominciò la lenta decadenza della Repubblica di Siena. Questa fase fu solo rallentata dalla pseudo signoria della famiglia Petrucci tra la fine del XV° e l’inizio del XVI° secolo. Svanito, per la scelta politica guelfa, il sostegno imperiale, la città si trovò a fronteggiare un sempre maggior numero di avversari, sia interni che esterni.Tra questi il più pericoloso era ancora Firenze dove i “primi cittadini” Medici, scacciati da due rivolte, nel 1494 e nel 1527, erano definitivamente rientrati nel 1530 con il pieno sostegno dell’imperatore Carlo V° e, stavolta, anche con il titolo ereditario di duchi.
Nel 1532, in un ultimo sussulto di autonomia, Siena scacciò la guarnigione imperiale che ne controllava vita ed attività. I Medici di Firenze, sostenuti dall’impero, non nascondevano più il desiderio di inglobare la storica rivale. La guerra divenne inevitabile e, nel 1554, le milizie di Carlo V° entrarono nel territorio di Siena e poi assediarono la città. A niente valse l’aiuto militare prontamente fornito dalla Francia ed alcune brillanti operazioni militari iniziali perché la battaglia di Scannagallo segnò la sorte di Siena. Nell’aprile 1555, dopo un assedio di oltre un anno, la città ormai stremata dalla fame dovette arrendersi.
Vale la pena menzionare che scompariva anche, probabilmente, l’unico stato sovrano nell’Europa occidentale ad aver sperimentato una democrazia pura a favore del popolo. Dopo la resa alcuni senesi, guidati dall’esule fiorentino Piero Strozzi, si rifugiarono a Montalcino, costituendo la cosiddetta “Repubblica di Siena riparata in Montalcino”. Il tentativo però non durò a lungo e, nel 1559, gli ultimi irriducibili si arresero. Il nuovo imperatore Filippo II° cedette Siena ed i suoi territori (in pratica circa un terzo della Toscana meridionale) in feudo alla famiglia Medici di Firenze come pagamento delle spese di guerra.
Questi, inizialmente, li amministrarono separatamente con il nome di Ducato di Siena (o Stato Nuovo). Successivamente avvenne l’integrazione completa nel Granducato di Toscana. Da quel momento in poi Siena seguì le sorti dello stato toscano fino all’Unità d’Italia.
Curiosità
Stemma di Siena
Lo stemma di Siena è detto “balzana”. È uno scudo diviso in due fasce orizzontali di uguale altezza: quella superiore è di colore argento, quella inferiore nera. Secondo la tradizione, starebbe a simboleggiare il fumo nero e bianco della pira che i leggendari fondatori della città, Senio e Ascanio, figli di Remo, avrebbero acceso per ringraziare gli dei. Un’altra leggenda riferisce che la balzana sia legata ai colori dei cavalli, uno bianco ed uno nero, che i due fratelli usarono nella fuga da Roma, per sottrarsi allo zio Romolo che li voleva uccidere.
Torre del Mangia
La Torre del Mangia ha ispirato vari altri progetti architettonici di altrettanti edifici costruiti in varie parti del mondo. Ne ricordiamo i più famosi: la torre dell’orologio Joseph Chamberlain Memorial, (soprannominata Old Joe, “vecchio Joe”) presso l’Università di Birmingham, Inghilterra, il Pilgrim Monument di Provincetown, negli Stati Uniti d’America, la torre dell’orologio dell’ICADE di Madrid, in Spagna. L’edificio probabilmente più fedele all’originale è la torre del Pine Street Inn, nel quartiere South End di Boston, nel Massachusetts (USA). Alta 156 metri, fu progettata e costruita (anch’essa in mattoni come quella di Siena) nel 1892 da Edmund March Wheelwright. Originariamente era una torre d’avvistamento degli incendi della locale caserma dei vigili del fuoco.
Il miracolo delle Sacre Particole
Nel 1730 fu rubata una pisside con 351 particole (ostie) consacrate. Tre giorni dopo furono ritrovate nella cassetta delle elemosine della vicina chiesa di Santa Maria di Provenzano. Per motivi igienici fu deciso di non usare le particole durante la celebrazione della Messa in quanto la cassetta era piena di polvere e ragnatele. Dopo oltre 280 anni le particole sono ancora integre, a dispetto del naturale degrado a ridursi in polvere entro circa due anni. Analisi chimiche e biologiche effettuate nel 1914 hanno confermato che le particole, inalterate nell’aspetto, erano composte da farina di pane azzimo. Inoltre erano prive di batteri, acari e muffe che invece avevano attaccato le pareti interne della pisside. La Chiesa Cattolica attribuisce questo fenomeno soprannaturale alla reale presenza di Gesù Cristo nelle ostie, in piena sintonia con il dogma eucaristico. Le particole sono conservate in due diverse cappelle, rispettivamente nel transetto destro durante i mesi invernali ed in quello sinistro in estate, all’interno della chiesa di San Francesco.
Orto Botanico
L’Orto Botanico di Siena sarebbe infestato da un fantasma che ha anche avuto l’onore di essere protagonista di un pezzo teatrale, rappresentato con successo. L’autore Giulio Cogni, che abitava vicino all’Orto, è stato infatti testimone oculare delle manifestazioni di questo spettro. Non mancano altre testimonianze, precise ed attendibili, di rumori di catene, piccoli fuochi notturni, apparizioni di lunghi mantelli, fuochi fatui che corrono, porte che sbattono violentemente, lancio di pietre contro inseguitori e curiosi. In un’occasione gli fu anche sparato contro, ma il fantasma non parve accorgersene. Il periodo di massima “attività” pare sia stato quello degli anni ’50. Furono organizzate anche sedute spiritiche nelle quali l’evocato riferì di essere un certo Giacomo, pure denominato Giorno. Altri ritengono che si tratti dello spirito inquieto di un certo Andrea Ardengheschi, morto nella battaglia di Montalcino dopo aver infranto un voto fatto a Sant’Andrea. Una tradizione più fantasiosa vuole che sia un frate camaldolese che aveva sotterrato nell’Orto il tesoro del convento per sottrarlo ai soldati di Napoleone. Il religioso si sarebbe fatto uccidere piuttosto che rivelare il nascondiglio e la sua anima inquieta sarebbe rimasta per proteggere e custodire il tesoro sepolto.
Filmografia
Siena è stata utilizzata per le riprese di vari film. Tra i più noti a livello internazionale:
– Fratello Sole, Sorella Luna di Franco Zeffirelli (1972)
– Con gli occhi chiusi di Francesca Archibugi
– Un té con Mussolini di Franco Zeffirelli (1999)
– Agente 007-Quantum of Solace di Mark Forster (2008)
– Decameron Pie-Non si assaggia… si morde! di David Leland
– The Last Victory di John Appel
– Letters to Juliet di Gary Winick
– Il Fantasma dell’Orto Botanico
– Seconda serie televisiva I Medici – Lorenzo il Magnifico
GASTRONOMIA
Piatti tipici senesi
Siena ha una secolare tradizione culinaria, forse dovuta alla prosperità nel periodo medievale e alla presenza di numerose osterie e punti di ospitalità lungo la via Francigena. Tra le specialità più conosciute vale la pena citare:
Pici
Grossi spaghetti fatti a mano, originari della Val d’Orcia e della Val di Chiana. Vengono conditi con sugo di carne o “all’aglione”, un condimento dove l’aglio primeggia.
Arrosto misto
E’ un insieme di diverse carni che include salsicce, “costoleccio” (costata) di maiale, lombo di vitello o di manzo.
Ribollita
Il nome deriva dal fatto che, se riscaldata più volte dopo la prima cottura, il sapore migliora costantemente. È una zuppa di verdure e fagioli che viene adagiata su fette di pane raffermo agliato. L’ingrediente principale è il cavolo nero, che cresce durante la stagione più fredda.
Dolci tipici: panforte, ricciarelli, cavallucci, tiramisù.
Prodotti tipici di Siena
Olio
La coltivazione dell’olio nelle terre senesi si perde nei secoli, ma già la pianta è visibile in alcuni dipinti del tardo Medioevo. L’importanza dell’olivicoltura si affermò all’inizio del XIX° secolo e si è ulteriormente accentuata nel periodo successivo. Le varietà più diffuse sono Frantoio, Correggiolo, Moraiolo, Leccino. Il colore dell’olio senese varia tra il verde e il giallo, ha odore fruttato e sapore con accenti amarognoli e leggermente piccanti. È consigliato per condire verdure crude, minestre o zuppe a base di legumi, piatti tipici quali la “ribollita” e la “panzanella” e per la preparazione di bruschette e crostoni. Altrettanto adatto a condire carni arrosto e in umido e anche per friggere.
Consorzio dell’Olio extravergine di oliva DOP “Terre di Siena”
Indirizzo: Strada delle Ropole, 15 – 53100 Taverne d’Arbia (SI)
Tel.: +39+0577 2800970
Email: consorzio@olioterredisienadop.it
Sito: www.terredisienadop.it
Salumi di cinta senese
Molto apprezzati sono i salumi di Cinta Senese, il maiale a pezze bianche e nere, effigiato in alcuni famosi dipinti del ‘400. La Cinta Senese è l’unica delle razze suine toscane sopravvissuta all’estinzione. Oggi, come un tempo, viene allevata in libertà, nutrendosi perlopiù di erba e ghiande. Un elemento importante caratterizza questa particolare razza suina: la carne è venata di grasso in modo omogeneo, mentre in altre varietà suine la parte magra e quella grassa sono nettamente separate. Per questo è straordinariamente saporita e profumata. Con la cinta senese si preparano gustosi salumi.
Prosciutto
Il prosciutto ottenuto esclusivamente da Cinta Senese, ha carne di colore rosso vivo e bassa percentuale di grasso. Dopo la rifilatura, il prosciutto viene sottoposto a salatura su assi di legno ed esposto a riposare in cella frigorifera e poi pepato.
Gota
È un prodotto tipicamente locale. Dopo la rifilatura, le guance del maiale, dette “gote”, vengono disposte su assi di legno e quindi salate e pepate. Per la stagionatura, il guanciale viene appeso all’interno di appositi locali.
Buristo
Ha forma cilindrica allungata, colore scuro e consistenza morbida. Il sangue di maiale viene impastato insieme a cubetti di grasso, acqua, spezie, sale, pepe e, a volte, cannella e mollica di pane. L’impasto viene inserito in budello di maiale, cotto in acqua, sottilmente forato per evitare che si formino bolle d’aria, fatto asciugare e raffreddare.
Rigatino
Ha forma rettangolare ed è ricoperto esternamente da pepe nero e peperoncino che conferiscono un sapore particolarmente piccante, mentre la consistenza dipende dal tempo di stagionatura.
Pancella
È cotenna ripiegata, dalla consistenza morbida e dal forte profumo di spezie.
Capocollo
Ha aroma e sapore fortemente caratterizzati dalla presenza di spezie; viene confezionato nella rete o in carta di paglia.
Soprassata (o soppressa)
È un insaccato di frammenti grossolani di carne suina, talvolta anche di seconda scelta, bolliti o scottati. La denominazione, sinonimo di “compresso”, deriva dal fatto che i componenti vengono inseriti in un sacco di tela e poi sottoposti a pressione per permettere alle parti gelatinose di fondersi con le altre fino a formare una massa compatta.
Finocchiona
Ha la forma cilindrica tipica del salame, colore rosa e odore e sapore intenso di finocchio. Le carni selezionate vengono macinate e quindi impastate aggiungendo sale, pepe, aglio, vino rosso e semi di finocchio selvatico. L’impasto viene insaccato in budella, legato e, infine, fasciato.
Consorzio di tutela della cinta senese
Indirizzo: Strada di Cerchiaia, 41/4 – 53100 Siena
Tel.: +39+0577 389513
Email: cinta-senese@libero.it
Sito: www.cintasenese.org
Formaggi
Il prodotto finale migliore è quello proviene dal latte crudo, non pastorizzato ma solo riscaldato a una temperatura intorno ai 40°. I formaggi vanno accompagnati con il tipico pane toscano non salato, miele, noci, marmellate, pepe e, immancabilmente, vino della zona.
Pecorino toscano
Formaggio di solo latte di pecora lavorato a crudo con sostanza grassa minima del 26%. La crosta viene trattata con olio d’oliva, ma a volte anche con cenere, pomodoro o pepe. La stagionatura minima è di 60 giorni.
Pecorino di fossa
Ottenuto con la stessa procedura del pecorino toscano dal quale differisce solo per la stagionatura. Questa avviene in fosse, anche molto antiche, scavate nel terreno tufaceo. La stagionatura, che dura da agosto a novembre, attribuisce al formaggio un profumo unico e ne esalta il sapore piccante. La forma, dopo i mesi di stagionatura, deve essere irregolare, segno evidente dello schiacciamento che ha subito nella fossa dove i formaggi vengono calati, a strati, dopo essere stati inseriti in sacchetti di stoffa bianca.
Pecorino in foglia
Ha forme rotonde, con crosta leggermente rugosa di colore beige. Il sapore è intenso, con leggero sentore tannico e caratteristico odore di foglie che lo aromatizzano, usualmente di noce o di fico.
Pecorino al tartufo
Prodotto con latte intero di pecora al quale viene aggiunta una consistente quantità di tartufo nero e bianchetto, in scaglie ben visibili anche dall’esterno. Salato, rigirato, lavato e oliato manualmente, è sottoposto a una stagionatura di almeno un mese.
Marzolino
Ha forma cilindrica e pezzature che variano da 1 a 2 chilogrammi. La pasta, di colore giallo paglierino, è morbida e dolce se il formaggio è fresco, piccante e friabile se è stato stagionato su assi di legno di abete.
Raveggiolo
È un formaggio bianco, molto tenero, con profumo di latte e sapore dolce.
Ricotta di pecora
La ricotta di pecora toscana ha forma tronco-conica, colore bianco latte, sapore dolce e delicato, consistenza cremosa e spugnosa.
Panforte - Ricciarelli
Il panforte è certamente una delle icone della gastronomia senese e di tutta la produzione dolciaria toscana. Le origini risalgono al Medio Evo: i primi accenni a tale specialità sono presenti in uno statuto risalente al 1280. La fama fu pienamente raggiunta all’inizio del XVI° secolo quale dolciume preferito dalle classi più abbienti e anche come regalo per occasioni importanti. La Via Francigena consentì al panforte di raggiungere località come Roma e la corte di Vienna. La ricetta del panforte bianco fu codificata nel 1879, quando il dolce fu dedicato all’allora regina d’Italia Margherita di Savoia in occasione della sua visita a Siena. Nel celebre volume di Pellegrino Artusi “La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene” il panforte viene raccomandato per concludere il pranzo di Natale.
Nel XV° si diffuse a Siena il consumo del marzapane, dolce a base di pasta di mandorle e zucchero. Da questo dolce derivarono ben presto i “marzapanetti”, antenati degli attuali ricciarelli, apprezzati tra le classi più abbienti. La diffusione è confermata dagli scritti del Pievano Arlotto e da alcuni documenti del XVII° secolo. Il termine ricciarello compare per la prima volta in un’opera del 1814. La diffusione su larga scala è iniziata nei primi anni del secolo scorso. Il ricciarello è costituito da un impasto a base di pasta di mandorle, zucchero e albume d’uovo. Sagomato nella caratteristica forma a losanga, viene poi cotto in forno.
Comitato Promotore Panforte di Siena IGP
Email: segreteria@coripanf.org
Sito: www.coripanf.org
Vino
Chianti, Chianti Classico, Chianti Colli Senesi, Chianti Superiore
Cantine vinicole da visitare
SERVIZI TURISTICI
Dove dormire a Siena
Dove mangiare a Siena
Trattorie e Osterie
Osteria del Coro
Via Pantaneto, 85 – Siena
Tel: +39 0577 222482
Servizi: piatti preparati secondo le più antiche tradizioni della cucina senese, prestando particolare attenzione alle materie prime utilizzate, sempre di prima scelta, dai salumi e dalle carni di cinta senese al carrello degli oli DOP Terre di Siena e Chianti Classico, dai pecorini delle Crete Senesi e di Pienza alla pasta sempre fresca, dalla selvaggina alla tagliata di manzo e ai dolci fatti in casa. Ottima la carta dei vini, con valide proposte di degustazione a calice. Cucina aperta sino a tarda serata; consigliata la prenotazione. Su prenotazione, cene di pesce fresco secondo il pescato del giorno.
L’Osteria
Via dei Rossi, 79/81 – 53100 Siena (SI)
Tel: +39 0577 287592
Servizi: locale tradizionale ubicato vicino alla Piazza del Campo, cucina tipica toscana specialità senesi
Ristoranti
Ristorante Guido
Via Beato Pier Pettinaio, 7 – Siena
Tel: +39 0577 280042
Servizi: cucinatipica senese, vini toscani selezionati.
Ristorante Il Duomo
Via Fusari Numero, 19 – Siena
Tel: +39 0577 287556
Servizi: cucina tradizionale senese con scelta accurata degli ingredienti cucinati con cura. Tra le appetitose pietanze, si fanno onore i “pici” al cinghiale, il filetto di vitello ai funghi porcini e specialità di pesce fresco. Da raccomandare le pizze, le serate tematiche con degustazione di vini tipici e pregiati.
Ristorante Al Mangia
Il Campo, 42 – Siena
Tel: +39 0577 281121
Servizi: cucina tipica toscana e senese a base di carne e pesce, vista Piazza del Campo, confortevole american bar caffetteria con ricchissima carta dei liquori, molti dei quali difficilmente reperibili sul mercato.
Ristorante da Mugolone
Via Pellegrini, 8 – Siena
Tel: +39 0577 283235
Servizi: Ristorante posizionato a pochi passi da piazza “il Campo” e dal Duomo. Cucina tipica toscana quale specialità sono: tagliatelle alla senese, tartufi e funghi (porcini) in stagione, capretto in umido e fritto misto toscano, fiorentine sulla brace, tagliata aglio e rosmarino, sformati di verdure, frittura di verdure in stagione. Ampia scelta di vini DOCG – chiuso il giovedì e la domenica sera. Prenotazione consigliata.
Ristorante Spadaforte
Il Campo, 13 – Siena
Tel: +39 0577 281123
Servizi: cucina tipica senese e toscana, pesce, pizzeria a pranzo e a cena, ampia carta di vini toscani – prenotazione consigliata.
Ristorante Gallo Nero
Via del Porrione, 65/67 -Siena
Tel: +39 0577 284356
Servizi: cucina tipica toscana, ricette medioevali tra il ‘300 e il ‘400 e vini senesi DOC. Il ristorante, situato a 150 metri da Piazza del Campo, dispone di una sala per banchetti medioevali e rimane aperto fino a tarda notte.